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L'Organo della Chiesa di di S. Martino Vescovo di Azeglio




Antichi Organi del Canavese
Chiesa di di S. Martino Vescovo di Azeglio

Organista: Roberto Cognazzo
Clarinettista: Rocco Parisi
CD - Edizioni Leonardi Milano - DDD - LEOCD 029

Ed eccoci nuovamente qui per commentare un'altra bella ed interessante produzione delle Edizioni Leonardi di Milano, che per la collana Antichi Organi del Canavese ha edito questo splendido disco dedicato ad un altro importante strumento, realizzato dai Serassi per la chiesa di San Martino di Azeglio. Nel solco di una tradizione ormai consolidata negli anni e confortata dal grande successo delle produzioni precedenti, anche questa volta Adriano Giacometto e Roberto Ricco hanno cavato una meraviglia dal cilindro, proponendoci un disco di trascrizioni operistiche eccezionalmente interpretate dall'inossidabile Roberto Cognazzo e dallo splendido Rocco Parisi al Clarinetto Basso. Inutile dire che il risultato della collaborazione tra questi due musicisti e lo splendido Serassi, da pochi anni completamente restaurato, è assolutamente vincente ed avvincente, e la felicissima scelta del repertorio ci restituisce non solo le musiche, ma anche l'atmosfera "giusta" per poterle gustare nel modo migliore.
La trascinante ouverture del Zauberflöte di Mozart ci avvolge subitamente e ci introduce nel fatato mondo della trascrizione operistica per organo. Il famoso duetto Là ci darem la mano dal Don Giovanni è il biglietto da visita per Rocco Parisi, che ci dimostra subito di quale splendida pasta sia fatta la sua arte interpretativa. E' poi la volta della cavatina O mes amis da "La figlia del reggimento" e della Sinfonia della "Linda di Chamounix" di Donizetti. Al "Cigno di Busseto" sono poi dedicati due veri e propri cavalli di battaglia, l'aria Ah, fors'è lui dalla Traviata e il quartetto Un dì se ben rammentomi dal Rigoletto. L'ouverture dell' "Oberon" di von Weber precede la cavatina si la rigueur da "La Juive" di Halévy a cui segue, in prima incisione assoluta, la Sinfonia dell'opera Romilda e Costanza di Meyerbeer. L'aria Ah non credea mirarti da La Sonnambula di Bellini prelude al gran finale, composto dalla Sinfonia e dalla celeberrima cavatina Largo al factotum dal Barbiere di Siviglia di Rossini.
Come si vede, un repertorio veramente nutrito, interessantissimo ed assolutamente specifico per sottolineare i pregi dell'organo a cui questo disco è dedicato, realizzato dai Serassi nel 1821, poi abbondantemente manomesso in epoche diverse ed infine completamente ripristinato nelle condizioni originarie nel 2004 da Marzi. Questo organo, pur presentando una disposizione fonica molto sobria ed equilibrata disposta su di una sola tastiera e pedaliera a leggìo, compendia, come tutti gli strumenti simili, la filosofia costruttiva di questi splendidi organari e ci dimostra, una volta di più, di quanto sofisticata, accurata e splendida fosse l'arte di questi artefici, che in questo disco viene mirabilmente messa in luce dalla perizia interpretativa di Roberto Cognazzo, che dall'alto della sua indiscussa ed indiscutibile arte con queste musiche ci va a nozze e riesce a cavarne sempre nuove ed emozionanti meraviglie.
Rocco Parisi si dimostra qui lo splendido clarinettista che in effetti è, deliziandoci con interpretazioni maiuscole, ora delicate, ora impetuose, ora melanconiche, ora effervescenti, sempre immerse nello spirito giusto dell'universo operistico che ci fa scoprire per mezzo delle sonorità particolari del clarone, che ci affascinano in particolar modo e che qui si rivelano assolutamente perfette per sottolineare queste splendide pagine musicali.
Le registrazioni di questo disco sono state fatte nel Marzo e nell'Ottobre del 2006 e, come tutte le produzioni di questa raccolta, sono veramente molto accurate e precise, attente a cogliere le sfumature timbriche degli strumenti senza peraltro tralasciarne l'omogeneità. La presenza dell'organo e del clarinetto basso è veramente splendida e l'accuratissima presa di suono ne valorizza appieno le caratteristiche timbrico-foniche. Molto accurato anche il lavoro di post-produzione, che ci permette di poter gustare un disco veramente molto ben realizzato e curato.
In conclusione, veramente un bel disco che, come tutti quelli di questa collana dedicata agli antichi organi del Canavese, merita una particolare attenzione e considerazione per il suo contenuto storico, musicale ed artistico e che riteniamo non debba mancare nella discoteca di coloro che amano questo strumento e la sua musica.



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