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Organo Mistico e "Progressivo"




Marco Lo Muscio - The Mystic and Progressive Organ
Organista: Marco Lo Muscio
Organi: Chiesa di S.Paolo entro le mura di Roma - St. Peter und Paul Kirche di Zurich e Organ Hall di Chelyabinsk
Edizioni Musicali Erreffe - RF 1051 CD - DDD - 2010

Abbiamo recensito non molto tempo fa su queste pagine un interessantissimo DVD (The Mystic and Esoteric Organ) dell'amico Marco Lo Muscio in cui egli ci presentava un repertorio dedicato all'aspetto più mistico ed esoterico dell'organo, formato da brani di sua composizione e da altri brani di autori più e meno noti, in un panorama assai inusuale per gli appassionati di questo strumento. Il CD che recensiamo oggi è una specie di continuazione del discorso iniziato in quel DVD, mantenendo ferma l'ispirazione mistica della musica ma spostando il discorso nell'ambito di una delle correnti più conosciute della musica contemporanea, la "Progressive Music". Questa corrente musicale, elaborata dapprima nel campo del Rock e sviluppatasi poi anche in ambiti musicali diversi, presenta alcune particolarità interessanti, la più apprezzabile delle quali, a nostro parere, è l'aperta influenza che essa subisce da generi musicali molto diversi tra di loro (musica classica, folk, jazz, blues, musica elettronica e sperimentale, ecc.) che vengono per così dire "omogeneizzati" in contesti formali che spesso superano la definizione di "musica colta" per aprire le frontiere a quella che viene definita "musica concettuale", in cui la complessità degli intrecci, la ricerca sonora molto sofisticata, il costante riferimento ad opere letterarie ed artistiche di genere epico o "Fantasy" e la tensione alla creazione di opere, per dirla con D'Annunzio, immaginifiche e di alto spessore culturale, superano le frontiere di una musica storicamente e culturalmente statica per proiettarsi verso orizzonti forse incerti ma di grande interesse e suggestione.
Sotto questo punto di vista, il disco che recensiamo oggi può essere considerato un "concept album" (e ne ha tutte le caratteristiche, compresa l'impostazione grafica) in cui è l'organo ad essere utilizzato secondo le regole di questo genere musicale, che ne esalta le caratteristiche sonore e l'intimo carattere di strumento al tempo stesso mistico per definizione e "visionario" per vocazione, ottenendo risultati che se da una parte faranno storcere il naso ai puristi, dall'altra soddisferanno ampiamente coloro che lo considerano uno strumento vivo e sempre capace, anche per il futuro così come lo è stato per il passato, di essere protagonista di quella che, a prescindere dalle denominazioni e dalle differenziazioni, è e rimane solamente Musica.
In questo disco troveremo nomi che sono molto conosciuti nell'ambito della "Prog Music" e che Marco Lo Muscio inserisce nel suo repertorio seguendo un itinerario artistico, musicale ed espressivo che già aveva iniziato nel DVD precedente. Ritroviamo qui i suoi quattro Mystic Pieces ("The Mystic Bourdon", "Mystic Alleluja in memory of Messiaen", "Cantus Mysticus pro Arvo Pärt" e "Mystic Dance of Fire") e quattro altre sue composizioni, l' Epilogue "Toward the Stars" da "Paradise", ispirato dal Canto del Paradiso di Dante Alighieri, The arrival of Red Death", omaggio al grande Edgar Allan Poe e liberamente ispirato dal suo racconto "The Masque of the Red Death" del 1842, Blues for the Common Man, tratto dalle "Four Ecstatic Meditations" del 2007, in cui ritroviamo gli echi della famosa "Fanfare for the Common Man" di Keith Emerson, il cui tema originale è di Aaron Copland. Le Visions from Minas Tirith - The White Tree sono una "concept suite" ispirata da "Il Signore degli Anelli" di Tolkien ed è formata da sei episodi musicali concatenati senza soluzione di continuità che intendono visualizzare musicalmente diversi aspetti della città-fortezza nella Terra di Mezzo. Oltre a queste sue composizioni, l'interprete ci propone la Prayer of St. Gregory di Alan Hovhaness, compositore statunitense di origini armeno-scozzesi nato nel 1911 e deceduto nel 2000, allievo di Martinu ed attivo a Boston, New York e Seattle nell'ambito della cosidetta "Musica Aleatoria", particolare corrente musicale che lascia al caso o alla libera scelta degli interpreti la "realizzazione" di partiture volutamente incomplete. Questo brano, composto nel 1946 originariamente per tromba ed archi è un interludio dell'opera "Etchmiadzin" e viene qui proposto nella versione per organo solo. Il Vocalise in a minor è tratto dalla colonna sonora del film "La nona porta" di Roman Polanski ed è stato composto dal polacco Wojciech Kilar, apprezzatissimo compositore di colonne sonore anche per notissimi lungometraggi di Francis Ford Coppola e Krzysztof Zanussi. Formulato come un adagio "classico" italiano, questo brano (originariamente per soprano e archi) ci propone una splendida melodia di struggente atmosfera. Il brano seguente è (sorpresa!) la colonna sonora di "Profondo Rosso" (composta dai Goblin) e la rielaborazione è opera dell'organista "progressive" Paolo Lazzeri, molto attivo nell'ambito della musica "neogotica" e leader del gruppo "Three Monks", che vede l'organo a canne come protagonista assoluto di questa particolare realtà musicale che invitiamo i nostri lettori più curiosi ed interessati a scoprire ed apprezzare. Del norvegese Jan Garbarek avevamo potuto apprezzare nel DVD un arrangiamento di Cristobal De Morales; di lui Marco Lo Muscio ci propone qui un brano composto nel 1990 e tratto da "I Took up the Runes" dal titolo Molde Canticle, ispirato dai nordici paesaggi naturali norvegesi. Questi sono i brani eseguiti alla consolle dell'organo della St. Paul within the Walls Church di Roma. In appendice al disco troviamo due "Bonus Tracks" registrati "live in concert". Il primo è tratto da un concerto effettuato nel 2008 presso la St.Peter und Paul Kirche di Zurigo ed è la trascrizione-arrangiamento di un brano, Cast adrift, per chitarra sola composto da Steve Hackett, mitico chitarrista dei Genesis. Il secondo brano è tratto dal disco "Emerson Lake & Palmer", primo album del famoso trio pop-rock pubblicato nel 1970. E' il primo movimento (Clotho) del brano "The three Fates", composto già in origine per organo a canne e che qui viene riproposto dall'interprete durante un concerto del 2004 all'organo della Organ Hall di Chelyabinsk.
Marco Lo Muscio, di cui abbiamo già sciorinato nelle precedenti recensioni il pregevole curriculum artistico, è un musicista che può vantare una conoscenza assai vasta sul repertorio classico (di cui è pregevolissimo interprete) che ha allargato il suo campo di azione a diversi altri generi musicali maturando una sensibilità che gli consente di dedicarsi con ottimi risultati ad aspetti meno "consueti", esplorando campi apparentemente avulsi dal contesto organistico tradizionale ma che ci presentano aspetti oltremodo interessanti, spesso tutti da scoprire.
A parte le "Bonus Tracks", lo strumento utilizzato per questa incisione (e prediletto dall'organista per le sue performances) è un Mascioni tre tastiere del 1963, realizzato in uno dei periodi migliori dell'attività di questa casa organaria, che pur nella compattezza dei suoi corpi fonici presenta una varietà di colori e di sfumature che sembrano "pennellate" appositamente per questo genere di musica.
Le incisioni sono di ottimo livello, la presa di suono è molto accurata e privilegia in modo particolare la resa dei timbri dell'organo sia nel loro insieme che singolarmente. Editing e post-produzione si rivelano molto accurati, così come la realizzazione complessiva ci presenta un disco di ottima fattura. Perfettamente in linea con il genere musicale è la grafica, molto bella ed accattivante, di Davide Guidoni così come è assai gradevole ed interessante, sia graficamente che testualmente, il libretto a corredo redatto, come ben si addice a questo genere di produzioni discografiche, nella sola lingua inglese.
Consigliamo volentieri questo CD agli a tutti gli appassionati dell'organo che desiderano approfondirne anche gli aspetti meno usuali e tradizionali per esplorarne frontiere nuove, diverse e di grande interesse.



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