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Hans Fagius plays The Romantic Swedish Organ




Hans Fagius plays The Romantic Swedish Organ
Organista: Hans Fagius
CD - BIS - CD 191 - AAD

Abbiamo scelto di recensire la rimasterizzazione di una vecchia incisione, risalente al 1981, dedicata alla musica romantica svedese, splendidamente interpretata da Hans Fagius, poichè ben poche sono oggi le occasioni per ascoltare questo tipo di musica, poco conosciuta spesso anche tra gli addetti ai lavori e della quale esistono rare registrazioni, tra le quali questa è senz'altro una delle più significative.
A scorrere i programmi dei concerti organistici pare che il romanticismo organistico europeo abbia riguardato solo la Francia o la Germania, ed in effetti i nomi di Sjögren, Olsson, Lindberg e Fryklöf non sono poi così noti al grosso pubblico, mentre ascoltando questo disco ci si rende conto che questi "sconosciuti" svedesi (e con loro innumerevoli altri musicisti poco conosciuti di altre nazioni) occupano un posto di tutto riguardo nel panorama organistico europeo a cavallo tra Ottocento e Novecento. In questo caso però (ed il titolo del disco inganna un poco), più che di romanticismo possiamo tranquillamente parlare di Post-romanticismo sinfonico e di Musica Moderna ma, si sa, i titoli sono fatti per condensare e, comunque, il vocabolo "romantico" attira sempre l'attenzione.
Ed è proprio cominciando ad ascoltare il grandioso Preludio e Fuga in Do maggiore di Emil Sjögren, che apre il disco, che ci rendiamo conto di trovarci di fronte a musica veramente di grande qualità e livello, assolutamente alla pari con le grandi opere dei ben più conosciuti ed apprezzati compositori francesi del Primo Novecento e, per di più, magistralmente interpretata da Hans Fagius, che si conferma qui quell'eccellente interprete che in effetti è. Le due brevissime Legendes che seguono, sempre di Sjögren, e che verosimilmente sono la trascrizione di sue improvvisazioni liturgiche, ci offrono invece due bellissimi schizzi descrittivi dove spiccano una grande serenità ed un profondo lirismo.
Il Symphonic Piece for Organ di Harald Fryklöf, grandioso affresco musicale basato su di una struttura tripartita tipica della sonata sulla quale vengono innestate architetture sinfoniche di grandioso respiro e di profonda ispirazione, caratterizzate da sviluppi armonici particolarmente elaborati (Fryklöf venne anche denominato come il "Reger svedese" per questa sua caratteristica), ci testimonia quanto solida e ricca di ispirazione e profonda musicalità sia stata la scuola organistica svedese a cavallo tra il XIX ed il XX Secolo ed ascoltando questo brano non possiamo che dispiacerci moltissimo del fatto che questo musicista, purtroppo, sia stato spazzato via dalla terribile influenza di febbre "Spagnola" del 1919, all'età di soli 37 anni.
Il Preludio e Fuga in Fa diesis minore di Otto Olsson, dal carattere sereno e meditativo e caratterizzato da diversi slanci di bel lirismo, rappresenta una specie di trait-d'union che ci porta all'ultimo brano del disco, la Sonata in Sol minore di Oskar Lindberg. Questo brano, che dai musicologi svedesi è considerato una specie di celebrazione nazionale, racchiude quattro movimenti che ben ci rappresentano la particolare figura musicale di questo compositore, profondamente influenzato stilisticamente da Sibelius e Rachmaninov e particolarmente legato alla musica tradizionale. Ed in effetti in quest'opera troviamo impiegati diversi temi popolari trattati in modo squisitamente sinfonico a partire dalla Marcia Elegiaca di apertura per arrivare al robusto, magniloquente e, nelle battute finali, quasi "cinematografico" Allegro con brio finale, passando per un delizioso Adagio ed una dotta Sarabanda.
Hans Fagius, splendido ed eclettico rappresentante della scuola organistica svedese, a cui dobbiamo, tra l'altro, anche una intensa integrale bachiana, l'integrale delle sinfonie organistiche di Widor e l'integrale delle musiche per organo di Kodály, oltre ad un numero imprecisato di incisioni di musiche di autori del suo Paese, a partire dalle più antiche per arrivare a quelle contemporanee, è sicuramente l'interprete più adatto per proporci questo repertorio in tutta la sua sfolgorante bellezza, coadiuvato impeccabilmente dall' Akerman & Lund 1976 della Katarina Church di Stoccolma, che qui possiamo ancora ascoltare in tutto il suo splendore fonico prima di essere distrutto dall'incendio del 17 Maggio 1990 e rimpiazzato dall'attuale Van den Heuvel nel 1999.
Un bel disco, quindi, veramente interessante, significativo ed ottimamente realizzato, che non risente per nulla dei suoi ventisei anni e che consigliamo caldamente ai nostri amici lettori.



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