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Cameron Carpenter (evolution)




 Cameron Carpenter Qualche anno fa trattavamo, da questa stessa pagina, un giovane organista statunitense di grandi promesse e di spettacolari qualità tecniche, musicali ed artistiche che risponde al nome di Cameron Carpenter.
In chiusura della trattazione, sottolineando tutte le sue stupende doti, ci auguravamo che egli approfittasse della sua giovane età per dedicarsi non solo agli aspetti più "spettacolari" dell'arte organistica ma anche all'approfondimento della storia, della filologia e dell'ispirazione dei brani che egli suonava; allo stesso modo ci auguravamo che egli, in occasione delle tournées europee che avrebbe compiuto, provasse gli strumenti storici del nostro vecchio continente per capire meglio -e quindi evolvere la sua cultura organistica ed organaria- tutto quel mondo musicale in cui egli sguazzava come un bambino nel paese delle meraviglie senza coglierne le motivazioni, le cause e la vera essenza; in una parola, ci auguravamo che questo splendido organista "capisse" il senso di quello che stava facendo, soprattutto quando si approcciava ad una musica (come ad esempio quella di Bach) che traeva motivazioni ed origini da un mondo totalmente diverso da quello in cui egli era solito calarla. Solo in quel modo, dicevamo allora, egli sarebbe diventato un vero "grande" organista e non sarebbe rimasto il solito "fenomeno da baraccone" americano.
Oggi, a distanza di qualche anno, siamo andati a vedere se effettivamente i nostri auspici abbiano trovato una concretizzazione e, ci spiace davvero doverlo dire, abbiamo dovuto, con grandissimo rammarico, constatare che il giovane Cameron, se da una parte ha ulteriormente raffinato e reso per certi versi "incredibile" la sua maestria tecnica, non ha capito (o, peggio, non ha voluto capire) che non basta fare il saltimbanco su di una consolle per essere un vero "grande organista".
Certamente, i canoni che danno celebrità e fama negli Stati Uniti non sono gli stessi che vigono nel vecchio mondo. Il "popolo" statunitense è, notoriamente, "di bocca buona" e tra una Toccata e Fuga in Re minore interpretata secondo tutti i dettami della filologia organistica (in cui probabilmente si annoierebbe a morte) ed una Toccata e Fuga "rivista e corretta" dal baldo Cameron certamente si entusiasma per la seconda. Ma non sono questi i parametri secondo cui si giudica un interprete, almeno qui da noi. Per interpretare, ad esempio, la musica di Johann Sebastian Bach bisogna conoscere molto a fondo la storia della musica europea, la situazione religioso-politica della Germania di quei tempi, approfondire le tematiche della musica nell'ambito del culto protestante (la produzione organistica del Kantor è infatti tutta basata su questo tipo di concetto musicale), conoscere l'evoluzione strumentale di quel periodo, avere bene presenti le caratteristiche tecniche e foniche degli organi su cui Bach costruiva le sue composizioni, considerare il contrappunto come la "summa" di un discorso musicale che affonda le sue origini nella polifonia vocale rinascimentale... Insomma, bisogna "studiare", approfondire, scavare, ricercare e trovare tutte quelle motivazioni e quelle condizioni storico-musicologiche che sono alla base di quelle composizioni e che, di conseguenza, le permeano e le intridono. Non si pretende, ovviamente, che tutte le più nascoste minuzie vengano comprese, ma si pretende -quello si- almeno una visione della storia della musica che consenta di affrontare l'interpretazione di quelle musiche in un ambito di accettabile correttezza. A questo proposito è illuminante il paragone con un altro grande virtuoso dell'organo statunitense, Virgil Fox. Anch'egli era figlio della cultura tutta "americana" dello spettacolo, ma se è assolutamente vero che quando voleva "stupire con effetti speciali" ci proponeva Bach con campane, voci celesti e tutti gli artifizi per entusiasmare il volgo, è altrettanto vero che quando sedeva alle consolles dei grandi organi germanici ed europei traeva dal suo enorme bagaglio tutte le armi di una cultura musicale veramente profonda, che gli consentivano di esprimersi in performances assolutamente maiuscole quanto a correttezza e filologia.
Cameron Carpenter, tecnicamente, ci pare anche più dotato di Virgil Fox, ma la sua recente evoluzione non gli assomiglia. Fortunatamente è ancora molto giovane ed ha ancora tutto il tempo per diventare davvero "qualcuno" senza purtuttavia rinunciare a nulla delle sue peculiarità e, anzi, con la grandissima possibilità di dedicarle con maggior cognizione di causa alla musica, per la quale egli è sicuramente nato.
Per questi motivi gli diamo una seconda possibilità, anche se da come stanno andando le cose non pensiamo che egli voglia approfittarne, per diventare davvero, senza se e senza ma (e le capacità le ha tutte), uno dei più grandi organisti del Mondo. Se la sua maturazione personale ed artistica lo porterà a lasciare un po' più da parte gli orpelli dello starsystem americano, il trucco pesante, gli abbigliamenti stravaganti e l'atteggiamento da "bad boy" che tante (e tanti) fans gli procurano per dedicarsi di più alla "Musica" intesa come arte non esclusivamente circense avremo senza alcun dubbio uno dei più grandi interpreti di tutti i tempi. Diversamente -e ce ne dispiacerebbe veramente tantissimo- non potremo che considerarlo l'ennesimo, uno fra i tanti, "fenomeno da baraccone americano". E sarebbe un grande torto che egli farebbe prima di tutto a se stesso.
Per chiudere, vi proponiamo (da Youtube) la sua versione "evolution" della Toccata e Fuga in Re minore di Bach, versione che alcuni puristi hanno già denominato "Taroccata e Fuga" ed in cui il buon Cameron da sfoggio di tutta la sua spaventosa tecnica. A voi il giudizio.




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