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Due Organi di Cavaillé-Coll




Orgues Historiques - 2 Cavaillé-Coll
Organista: Domenico Severin
Organi dell' Église St.Pierre e della Chapelle de Conflans di Charenton-le-Pont (Francia)
Syrius - SYR 141445 - 2CD - DDD - 2011

Il doppio CD che recensiamo oggi ha una duplice valenza. Da una parte ci offre una salutevole immersione nelle radici più essenziali della produzione organaria di Cavaillé-Coll, trattando due strumenti di piccole dimensioni che rappresentano una spettacolare sintesi degli ideali timbrico-fonici del grande organaro francese dell'Ottocento e dall'altra -in un connubio azzeccatissimo tra strumenti e musiche- ci presenta quattro tra i più grandi esponenti della musica organistica europea di quell'epoca: Camille Saint-Saëns, Alexandre Guilmant, Théodore Dubois e Filippo Capocci.
I due organi utilizzati per le incisioni si trovano in due chiese di Charenton-le-Pont e sono vere e proprie "chicche" organarie. Chi scrive spesso ha espresso il concetto che per comprendere veramente la filosofia di un organaro il metodo migliore sia quello di studiarne gli strumenti piccoli e non, come invece spesso si fa, i grandi organi. In effetti, se le disposizioni foniche dei grandi strumenti spesso sono ridondanti e talora "aggravate" di sonorità che spesso tendono a rendere più "magniloquente" la personalità dell'organo, le disposizioni foniche degli organi piccoli -proprio a causa della loro essenzialità- ci rivelano -e mettono a nudo- le filosofie che stanno alla base dell'opera dei vari artefici.
In questo caso i due strumenti, entrambi con due tastiere, pedaliera e ridotta tavolozza fonica, ci presentano una perfetta sintesi dell'ideale sonoro che Cavaillé-Coll poneva a fondamento dei suoi strumenti. Scorrendo le due disposizioni foniche si possono notare diverse particolarità. Una di esse è la pressochè totale mancanza di mutazioni sia semplici che composte. A questo proposito è rilevante sottolineare come nello strumento più grande (quello della chiesa di St.Pierre) non ci sia neppure una fila di Ripieno (mentre in quello più piccolo ce ne siano solo tre sul Recitativo (!)). Una costante è il fondamento della base fonica del Grande Organo sul Bordone di 16 piedi, così come i Flauti utilizzati sono esclusivamente quelli più "coloristici" e di effetto (Armonico ed Ottaviante). Come Fondi di Principale (sempre ed esclusivamente al Grande Organo) troviamo solamente una Montre di 8 ed un'Ottava di 4. Se poi consideriamo la dimensione degli strumenti, è notevole la presenza di ancie; nell'organo più grande ce ne sono addirittura cinque (due al Grande Organo e tre al Recitativo) mentre in quello più piccolo ne troviamo due al Recitativo. Gamba e Voce Celeste sono fisse al Recitativo mentre Salicionale e Ottavino vanno a completare l'organo più grande ed un Corno di Notte (peraltro non originale ma aggiunto in seguito presumibilmente da Mutin) integra il recitativo dell'organo della Chapelle.
A nostro modesto parere è l'organo più piccolo (quello della Chapelle de Conflans) e più "vecchio" (costruito nel 1866) che meglio rappresenta la base organaria di Cavaillé-Coll. Se non consideriamo il Corno di Notte (aggiunto in seguito), su soli dieci registri nominali (12 reali) troviamo totalmente "sventagliata" tutta l'estetica organaria romantica francese in tutta la sua pregnanza stilistica ed in tutta la sua magnificenza. Non stupisce qui, infatti, contare al Grand Orgue solo 4 registri mentre i sei del Recitativo stanno a significare quanto importanti per quel tipo di estetica fossero i registri coloristici, orchestrali e di effetto. Nel secondo organo, invece, realizzato 25 anni dopo (nel 1891), pur ritrovando fermissime e solidissime queste basi, possiamo osservare un'evoluzione in senso più "solido" del Grande Organo (ove troviamo otto registri) mentre l'impianto di base del Recit è perfettamente identico al precedente.
Queste caratteristiche fonico-timbriche sono talmente significative che su questi strumenti si possono meravigliosamente suonare musiche di autori che solitamente vengono presentate su strumenti ben più grandi e che -se possibile- su queste tastiere assumono un significato assai più "intenso" in relazione alla loro ispirazione musicale, che in queste sonorità trova un'originalità assolutamente fisiologica e naturale.
I quattro autori presentati in questo doppio disco sono non solo coevi ma anche pressochè coetanei. Guilmant e Dubois nacquero infatti entrambi nel 1837, Saint-Saëns nacque solo due anni prima e Capocci tre anni dopo. Oltre alla stretta contemporaneità, questi musicisi ebbero tutti la caratteristica di vivere intensamente il periodo più florido del romanticismo organistico europeo pur ognuno secondo sensibilità diverse che contribuirono a diversificarne l'evoluzione verso quella che sarà poi la grande musica post-romantica del primo Novecento. Questi quattro personaggi furono molto legati tra di loro sia per questioni di conoscenza ed amicizia personale che per un'intensissima attività di confronto musicale; sono numerosissimi i brani che Guilmant dedicò a Capocci e viceversa ed entrambi furono tra i protagonisti delle inaugurazioni dei due organi italiani che aprirono la strada alla Riforma organistica italiana: il Merklin 1881 della chiesa di S.Luigi dei Francesi in Roma ed il Trice 1890 della basilica dell'Immacolata Concezione di Genova, primo strumento realizzato in Italia con trasmissione elettrica.
Domenico Severin non avrebbe quindi potuto scegliere meglio un repertorio che -riproposto su questi due splendidi organi- ci testimonia la solidità e la bellezza dello "zoccolo duro" della musica romantica organistica e ce ne presenta gli innumerevoli collegamenti che ne hanno caratterizzato l'evoluzione sia in Francia che in Italia. In tutti i casi è ben presente l'ideale fonico dell'organo-orchestra, trattato in modo spiccatamente "pianistico" (Saint-Saëns), oppure mediante un forte formalismo quasi accademico (Dubois), in un'ottica di sinfonismo poliedrico e multicromatico specchiato in molteplici sfaccettature per un utilizzo spiccatamente liturgico (Guilmant) ed, infine, abbondantemente condito (ed impreziosito) da quel lirismo tipicamente italiano che ne costituisce uno splendido valore aggiunto (Capocci).
Nel primo CD, inciso alla consolle dell'organo di Saint-Pierre, troviamo Dubois e Saint-Saëns. Del primo possiamo ascoltare il Prelude, l'Offertoire, lo splendido "In Paradisum" (dedicato a Marco Enrico Bossi), il Preludio e Fuga (dedicato a Capocci) ed il Fiat Lux. Del secondo ci viene proposta la Fantasia Op. 101, l' Allegro Giocoso" e tre Preludi e Fughe (Mi maggiore, Mi bemolle maggiore e Si maggiore).
Nel secondo disco Severin ci delizia con sei brani di Capocci (Solo di Flauto, Solo di Oboe, Marcia, Melodia, Capriccio e Fantasia) per poi concludere con sei pezzi di Guilmant (Andante con moto, Scherzo, Elegia-Fuga, Larghetto, "Ecce panis angelorum" e l'assai nota Marche au flambeaux).
Il risultato che esce da questo connubio assolutamente perfetto tra musiche e strumenti è un affresco importante e quanto mai significativo di un periodo dell'organo europeo che, al di là del significato squisitamente artistico e musicale -qui magistralmente rappresentato e proposto in ogni sua sfaccettatura-, apre una finestra particolarmente chiarificatrice su di un percorso artistico e musicale che da questi quattro musicisti si dipanerà verso quelli che saranno da una parte i grandi post-sinfonici francesi e dall'altra la grande scuola italana organistica (e non solo) del primo Novecento, che svolgerà un ruolo fondamentale nella nascita e nel successivo sviluppo della Riforma Ceciliana, fornendo idee e linfa nuova per l'evoluzione della musica liturgica e religiosa del nostro Paese.
Domenico Severin, anche qui come in tutte le sue incisioni che abbiamo recensito in passato, si dimostra un attento analista ed interprete non solo di questo periodo particolare della storia dell'organo, ma anche di tutti gli aspetti storico-musicologici che ne hanno caratterizzato la nascita e l'evoluzione, proponendoci interpretazioni tecnicamente perfette e musicalmente assai approfondite, cogliendo nelle minime pieghe tutte quelle caratteristiche che collegano in profondità queste produzioni musicali costituendone un quadro completo e strettamente interconnesso e rappresentandone nella giusta misura gli intensi -ma spesso difficili da cogliere compiutamente- legami, palesandocene inoltre i forti legami col passato ed anticipandone le future evoluzioni. Possiamo dire qui, ed è opinione personale ma, riteniamo, assai condivisibile, che egli sia attualmente uno dei maggiori esponenti di una scuola organistica che dedica ad un particolare periodo musicale (l'Ottocento ed il Primo Novecento) una fortissima attenzione ed un approfondimento stilistico, musicale e filologico che prima d'ora raramente si era potuto riscontrare, portando avanti un discorso di riscoperta e di "rinascita" che, incisione dopo incisione, va a porre al giusto posto le diverse tessere di un mosaico che, una volta ultimato, sicuramente porrà alcune parole definitive su di un periodo dell'organo europeo fino ad oggi troppo sbrigativamente considerato.
Degli strumenti abbiamo già parlato. Aggiungeremo solo, a questo proposito, che entrambi sono stati abbastanza recentemente restaurati (quello della chiesa di St.Pierre nel 1988 da Maciet e quello della Chapelle da Fossaert nel 2008) e riportati alle condizioni originarie, recuperando e restituendo in tutta la sua magnificenza un ideale fonico-timbrico che ha fatto la storia dell'organo europeo.
Le registrazioni sono state effettuate nel mese di Maggio dello scorso anno 2011 e la presa di suono, agevolata anche dalle ridotte dimensioni e dalla compattenza degli strumenti, ce ne restituisce in modo assolutamente perfetto le voci e la personalità. Ottimo, come sempre per le produzioni della Syrius, il lavoro di post-produzione e di montaggio. Molto interessante e ricco di notizie sia sugli autori che sulle musiche e sugli organi è il libretto a corredo, arricchito di belle illustrazioni fotografiche, che presenta il testo in francese ed in inglese.
A nostro parere, un doppio CD molto interessante, assai gradevole all'ascolto e ricchissimo di spunti ed approfondimenti sia per chi desidera saperne di più su questo periodo musicale, sia per chi desidera semplicemente ascoltare buona musica organistica splendidamente interpretata.



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