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Winfried Bönig an den Orgeln im Hohen Dom zu Köln




Winfried Bönig an den Orgeln im Hohen Dom zu Köln
Organista: Winfried Bönig
Organo Duomo di Colonia
CD - Motette - DDD - CD 12191

Come tutti sappiamo, all'interno del Duomo di Colonia esistono due splendidi organi, entrambi costruiti da Klais. Il primo fu realizzato nel 1948, in occasione del settecentesimo anniversario di fondazione della Cattedrale e fu sistemato nel transetto. Questa sistemazione, che oggi appare abbastanza "stravagante", tenuto conto dei grandi problemi acustici che comporta, fu adottata poichè in quegli anni la chiesa, semidistrutta dai bombardamenti alleati della Seconda Guerra Mondiale, si ritrovava con la navata centrale divisa in due da una barriera alta 45 metri che separava la parte agibile del tempio con quella ancora da ricostruire.
L'organo del transetto fu inizialmente realizzato su tre tastiere e pedaliera con trasmissione elettropneumatica e 68 registri. Nel 1956 lo strumento fu ampliato e portato a quattro tastiere su 86 registri. Un ulteriore intervento di ammodernamento della trasmissione e della consolle fu effettuato nel 1984 ma lo strumento rimase sempre fedele all'impostazione originale di Klais, che si fondava architettonicamente sui dettami del "Bauhaus Style" mentre fonicamente presentava un'interessantissima commistione tra i timbri spiccatamente romantico-orchestrali del primo Novecento e le nuove teorie filologiche dell' "Orgelbewegung".
Nel 1956 fu rimossa la divisione nella navata e la chiesa divenne totalmente agibile. A quel punto la sistemazione dell'organo risultò inadatta, soprattutto per via degli enormi problemi di acustica che si presentarono a causa sia dell'architettura della chiesa che della stessa impressionante potenza fonica dello strumento. Si fecero diversi progetti di spostamento e risistemazione, ma in ultimo si decise che l'organo doveva rimanere al suo posto e che sarebbe stato un'ottima soluzione costruire un secondo organo da sistemare nelal navata centrale.
E così fu fatto nel 1998, nella ricorrenza del settecentocinquantesimo anniversario della chiesa, quando Klais realizzò un altro splendido strumento e lo sistemò nella navata centrale, nella stessa posizione in cui nel Medioevo venivano sistemati gli organi cosidetti "a nido di rondine". La caratteristica di questo strumento, oltre alla sua rispettabile altezza da terra, è di essere sospeso mediante cavi d'acciaio. Nella stessa occasione l'organo del transetto fu avanzato di qualche metro per facilitarne l'espansione del suono. I comandi di entrambi gli strumenti sono poi stati unificati nel 2002 in una consolle di quattro tastiere sistemata nel transetto.
Il risultato è un organo la cui potenza fonica è a dir poco impressionante, e questo disco ce la rappresenta tutta.
Prima di passare alla recensione vera e propria, dobbiamo dire che abbiamo gradito in particolare modo il fatto che questo disco non sia un CD con allegato libretto ma ,invece, un libretto con allegato il CD. In questo modo la parte testuale e fotografica è molto ampia, comoda e gradevole da consultare, anche se abbiamo notato che, chissà perchè, solo due parti del libretto sono tradotte in Francese ed Inglese mentre i testi riguardanti la storia degli organi ed il curriculum vitae dell'interprete sono tradotte solo in Inglese.
Dobbiamo dire subito che il repertorio scelto, se da una parte non ci soddisfa pienamente sotto il punto di vista strettamente "organistico" (saremmo stati veramente curiosi di sentire qualcosa di Bach, Reger e Franck eseguito su questa consolle), dall'altra è perfetto per sfruttare al massimo questa "macchina da guerra organistica" e per farcela gustare tutta.
Si comincia con il Grand Choeur Dialogué di Gigout in cui il dialogo non avviene, come di solito, tra due tastiere, ma tra due organi interi. Se la potenza iniziale sparata fuori dal Langhausorgel (organo della navata) ci ammutolisce, la risposta del Querhausorgel (organo del transetto) ci lascia addirittura senza fiato tanta è la violenza dell'onda fonica che ci avvolge e travolge. Ma l'apoteosi della grandiosità organistica la proviamo nelle ultime battute, eseguite con il "Tutti" di entrambi gli organi uniti. Occhio ai woofers, alle proteste dei vicini e (se ascoltate in cuffia) alle orecchie, perchè si rischia grosso. Quando l'ultimo accordo si spegne dopo otto (!) secondi di eco abbiamo ben chiaro che stiamo combattendo contro uno strumento dalla personalità fortissima, che deciderà lui dove portarci e che non ammetterà obiezioni di sorta.
Segue l' Omaggio a Haendel di Karg-Elert, eseguito all'organo del transetto. I Versetti per il Magnificat di Dupré, invece, Winfried Bönig ce li interpreta tutti all'organo della navata, così come il Preludio e Fuga in Re maggiore di Franz Schmidt. E' poi la volta della splendida "Evocazione alla Cappella Sistina" di Liszt, eseguita sui due organi. Ed è con questo brano evocativo che assieme alla potenza sfacciata di questi organi ne possiamo apprezzare anche la delicatezza e la dolcezza dei timbri più meditativi ed intimistici, che ci confermano che questi strumenti non sono solo destinati a fare fracasso e a stupire l'ascoltatore con effetti speciali, ma anche a svolgere splendidamente bene il loro mestiere di organi liturgici, capaci di far riflettere, meditare e -soprattutto- pregare.
Ma è con i tre brani finali che l'organista ci vuol far gustare tutte le possibilità sinfonico-orchestrali del Querhausorgel. Non possiamo fare a meno di entusiasmarci ascoltando la trascrizione (di Lemare) della Danza Macabra di Saint-Saëns, a cui segue la Rhapsodie dello stesso Lemare e, come gran finale, la trascrizione (di Meyer) della Toccata di Prokofiev. Il tutto in un tourbillon di raffinatezze timbriche che la dicono lunga sia sulle possibilità foniche di questo strumento che sulla spiccata predilezione dell'interprete per il genere della trascrizione (ed anche sulla sua tendenza a fare più chiasso del necessario.... ma questa è una conseguenza psicologica derivante dalla consapevolezza di avere a disposizione cotanta potenza sonora).
Alla fine del disco, satolli di tanta abbondanza fonica, ci alziamo da tavola molto soddisfatti ma leggermente appesantiti. Ci vorrebbe un digestivo, e sicuramente una "Toccata per la Levatione" di Frescobaldi eseguita su di un positivo del Seicento farebbe al caso nostro.
Winfried Bönig, titolare di questi organi dal 2001, ha iniziato a studiare musica a quattordici anni, si è diplomato a Monaco con Franz Lehrndorfer, dal 1998 è professore di organo ed improvvisazione alla Musikhochschule di Colonia e tiene regolarmente concerti e performances in tutto il Mondo. Piglio aggressivo, energia da vendere, spiccata predilezione per il genere sinfonico-orchestrale, tecnica sopraffina, grandissima capacità di "lettura" della partitura e perfetta padronanza del mezzo meccanico ne fanno un interprete maiuscolo, che sfodera tutte le sue doti e qualità in perfetta simbiosi con un paio di cavalli selvaggi (i due organi) che egli riesce facilmente a domare e piegare ad ogni suo desiderio e capriccio.
In chiusura le doverose considerazioni sull'incisione. Sicuramente gli ingegneri del suono che si sono cimentati in questa impresa hanno trascorso diverse notti insonni per risolvere gli enormi problemi acustici derivanti dalla posizione degli strumenti e dall'acustica particolarmente difficile e spaventosamente ridondante dell'ambiente. Ma il risultato finale è veramente splendido. La sistemazione dei microfoni è stata talmente accurata e sapiente, soprattutto nell'incisione dei brani a due organi, che il risultato è praticamente identico all'ascolto "live". Le dinamiche sono accuratamente rispettate mentre l'inevitabile rumore di fondo è ridotto ai livelli fisiologici. Inoltre - e questo è un particolare merito- la perfetta sistemazione dei microfoni non ha reso necessario alcun intervento di aggiustamento del suono in fase di post-produzione.
In definitiva: un disco particolarmente "tosto" ed al tempo stesso affascinante che consigliamo caldamente ai nostri lettori, ai quali peraltro raccomandiamo di gustarlo a piccole dosi, per poterlo apprezzare meglio ed evitare pericolose indigestioni di decibels.



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