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Wolfgang Stockmeier - Organ Sonatas n. 3-5-6-7-8




Wolfgang Stockmeier - Organ Sonatas n. 3-5-6-7-8
Organista: Wolfgang Stockmeier
Organo della St.Joseph Kirche di Osnabrück
CD - DDD - CPO Records - cpo999130-2

La Sonata per Organo ha origini antiche, ma è stata, per così dire, apprezzata soprattutto nell'epoca barocca (ricorderemo qui soltanto le bellissime Sonate di Carl Philipp Emanuel Bach) e nell'Ottocento, dove ha assunto un ruolo preponderante nella produzione organistica europea grazie alle composizioni di Rheinberger (che può essere considerato, a buona ragione, il maggior esponente di questo genere nell'epoca postromantica), di Lachner e di altri musicisti, quasi tutti appartenenti all'area mitteleuropea. Bisogna dire che dagli inizi del Novecento, la Sonata per Organo intesa come genere musicale ha perduto molta della sua importanza, così come, d'altra parte, è avvenuto per la Forma Sonata in genere. E' quindi abbastanza raro trovare autori contemporanei che si dedichino a questo genere musicale ma sicuramente Wolfgang Stockmeier è uno di costoro, e quella per la Sonata per Organo è una delle sue passioni più profonde, poichè già nel 1957 egli si è laureato con una tesi dal titolo "La Sonata per Organo contemporanea in Germania".
Nato nel 1931, Stockmeier è uno dei maggiori esponenti di quella grande scuola organistica tedesca cresciuta dalle radici messe a dimora dai vari Reger, Straube e, appunto, Rheinberger. Professore di Organo, Improvvisazione, Teoria Musicale presso l'Accademia Superiore di Musica di Colonia, Presidente della "Karg-Elert Gesellschaft", direttore dell'Istituto di Musica Religiosa Protestante di Colonia, concertista di fama internazionale e compositore fecondo non solo in campo organistico (ha infatti composto anche musica da camera, orchestrale e vocale), Stockmeier è forse noto al grande pubblico dei dischi come interprete di una interessantissima integrale bachiana (forse la più completa al momento in circolazione, composta di ben 20 Cd) e di un'altrettanto monumentale ed accattivante integrale delle opere di Sigfrid Karg-Elert. Come compositore, invece, ci era finora abbastanza sconosciuto. In questo disco egli ci offre una panoramica completa ed esauriente della sua filosofia musicale, saldamente ancorata e basata sui fondamentali della Sonata per Organo, ma completamente aperta a tutte quelle ricerche e novità espressive che hanno caratterizzato la musica germanica del Primo Novecento e che hanno portato poi all'evoluzione delle nuove scuole organistiche degli anni Settanta, che proprio dal lavoro di personaggi come Stockmeier hanno tratto la linfa vitale per diventare gli avamposti della nuova musica organistica.
Le Sonate di Stockmeier (perlomeno quelle presentate in questa incisione) rispettano rigorosamente la forma tripartita, ma questa, oltre all'unitarietà dei temi, è l'unica caratteristica che le accomuna alle Sonate dei secoli passati. Per il resto, serialità, dodecafonia, intreccio ed alternanza di figurazioni ritmiche, spezzettamento e ridistribuzione tematica, frammentazione di figurazioni e trattamento dei temi secondo i canoni propri della musica contemporanea sono i metodi con cui Stockmeier costruisce la sua musica ed i risultati sono, a nostro modesto parere, molto interessanti.
Sicuramente, queste Sonate sono "difficili" sia dal punto di vista del puro ascolto, che non accontenterà certo chi si attende una musica "armoniosa" nel senso popolare del termine, sia dal punto di vista dell'ascolto "ragionato", poichè questi brani presentano complessità di sviluppo tematico e di formulazione ritmica tali da renderli molto indigesti anche a chi li volesse ascoltare con l'orecchio dell'esperto. Personalmente, nell'impossibilità di poterli ascoltare spartito alla mano, ne siamo rimasti molto ben impressionati, ed abbiamo gradito in modo particolare la Sonata n. 3 (1970), che è una piccola Messa per Organo (Kyrie, Gloria, Credo), la Sonata n. 6 (1986), il cui primo movimento è delicatamente dedicato ai rumori mattutini ed il cui "Fugato" è basato su di un tema formato da una sola nota e la Sonata n. 8 (1989), di cui abbiamo apprezzato moltissimo il Finale, basato sul tema del Veni Creator (tema che peraltro esce assolutamente irriconoscibile dai procedimenti di sviluppo tematico e ritmico adottati dall'autore).
Tecnicamente parlando, questa incisione è molto ben fatta e curatissima. La presa di suono è impeccabile e molto pulita, cosa che rende molto ben presente lo strumento e consente un ascolto molto accurato e preciso in cui tutte le caratteristiche sia della musica che dell'organo vengono adeguatamente valorizzate e sottolineate.
Ottima, infine, la scelta dello strumento (tra l'altro già utilizzato da Stockmeier in altre incisioni), un tre tastiere costruito da Kreienbrink, neppure tanto grande ma con spiccatissime caratteristiche timbrico-foniche che lo rendono perfetto per questo tipo di musica.
In conclusione, un'incisione molto interessante che se da una parte non ci sentiamo di consigliare a chi desidera solamente un ascolto "disimpegnato", dall'altra raccomandiamo molto caldamente ai cultori della musica organistica contemporanea, i quali vi troveranno molto buon pane per i loro denti.



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