Logo Arretrati

Four Centuries of Belgian Organ Music




Four Centuries of Belgian Organ Music
Organista: Jean Ferrard
Organo Cattedrale di Bruxelles
CD - Cypres [Sic] - DDD- CYP7507-SIC007

Dopo averne parlato su queste pagine non appena ultimato, nello scorso mese di Settembre abbiamo avuto modo di vedere ed ascoltare dal vivo il nuovo organo Grenzing della Cattedrale di Bruxelles. In quell'occasione abbiamo potuto apprezzare un ottimo strumento, di splendida fattura e di notevole personalità, che pur ricalcando l'impostazione neoclassica che caratterizza l'organaria europea degli ultimi trent'anni, si presta molto bene anche per rappresentare il repertorio romantico, moderno e contemporaneo.
Una testimonianza di queste caratteristiche è ben fornita dal disco che andiamo a recensire, dedicato interamente alla musica organistica belga, che racchiude, come dice bene il titolo, quattro secoli di musica organistica, partendo da Peeter Cornet (1575-1633) per arrivare a Joris Verdin (1952-). Molto appropriatamente, i brani sono stati scelti per mettere in evidenza tutte le possibilità fonico-timbriche di questo nuovo organo che -dobbiamo dire- dal vivo rivela una personalità musicale molto più spiccata rispetto a quella qui registrata ma che nella basseria, nonostante la presenza di un Contra-Posaune da 32 reale, risente gravemente -secondo noi- della mancanza di un labiale profondo che gli dia la corposità e l'amalgama di cui l'ampia tavolozza timbrica delle quattro tastiere necessita.
Si parte dunque dalla "Fantasia Primi Toni" di Cornet, tutta giocata sugli splendidi registri classici che questo strumento può vantare, per proseguire con due brani (Preludium e Fantasia primi toni) di Van Den Kerckhoven, organista e kapellmeister presso la Cappella Reale nella seconda metà del Seicento, la cui produzione vanta quasi quattrocento brani, per lo più di piccole dimensioni e destinati all'utilizzo liturgico ed è abbastanza legata alla musica del secolo precedente. Anche in questi due brani, che rientrano tra la decina di più ampio respiro di questo autore, l'organo Grenzing di Bruxelles fornisce una splendida testimonianza della sua spiccata ispirazione neoclassica.
Dal primo Settecento si salta poi un secolo abbondante per trovare due opere di Jacques Nicolas Lemmens, il Preludio a 5 parti e la Prière. In questi brani è palese l'ispirazione stringentemente romantica, peraltro temperata dalla scuola anglosassone di Hesse, di cui Lemmens fu allievo, e dai primi tentativi di mediare le caratteristiche della musica dell'Ottocento con quelle del Canto Gregoriano. Ed è in questi brani, così come in quelli seguenti, che lo strumento della Cattedrale di Bruxelles dimostra che la sua ispirazione neoclassica è una solida base su cui si innestano foniche e timbriche che gli permettono di rappresentare al meglio anche la letteratura organistica di questo periodo, senza nulla togliere alle sue peculiari caratteristiche e, al tempo stesso, senza gli appesantimenti che spesso gli strumenti spiccatamente romantici necessariamente presentano.
Seguono cinque studi di Clement Loret e la Fantaisie Op. 16 di Franck, musicisti, entrambi, che -non ci stancheremo di ripeterlo per i non addetti ai lavori-, pur avendo legato le loro fortune alla Francia ed agli organi di Cavaillé-Coll, ponendo le basi del romanticismo sinfonico organistico francese, erano belgi. In particolare in questo disco abbiamo potuto apprezzare l'interpretazione della Fantaisie di Franck, che può essere considerata, nel panorama musicale di quell'epoca, uno dei primi veri grandi brani organistici pre-sinfonici composti al di fuori dell'utilizzo liturgico.
Jean Ferrard ci presenta, quindi, l'unico brano organistico di un notevole esponente della musica belga del Novecento: il "Choral" di Albert Huybrechts. Questa figura, molto nota nel panorama musicale belga ma poco conosciuta altrove, ha al suo attivo, nella sua breve esistenza (Huybrechts morì nel 1938 all'età di soli trentanove anni), una produzione musicale essenzialmente dedicata alla musica da camera. Egli non era organista ma questa sua unica opera dedicata all'organo possiede una particolare valenza poichè ci rappresenta una scrittura molto vicina a quella del francese Jehan Alain, la quale, così come anche l'ispirazione, a tratti quasi filoteosofico-trascendentale, ne fa un brano di ampio respiro e di musicalità spazio-temporale decisamente particolare.
Sia in questo brano che nel successivo -e conclusivo- ("Organetto" di Joris Verdin), Jean Ferrard ci da la prova della bontà delle risorse timbriche dello strumento e della sua capacità di sfruttarle al meglio, rendendoci due brani di notevole interesse, soprattutto negli spiccati echi di carattere quasi "sperimentale" che pervadono l'Organetto di Verdin, brano a nostro parere molto bello, da apprezzare mediante un ascolto attento, ripetuto e non superficiale.
Jean Ferrard, diplomato al Conservatorio di Bruxelles e perfezionato a Parigi con Marie-Claire Alain, vincitore di svariati concorsi organistici internazionali e forte anche di una Laurea in Musicologia, è professore di Organo al Conservatorio Reale di Bruxelles dopo esserlo stato per dieci anni fino al 1992 presso quello di Liegi. Concertista apprezzatissimo a livello internazionale, unisce alla sua attività didattico-concertistica anche un'attività di ricerca musicologica, in particolar modo dedicata alla musica organistica belga. In questa incisione, coadiuvato splendidamente dal pregevole strumento, ci dimostra tutte le sue capacità di interprete attento e preciso, dotato di una splendida tecnica e di una capacità di cogliere le caratteristiche intrinseche delle varie composizioni, dalle più antiche a quelle contemporanee, testimoniando una solida continuità con la grande scuola organistica belga, che della ricerca ed accuratezza filologica fa il suo punto di forza e la sua caratteristica principale.
Dello strumento abbiamo già detto in apertura. Intendiamo però qui sottolineare ancora una volta la bontà di questa realizzazione del germano-ispanico Grenzing, che risulta essere uno degli organari più apprezzati e rinomati nel panorama europeo degli ultimi anni e le cui realizzazioni, pur fondandosi su saldi principi neoclassici, non risultano mai banali nè risapute ma rispecchiano sempre e comunque ben spiccate caratteristiche di unicità e di particolarità che fanno di ogni organo uno strumento dalla personalità ben precisa.
Le incisioni di questo disco sono state effettuate nell'Agosto 2000, cioè ad organo appena ultimato e circa un mese prima della sua inaugurazione ufficiale, ed è prodotto, curiosamente, dallo stesso Jean Ferrard. La registrazione risulta molto ben eseguita ed accuratissima nella presa di suono e nella resa delle varie caratteristiche fonico-timbriche dei registri. Non altrettanto valorizzata risulta -a nostro parere- la differenziazione dei piani sonori dei vari corpi d'organo, cosa che se peraltro risulta difficile nell'ascolto "live" per via dello sviluppo verticale dello strumento, mediante un sapiente uso e posizionamento dei microfoni, a nostro parere avrebbe potuto essere resa più marcata nell'incisione discografica. Per il resto, nessun difetto nè rumore di fondo nè imperfezione tecnica caratterizzano questa bella ed interessante produzione discografica, che consigliamo volentieri ai nostri amici lettori ed appassionati di organo e musica organistica.



Torna all'Indice Recensioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2010