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Flor Peeters




 Flor Peeters Sono trascorsi ormai molti (troppi) anni dal nostro primo viaggio nelle fiamminghe lande alla scoperta dell'arte organaria ed organistica nordeuropea. Ricordiamo con una certa emozione la nostra visita all'organo della Cattedrale di Mechelen (Malines) ove a quei tempi era ancora titolare Flor Peeters, che già apprezzavamo per averne ascoltato alcune interpretazioni di sue musiche incise su di un pregevolissimo LP che, non essendo distribuito in Italia, ci facemmo inviare da un carissimo amico brussellese. Purtroppo, per nostra sfortuna, quella domenica mattina Peeters non era presente, per motivi di salute, alla consolle e la nostra speranza di conoscerlo non fu soddisfatta e ci dovemmo accontentare di ascoltare il suo sostituto, che peraltro fu gentilissimo e ci illustrò con abbondanza di particolari le caratteristiche dello strumento, permettendoci anche di provarlo. Prima che potessimo organizzare il nostro secondo viaggio in Belgio, Peeters lasciò la sua cantoria terrena per trasferirsi su quelle celesti e così non potemmo mai conoscere personalmente questo grande esponente della scuola organistica fiamminga.
Flor Peeters è stato, senza alcun dubbio, uno dei più importanti esponenti della musica organistica europea del secolo scorso. Nato a Tielen, nelle Fiandre, nell'Agosto del 1903, egli visse ed operò attivamente all'interno di quel movimento di grandissimo fermento musicale che caratterizzò la musica europea prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, condividendo la scena organistica con tanti altri musicisti di enorme levatura con i quali egli fu protagonista di un grande periodo, forse l'ultimo di grande ed irripetibile creatività, della storia dell'organo.
Dotato di una innata propensione per la musica, all'età di appena vent'anni già lo troviamo come secondo organista alla consolle della Cattedrale di Mechelen (che allora era dotata di un grande organo pneumatico spiccatamente romantico) e come supplente all' Istituto Lemmens della stessa città. Cresciuto alla prestigiosa scuola di Oscar Depuydt, la sua spiccata sensibilità musicale gli consente di approcciarsi in un modo appassionato ma al tempo stesso rigorosissimo alla musica di Franck, approfondendo nel contempo tutta la musica fiamminga del passato, di cui diverrà uno dei più apprezzati interpreti. Nel 1925 succede a Depuydt alla consolle della Cattedrale (incarico che manterrà per oltre sessant'anni, fino alla sua scomparsa) e sei anni dopo viene nominato titolare alla cattedra di organo presso il Conservatorio Reale di Gent (Gand) e, ancora, nel 1935, è nominato insegnante di organo ed improvvisazione al Conservatorio Cattolico Romano di Tilburg. Nel 1948 diventa docente di Organo al Conservatorio Reale delle Fiandre di Antwerpen, incarico che lascerà dopo vent'anni per una serena ma sempre musicalmente ed artisticamente impegnatissima pensione.
Alcuni suoi biografi gli attribuiscono un periodo di studio presso Marcel Dupré a Parigi. Questa ipotesi è stata smentita personalmente da Peeters in diverse occasioni; è invece vero che tra Peeters e Dupré si instaurò un rapporto di grande amicizia e stima sia personale che artistica ed è altrettanto vero che i due musicisti si sentivano spesso per scambiarsi opinioni e pareri circa l'interpretazione delle rispettive composizioni. La stessa amicizia e considerazione umana ed artistica contraddistinse i rapporti di Peeters con tanti altri grandi organisti della sua epoca, soprattutto francesi, tra i quali Messiaen, Duruflé, Litaize e Langlais, tutti figli artistici del comune padre franco-belga César Franck.
Flor Peeters muore nel 1986 ad Anversa, non prima di essere stato insignito di numerose onorificenze e nominato membro della Reale Accademia delle Scienze del Belgio e della Royal Academy of Music di Londra. Da sottolineare anche il fatto, poco noto, che egli, insieme a Messiaen, fu tra i consulenti per le attività relative alla musica del Concilio Vaticano Secondo.
Artisticamente, Peeters fu uno dei personaggi più noti in campo internazionale. Egli fu un concertista di enorme levatura, che tenne quasi duemila concerti in ogni parte del Mondo. Il suo repertorio era vastissimo e comprendeva tutta la letteratura organistica europea, dalla musica rinascimentale a quella contemporanea, e caratterizzata da un'approfondimento accuratissimo della filologia e della prassi esecutiva. E' sintomatico, a questo proposito, che Peeters negli Anni Cinquanta abbia intrapreso un profondo studio sulla corretta interpretazione della musica barocca (in particolare degli abbellimenti) e che questo approfondimento lo abbia portato ad una notevole "revisione" del suo stile interpretativo, che gradualmente abbandona le caratteristiche prettamente "romantiche" per acquisire peculiarità di chiarezza e linearità proprie della filologia più avvertita. Ed è altrettanto significativo il fatto che a seguito di questo percorso Peeters nel 1958 faccia sostituire il vecchio organo romantico della Cattedrale di Malines con un nuovo strumento che, pur impostato tecnicamente sulle caratteristiche di quei tempi, presenta una tavolozza fonico-timbrica sostanziosamente neoclassica.
Un altro importantissimo aspetto dell'arte esecutiva di Peeters è la metodicità e l'assiduità dello studio. Tutti i suoi biografi sottolineano il fatto che la vita di Flor Peeters era assolutamente e minuziosamente regolata. Egli dedicava quotidianamente almeno sei ore allo studio alla tastiera e molto del tempo rimanente, quando non era impegnato in concerti e tournées, nel suo assiduo servizio liturgico o nell'attività docente, lo dedicava all'approfondimento della storia dell'organo e della sua musica. Questa incessante opera di approfondimento e di studio hanno fatto si che l'evoluzione artistica di Peeters sia stata tra quelle più proficue ed importanti, testimoniata non solo dalle sue interpretazioni, ma anche dalle sue opere teoriche, che sono oggi il pane quotidiano degli studenti e le linee guida fondamentali degli organisti della prestigiosa scuola fiamminga.
Ma Flor Peeters appartiene anche (ed è uno degli ultimi esponenti di quella grande scuola) al numero degli organisti-compositori, e la sua figura, per abbondanza e per qualità della produzione, è assolutamente di primaria importanza e si pone allo stesso livello dei ben più celebrati francesi suoi contemporanei.
La sua produzione per organo conta più di sessanta numeri di opus, per un totale di oltre trecento titoli tra cui spiccano alcune notevoli composizioni di carattere sinfonico e descrittivo (tra cui la "Vlaamse Rhapsodie" composta nel 1935, la "Fantasia Sinfonica" del 1925, "Abdijvrede" del 1927, la "Sinfonia per Organo" del 1940 e diverse altre), altre opere di spiccato carattere e destinazione religiosa, tra le quali diverse raccolte di corali su canti liturgici e su melodie gregoriane e composizioni di spiccato carattere concertistico ("Concert Pièce" del 1955, "Variazioni su un tema originale" del 1945, "Suite Modale" del 1938 ed altre). Ma è scorrendo cronologicamente la lista delle sue composizioni che balza evidente alla nostra attenzione quanto profonda e ragionata sia stata la "conversione" di Peeters dal sinfonismo al neoclassicismo. Se fino agli anni Cinquanta troviamo prevalentemente titoli di stile ed impostazione spiccatamente sinfonico-orchestrali, a partire da allora questo cammino si fa serrato ed anche nei titoli rispecchia un progressivo approfondimento del discorso musicale in senso storiografico. Ed ecco allora apparire opere di carattere e titolo squisitamente classici (Preludi e Fughe, Variazioni e Fantasie su Corali, "Preludio Canzona e Ciacona" (1955), Partite, Sonate, ecc.). Ma Peeters, come tutti i grandi musicisti di quell'epoca, non si limitò a comporre per l'organo. I suoi orizzonti musicali spaziavano anche nella musica corale (ove troviamo più di duecento titoli -molti dei quali ancora oggi allo stato di manoscritto- principalmente dedicati alla musica religiosa), nella musica vocale (Lied, Canzoni ed opere per solisti e pianoforte od organo), ed in quella orchestrale (dodici numeri di opus) con una particolare attenzione per i complessi di fiati ed ottoni. Tra le sue opere didattiche, invece, troviamo gli Studi per la pedaliera del 1925, il suo Metodo per lo studio dell'organo del 1952, il "Piccolo Libro d'Organo per principianti" del 1953, le sue "Dieci Lezioni di Solfeggio" del 1959 ed il più famoso "Metodo pratico per l'accompagnamento del Canto Gregoriano" pubblicato nel 1939 e ristampato diverse volte.
Come si può quindi vedere, Flor Peeters si rivela un musicista maiuscolo, di antica e solida scuola, uno degli ultimi grandi esponenti di quella ormai pressochè estinta famiglia che vedeva coesistere in una sola personalità l'organista liturgico, il compositore completo, il concertista di fama mondiale, lo studioso, il ricercatore e l'insegnante rigoroso ed appassionato.
Peeters durante la sua carriera ha inciso una ventina di dischi (tutti LP) in cui possiamo trovare tutto il panorama organistico europeo, da Ockeghem a Tournemire, da Cornet a Buxtehude, da Sweelinck a Messiaen e, ovviamente, una grande parte delle sue composizioni. Nell'archivio privato di famiglia sono inoltre custodite una sessantina di registrazioni su nastro (con musiche di Bach, Franck, Reger, Tournemire e sue composizioni) che speriamo un giorno possano essere riversate su CD e rese pubbliche per rendere un ulteriore speciale omaggio a questa grande figura dell'organo fiammingo in particolare ed europeo in generale.



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