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Sandro Dalla Libera




 Sandro Dalla Libera I ragazzi che oggi si avvicinano al mondo dell'organo probabilmente non conoscono, se non forse per sentito dire, la figura di Sandro Dalla Libera, così come, con ogni probabilità, non si fanno le ossa sui dieci fascicoli del suo "Liber Organi", forse una delle prime raccolte più complete apparse in Italia di musica organistica di tutte le scuole. Ben difficilmente, inoltre, si approcciano -ad esempio- alla Passacaglia (od al Preludio e Fuga in Re maggiore) di Bach tramite le sue revisioni, preferendo, sull'onda modaiola della fiologia ad ogni costo, le edizioni urtext. Simili modo, pensiamo che pochissimi abbiano letto il suo volumetto "L'Organo", pubblicato da Ricordi nel 1956, che costituisce ancora oggi uno dei migliori testi di primo approccio al mondo dell'organo.
Orbene, chi scrive -molto tempo fa- ha fatto tutte queste cose e, per buona misura, possiede anche (e conserva con gelosissima cura) gli unici due dischi LP che Sandro Dalla Libera incise, uno (del 1956) dedicato alle musiche di Frescobaldi e l'altro (inciso nel 1967) a quelle di Andrea e Giovanni Gabrieli.
Possiamo quindi affermare, senza tema di essere smentiti, che siamo cresciuti musicalmente ed organisticamente alla sua scuola ed è quindi con grande piacere che abbiamo ricevuto da Francesco Dalla Libera la notizia dell'avvenuta pubblicazione di un volumetto dedicato a questa importante figura dell'organo italiano, reperibile agevolmente su internet a questo indirizzo. Siamo quindi molto lieti che Sandro Dalla Libera, dopo diversi decenni di oblìo, venga riproposto all'attenzione del mondo organistico ed organologico italiano per quello che effettivamente è stato, compresa la sua notevole statura come organista concertista di grande pregio ed ottima fama.
Sandro Dalla Libera nasce a Zovencedo (Vicenza) nel Marzo del 1912. Dopo aver frequentato l'Istituto Musicale "Canneti" di Vicenza, presso la "Scuola Ceciliana" della stessa città consegue dapprima (nel 1928) il Diploma di "Organista Parrocchiale". Dieci anni dopo si Diploma in Organo e Composizione Organistica presso il Liceo Musicale "Pollini" di Padova dove consegue anche, due anni dopo, il Diploma in Composizione. Si perfeziona poi con Germani a Roma e a Siena e segue anche un Corso di Composizione a Venezia con Malipiero. Nel 1933 viene nominato organista titolare presso la Cattedrale di Vicenza, incarico che terrà fino al 1968. Docente di organo e composizione organistica presso il Conservatorio di Venezia dal 1939 al 1973 (dapprima incaricato e poi titolare), ha insegnato presso l'Istituto Musicale "Canneti" (dove era stato allievo) dal 1937 al 1944, presso il Liceo Musicale "Pollini" di Padova (dove si era diplomato) dal 1947 al 1952 ed al Liceo Musicale "Tartini" di Trieste dal 1952 al 1954. Dal 1973 fino alla sua morte è stato Direttore del Conservatorio di Padova. Dal 1955 al 1958 ha fatto parte del Comitato Direttivo del Teatro "La Fenice" di Venezia, divenendone poi Direttore dal 1962 fino al 1974. Sandro Dalla Libera si spegne al Lido di Venezia il 6 Ottobre 1974.
Come organista, Dalla Libera è poco conosciuto sia in ambito nazionale che internazionale; eppure egli fu un valentissimo interprete, che approfondiva con estrema accuratezza il suo repertorio che comprendeva sempre, come per ogni organista che si rispetti, un panorama che spaziava dai classici fino ai contemporanei. Fin dal suo primo concerto pubblico, tenuto a Camisano Vicentino nel 1929 e fino alla sua ultima performance, avvenuta nel Maggio 1974, nei suoi programmi sono presenti autori di tutti i tempi e di ogni nazionalità. Se nel 1933 egli proponeva al pubblico musiche di Couperin, Daquin, Bach, Liszt, Bossi, Widor e Yon, nel 1942 troviamo sul programma di sala Frescobaldi, Pasquini, Bach, Vierne ed ancora Yon; nel 1951 -oltre ai precedenti- inserisce anche Messiaen. Negli anni seguenti troviamo invece una predilezione per gli autori italiani classici quali Frescobaldi e Gabrieli (da sottolineare il fatto che egli suonò anche ai funerali di Stravinsky e, per l'occasione, propose esclusivamente brani di Andrea Gabrieli) mentre per il suo ultimo concerto del 1974 scelse un repertorio composto da Andrea Gabrieli, Bach, Messiaen e Jehan Alain.
Egli fu sempre molto ben apprezzato per le sue interpretazioni ed è sintomatico il fatto che -nonostante la sua opera di ricercatore si rivolgesse in particolare alla musica italiana classica- egli possedesse una visione di amplissimo respiro che gli permetteva di affrontare un repertorio vastissimo inquadrando sempre ogni autore ed ogni musica nel giusto contesto storico e musicale. E' un vero peccato, a nostro modesto avviso, che non siano state effettuate registrazioni dei suoi concerti (ma erano altri tempi...) perchè costituirebbero sicuramente un perfetto esempio di come un organista che tenga veramente fede alla sua missione non si deve "chiudere" in un ambito ristretto (pur fatte salve le sue personali preferenze) per dedicarsi a tutta la musica organistica, testimoniando così il vero ed autentico spirito della "filologia", che deve essere applicata ed esplicata non "a settori stagni" ma, invece, all'intero repertorio. Ci rimangono, comunque, i due dischi che abbiamo citato in apertura e sinceramente -soprattutto per quello dedicato alle musiche dei Gabrieli, registrato su di un antico positivo veneziano- sotto diversi aspetti sia interpretativi che squisitamente tecnici, preferiamo queste interpretazioni a molte altre recenti, splendidamente realizzate sotto il punto di vista "filologico moderno" ma che -a nostro opinabile parere- difettano di quell'approfondimento musicologico e storiografico che egli, invece, sapeva ben rappresentare.
E la testimonianza di questa sua instancabile opera di ricerca ed approfondimento sta tutta nelle sue pubblicazioni, frutto di accuratissime e profonde ricerche negli archivi soprattutto veneti, che costituiscono ancora oggi una vera miniera di informazioni per gli organisti e gli studiosi che desiderano approfondire la musica rinascimentale veneziana. Citiamo qui solo le sue edizioni dedicate a Frescobaldi (Fiori Musicali, Toccate), Giovanni Gabrieli (trascritte dall'originale intavolatura tedesca), Claudio Merulo (Toccate e Versetti), Andrea Gabrieli (Messe e Toccate) ed altri. Da notare un intero volume del "Liber Organi" (l'ottavo) dedicato interamente a musiche inedite del Settecento Veneziano, tra cui opere di Marcello, Galuppi, Pescetti ed Hasse. E' molto interessante notare come egli proponga queste opere "realizzandone" il basso numerato ed integrandone le parti mancanti (che in quell'epoca venivano lasciate alla discrezione dell'esecutore) per renderle pienamente accessibili. Allo stesso modo, in questo volume vengono proposti alcuni esempi di registrazione organistica direttamente tratte dalle "prescrizioni" di Nacchini e Callido. Da questa estrema cura nelle sue pubblicazioni emerge ben chiara e forte la personalità di profondo ricercatore ed, al tempo stesso, di raffinato e completo divulgatore che fa di Sandro Dalla Libera -senza alcun dubbio- uno dei padri (anche se ormai misconosciuto e quasi dimenticato) dell'attuale scuola organistica italiana.
Nella stessa ottica si pongono anche le sue "revisioni", dedicate soprattutto alle opere di Johann Sebastian Bach, che egli ci presenta accuratamente diteggiate e completate con discrete ma efficaci indicazioni di registrazione, molto utili soprattutto se applicate agli organi di quel tempo, ben lontani dagli strumenti "filologici" e "pseudo-germanici" che da qualche decennio stanno popolando la nostra penisola.
Come saggista, Dalla Libera -oltre al già citato "L'Organo"- pubblicò anche diversi saggi, tra i quali particolarmente degni di nota sono i due volumi dedicati all'arte organaria veneziana, così come numerosi sono gli articoli pubblicati su riviste di carattere nazionale ed internazionale, la maggior parte dei quali anch'essi dedicati all'arte organaria ed alla musica organistica veneta.
Il Sandro Dalla Libera compositore è, invece, molto meno noto. La sua produzione comprende una quarantina di opere (di cui solamente una decina pubblicate a stampa) per la quasi totalità di genere liturgico-religioso e composte per gruppi vocali (a cappella o con accompagnamento di organo) tra cui tre messe, diversi inni ed alcune composizioni d'occasione. Nell'ottica di una rivalutazione di questa figura musicale di grande importanza non sarebbe inopportuna la pubblicazione dei manoscritti ancora inediti.
Come si può ben constatare, Sandro Dalla Libera appartiene a quella ormai dimenticata schiera di organisti italiani del Novecento che, figli di una tradizione solidissima, racchiudevano in loro tutte le più alte qualità del musicista, dell'interprete, del compositore, dello studioso e del divulgatore. Conoscere e capire queste figure è di fondamentale importanza per comprendere un'intera generazione di organisti, nati e cresciuti alla loro scuola e che sono stati (e sono ancora oggi) la cerniera che ha collegato l'organo italiano postriformato con quello attuale, che si è riappropriato delle sue caratteristiche classiche ed ha riscoperto un repertorio anche troppo dimenticato e sottovalutato, integrandolo nel migliore dei modi con la storia organistica ed organaria moderna. Purtroppo -e lo diciamo con dispiacere- le recenti tendenze dettate dal privilegio a tutti i costi di scuole organistiche ed organarie assai differenti dalla nostra hanno da una parte condizionato in modo esagerato le giovani generazioni di interpreti e, dall'altra, rinchiuso nel ripostiglio dell'oblìo moltissime figure che, come Sandro Dalla Libera, si sono rivelate fondamentali per l'organo italiano e per la sua musica.
L'opuscolo realizzato da Francesco Dalla Libera per l'associazione "Amici della Musica" di Padova ricolloca al giusto posto una di queste figure e di questo gliene siamo riconoscenti. E' solo un piccolo esempio, ma il Tempo è sempre galantuomo e le "mode" passano. Siamo pertanto certi che in un futuro assai prossimo tutto quel grande periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento riprenderà adeguatamente il suo posto nella storia musicale italiana, così come giustamente deve essere.



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