Logo Arretrati

Orgelmusik in der Wies, Steingaden, Ilgen und Rottenbuch




Orgelmusik in der Wies, Steingaden, Ilgen und Rottenbuch
Organista: Anton Guggemos
Organi Chiese di Steingaden, Ilgen, Rottenbuch e Wies (Baviera)
CD - Christophorus Entrée Series - ADD - che 0103-2

Come si può vedere dal titolo, la produzione di cui parliamo oggi non è recente, ma risale al 1983. Registrato in analogico, questo disco è stato poi passato in digitale nel 1998 ma dobbiamo dire, in tutta sincerità, che anche ad un ascolto più che attento non vengono mai meno le caratteristiche di pulizia del timbro e di pienezza della sonorità che lo contraddistinguono.
Il tema di questa incisione sono gli strumenti di quattro città della Baviera, organi più o meno storici ma che ben meritano di essere valorizzati. A questo proposito il repertorio è stato accuratamente scelto per rappresentare al meglio le caratteristiche foniche e timbriche dell'organo di Steingaden, costruito da Schmid nel 1964 all'interno di una splendida struttura risalente al precedente strumento realizzato da Horterich nel 1768, di quello di Ilgen, realizzato nel 1724 da un anonimo artefice, dello strumento di Rottenbuch, costruito da Freiwiss nel 1747 e restaurato da Nenninger nel 1962 e, infine, dell'organo di Wies, realizzato da Schmid nel 1959 riutilizzando il materiale fonico di un precedente strumento costruito anch'esso da Horterich nel 1757.
Ed è proprio questo organo che apre e chiude la rassegna presentata in questo disco. Curiosamente, la struttura dei brani vede dieci opere risalenti al Barocco ed al Rococò racchiuse tra due "pezzi di bravura" del primo Ottocento: la Fanfare in Re Maggiore di Lemmens, che apre il disco, e la Toccata in Sol Maggiore di Dubois, che lo chiude. All'interno di questi capisaldi, si dipana un percorso che parte da Georg Böhm (Corale "Vater unser im Himmelreich") e Johann Sebastian Bach (Preludio e Fuga in Sol Maggiore BWV 541), entrambi interpretati alla consolle dell'organo di Steingaden, per arrivare a Gherardeschi ("Versetti Concertati" eseguiti all'organo di Ilgen) passando attraverso il Concerto in Si Minore di Vivaldi trascritto da Johann Gottfried Walther, l'Adagio in Do Minore di Mozart e lo "Schlagstück" di Hiebler, tutti eseguiti all'organo di Rottenbuch. Ancora ad Ilgen sono state realizzate le "Drei Pastorellen" di Kobrich, mentre è lo strumento di Wies che ci presenta gli altri tre "pezzi forti" di questo disco: l'Andante in Fa Maggiore KV 616 di Mozart, la Fantasia in Gusto Italiano di Krebs ed il Tema con Variazioni in Do Maggiore di Haydn.
Come si vede, a parte i due brani ottocenteschi, il repertorio scelto da Guggemos per illustrarci questi strumenti non potrebbe essere più appropriato e rappresenta quel particolare periodo della storia dell'organo che contraddistingue il passaggio dalla musica barocca a quella romantica, dando origine a quello stile che, prendendo spunto dalla musica concertante e galante, verrà definito come "Rococò", e tale termine caratterizzerà anche gli strumenti risalenti a quel periodo.
Ed in questo caso l'interprete ci fa ascoltare e "sentire" le varie fasi di questa evoluzione musicale partendo dal contrappunto rigoroso del Kantor di Lipsia per arrivare ai Versetti Concertati di Gherardeschi i quali, come dice giustamente il loro nome, richiamano ed arieggiano il concertato orchestrale sinfonico di fine Settecento ed aprono ampi orizzonti su quella che sarà la musica organistica del primo Ottocento.
Dobbiamo dire che anche il connubio tra i vari brani ed i quattro organi è stato molto opportuno ed intelligente, sooprattutto per quanto riguarda la scelta delle sonorità più adatte per ogni brano. Se per i brani di Mozart sono stati scelti strumenti le cui sonorità più si attagliano ad un piccolo organo (splendido l'utilizzo del Positivo di Weiss per l'Andante K616), per Bach o per Walther si sono utilizzati strumenti che presentano caratteristiche più spiccatamente "concertistiche". Tutto questo rende molto piacevole lo scorrere dei brani di questo disco, il cui ascolto ci propone sempre nuovi motivi di interesse.
Non guasta alla buona riuscita di quest'incisione neppure il fatto che l'organista Anton Guggemos è "di casa" su questi strumenti. Egli è infatti nato a Steingaden e, dopo aver studiato Filosofia e Teologia, ha intrapreso lo studio della Musica dapprima con Franz Lehrndorfer a Monaco e poi si è perfezionato con Lionel Rogg e, infine, al Mozarteum di Salisburgo. Dal 1973 siede alla consolle dell'organo di Wies e da più di vent'anni dirige le stagioni musicali che si svolgono in quella regione.
In questo disco egli ci dimostra una perfetta padronanza del repertorio ed una splendida famigliarità con gli strumenti su cui lo interpreta. Dotato di robusta e ottima tecnica, che viene fuori nel Preludio e Fuga di Bach, Guggemos ci sciorina anche uno splendido approccio con Mozart, di cui ci rende due splendide "chicche" cesellate a meraviglia. Ma è lo spirito profondo di questa musica che egli comprende in modo splendido, rendendoci nella giusta ottica tutti i brani, approntando un gradevolissimo e gustosissimo affresco di un periodo musicale di cui troppo spesso si perdono i contorni e l'effettiva valenza artistico-musicale.
Personalmente abbiamo apprezzato in modo particolare l'interpretazione dei brani di Mozart, la Fantasia di Krebs e lo Schlagstück di Hiebler, ma, a parte le opinioni e preferenze personali, Guggemos qui dimostra di essere un bravissimo interprete, bravura che peraltro egli dimostra nei suo concerti in tutto il Mondo.
Degli organi abbiamo già detto, ma desideriamo sottolineare come essi siano tutti perfettamente adatti all'esecuzione di queste musiche e di come le loro caratteristiche timbrico-foniche vengano adeguatamente valorizzate e messe in risalto dall'attenta interpretazione di Guggemos.
Come abbiamo detto in apertura, questa produzione è stata registrata analogicamente quasi trent'anni fa ma, contrariamente a quanto ci aspettavamo, questo "difetto" non inficia il risultato finale e, anzi, diremo che il suono è estremamente pulito e splendidamente reso in tutte le sue sfumature. A questo proposito consigliamo, possibilmente, di ascoltare questo disco in cuffia per poter godere al massimo grado dell'accuratezza della presa di suono, che riteniamo veramente ottima.
In conclusione, si tratta di una ottima produzione che, vista la varietà e specificità del repertorio e degli strumenti presentati, riteniamo molto interessante per tutti gli appassionati di organo e musica organistica a cui la consigliamo molto volentieri.



Torna all'Indice Recensioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2010