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Musiche per Organo di Grimoaldo Macchia




Grimoaldo Macchia - Liturgic Organ
Organista: Crescenzo Grifone
Organo Chiesa di S. Michele Arcangelo e S. Maria Goretti di Aprilia - Italia
Edizioni Musicali Sonitus - SON 126/10 - DDD - 2011

Succede sempre più raramente di poter recensire produzioni che riguardano musiche organistiche contemporanee italiane; siamo stati perciò particolarmente e piacevolmente interessati da questo disco, che ci presenta una selezione di brani tratti dalla produzione di Grimoaldo Macchia, compositore romano molto attivo nel panorama musicale italiano e profondo conoscitore dell'organo e della sua musica. In questo disco ritroviamo quell'ispirazione che fu alla base della rinascita della musica organistica del primo Novecento, il Canto Gregoriano. In effetti l'aria che si respira ascoltando queste composizioni ci riporta alle fondamenta della musica liturgica che, come giustamente dice l'autore nelle note a corredo, diventa "preghiera liturgica" e contribuisce a creare nell'uomo la giusta condizione e la serenità per pregare, meditare ed entrare in comunione con il Divino. Queste sono le fondamenta, solidissime, su cui Macchia costruisce le sue composizioni, che -come si può ascoltare nel disco- spaziano ampiamente attraverso diversi generi e stili compositivi, dimostrando come ogni discorso musicale, se giustamente indirizzato, può splendidamente porsi al servizio di una liturgia che nei decenni passati si è voluta spogliare della sua dignità musicale per rivestirsi degli stracci della musica leggera.
Grimoaldo Macchia si rivela un profondo conoscitore dei percorsi della storia della musica europea, dai quali estrae l'ispirazione compositiva su cui costruisce brani di grande spessore formale e di notevole impatto emotivo, senza mai venire meno alla loro destinazione essenzialmente liturgica; sotto questo punto di vista egli segue efficacemente le orme dei grandi compositori-organisti "liturgici" europei ed italici che nel passato hanno "piegato" alle finalità del servizio divino le più svariate forme musicali, sfuggendo alle velleità spettacolari ed essenzialmente "concertistiche" di una produzione che nel Novecento ha notevolmente perduto di vista il fatto che l'organo è -essenzialmente e tradizionalmente- uno strumento liturgico.
Alcune delle composizioni presentate in questa incisione sono tratte da raccolte tematiche specificatamente dedicate alla liturgia mentre altre sono espressamente dedicate ad eventi specifici e particolari. Il disco si apre con una Entrée, una classica "marcia processionale" dal maestoso incedere che subito ci apre alle sonorità più solenni dell'organo e che snodandosi attraverso modulazioni e sofisticate riprese del tema si conclude in modo veramente grandioso. Il Choral Song che segue è una breve meditazione sul tema dello "Stabat Mater" struggentemente cantato dalla Tromba mentre un elegante contrappunto lo sostiene con pregevoli effetti di risposta. Un Grand Choeur di impostazione spiccatamente francese, che ci ricorda da vicino simili composizioni di Guilmant, si presenta nella classica forma A-B-A, con una prima parte assai solenne a cui fa seguito una seconda parte in contrappunto che si evolve in una progressione armonica che introduce la parte finale, che riprende l'andamento iniziale per concluderlo in assoluta grandiosità. Il contrappunto classico è invece il filo che lega le tre composizioni che seguono, le Tre Fughe Brevi a quattro voci. La prima è basata sul tema della "Salve Regina", la seconda sul tema della "Tota Pulchra" e la terza su quello della "Regina Coeli". In questi brevi brani troviamo un contrappunto di solida fattura che viene sapientemente arricchito da formulazioni armoniche tipicamente postromantiche che li rendono splendidi per l'utilizzo liturgico come Preludi o Postludi al canto delle rispettive antifone. Segue l' Orgeltrio, dove al classico andamento del trio, introdotto da un gioco di intriganti modulazioni tra voce mediana e pedale, si sovrappone, al soprano, una linea melodica in cui il tema dell'"Ave Maria" gregoriana viene esposto con gradevolissime fioriture in un'atmosfera di grande serenità. Il brano seguente, Organ Fanfare, è a nostro parere uno dei più interessanti del disco. Ad un'introduzione brillante costruita su frammenti tematici del "Regina Coeli", spiccati da Ripieni ed Ancie, segue un breve sviluppo del tema che introduce la fanfara vera e propria, che arieggiando simili composizioni "britanniche" ci propone il tema solennemente cantato dalle Trombe (e qui, veramente, si sente la mancanza in quest'organo di un paio di quelle "Imperial Trumpets" che farebbero la differenza) e che dopo un breve sviluppo si chiude in modo veramente solenne. Il Recessional, sul tema dell' "Ave Regina Coelorum", è un altro brano di carattere solenne, quasi un'improvvisazione, che ottimamente si adatta alle esigenze della liturgia. I due brani che seguono fanno parte delle composizioni realizzate in occasione di specifici eventi. la Semeraro's March è stata composta in occasione di una visita vescovile presso la Parrocchia di S.Giuseppe Artigiano di Pomezia mentre la Toccata et Fuga for a solemn day è stata composta in occasione della dedicazione di un altare della Cattedrale di Albano da parte del Pontefice Benedetto XVI nel 2008. Se nel primo brano ritroviamo l'ispirazione propria della Fanfara e della Marcia, nella seconda troviamo una toccata che nella parte iniziale presenta ampi riferimenti alle toccate francesi romantico-sinfoniche per poi "aggregarsi" formalmente nei canoni delle grandi toccate bachiane; il materiale tematico qui utilizzato diventa poi il tema della Fuga, caratterizzata da un ampio sviluppo che anch'esso riporta direttamente agli stilemi bachiani e si conclude, dopo un breve stretto, in modo classicamente "francese". L'improvvisazione sulla Regina Coeli è un brano molto caratteristico che ad un'introduzione spiccatamente "effettistica" fa seguire un interessante sviluppo in cui il tema gregoriano viene trattato in modo molto libero, rivelandoci anche le spiccatissime doti di improvvisatore dell'autore. La Solemn Melody on Alma Redemptoris Mater è un sereno corale che ad uno sviluppo di tipo "classico" unisce indubbie particolarità armoniche di grande suggestione. Seguono due Toccate, la prima sulla "Victimae Paschali" e la seconda sul "Veni Creator". La prima presenta un andamento brillante in cui diverse sezioni si susseguono in modo incalzante ed in cui le varie frasi del tema vengono proposte ora come melodia, ora come cellule melodiche per figurazioni di notevole impatto. La seconda è un'altra breve toccata di stile squisitamente "francese" romantico in cui il tema dell'Inno (che per sua intrinseca costruzione melodica si presta magnificamente alle più svariate variazioni) si snoda brillantemente fino ad un finale "alla Duruflé". Il disco si conclude, e non poteva liturgicamente essere diversamente, con il Te Deum, che si rivela essere uno dei brani più apprezzabili sia dal punto formale che dello sviluppo armonico; in questo brano, strutturato in episodi diversi e spesso contrastanti, troviamo echi di estrazione diversissima che, sapientemente miscelati ed assemblati, concludono in vera bellezza il disco.
Grimoaldo Macchia, pianista, organista, arrangiatore, direttore d'orchestra e compositore, si rivela qui un interessantissimo musicista. La sua attività spazia ampiamente in diversi campi, tra i quali anche la "computer-music", e la sua produzione è molto apprezzata sia in Italia che all'estero. In questo disco egli ci presenta una delle sue molteplici facce, quella esplicitamente dedicata all'organo ed alla liturgia, e ci dimostra che l'organo italiano non è, come sembrerebbe, morto e sepolto ma che può vivere e rivivere senza nulla cedere della sua dignità artistica e musicale nell'ambito liturgico a patto che sia adeguatamente considerato e valorizzato "in primis" dagli esponenti del Clero e, a seguire, da musicisti che abbiano la cultura, la passione e lo spirito giusti per fare in modo che questo strumento riprenda il posto che gli compete.
L'interprete, Crescenzo Grifone, diplomato a Campobasso con Di Lernia, è un ottimo organista che si è fatto diverse esperienze presso chiese e basiliche della nostra Capitale prima di assumere l'incarico di Kantor ed organista presso la Svenska Kyrka di Svärdsjö, in Svezia. In questo disco egli ci dimostra di possedere una splendida tecnica ed una notevole capacità di "interpretare" e porgere il messaggio musicale che è contenuto in queste opere. Grintoso nei brani solenni, spigliato nelle arditezze esecutive e fortemente introspettivo nei passaggi intensi e meditativi, Grifone ci presenta, oltre alle sue diverse altre doti, una capacità di lettura notevole, che apprezziamo in modo particolare e che gli ha meritato lodi ed ampi consensi in campo internazionale.
Lo strumento utilizzato per questa incisione (effettuata nel mese di Agosto dello scorso anno 2010) è stato realizzato nel 2003 da Michelotto e presenta una discretamente ampia tavolozza timbrica disposta su tre tastiere e pedaliera. Su di una base squisitamente italiana, innesta diverse voci caratteristiche che ne completano assai bene il carattere complessivamente "eclettico". Ottimo strumento, perfetto per l'interpretazione di queste musiche; l'unico appunto che possiamo muovergli (ma non è colpa sua) è di non essere stato accordato accuratamente prima e durante l'incisione, cosa che in diversi punti del disco si sente in modo troppo evidente.
La presa di suono è molto buona, con una presenza importante dello strumento sia nei fortissimo che nelle parti più delicate; molto buona la resa ambientale, che restituisce una giusta spazialità, ampia ma mai dispersiva. Molto buono il lavoro di post-produzione e di realizzazione del master, così come molto soddisfacente è la veste grafica ed il libretto a corredo, ricco di illustrazioni, assai esauriente e con testi in italiano ed inglese.
Aspettando Grimoaldo Macchia alla prova di composizioni organistiche di più ampio respiro, riteniamo questo disco molto interessante, che consigliamo volentieri ai nostri amici lettori e che riserverà piacevoli sorprese a tutti gli estimatori dell'organo liturgico.



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