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Simon Preston at the organ in Westminster Abbey




The World of the Organ - Simon Preston at the organ in Westminster Abbey
Organista: Simon Preston
CD - 430 091-2 - ADD

La produzione che andiamo a vedere rientra nell'amplissimo quadro delle antologie organistiche dedicate ad uno strumento ed al suo organista. Un dato di fatto di queste produzioni è che il repertorio è solitamente abbastanza risaputo ed infarcito di brani molto noti e conosciuti, il tutto per celebrare in modo adeguato strumento ed interprete. "The World of The Organ" non si discosta di molto da questa impostazione ma ha un duplice pregio, l'organo e l'organista. Possiamo qui ascoltare, infatti, il grandioso e spettacolare Harrison & Harrison della Westminster Abbey di Londra, magistralmente 'manovrato' da Simon Preston, suo titolare ed anch'egli annoverato nell'olimpo dei grandi interpreti del Novecento organistico internazionale.
Come spesso accade in questi casi, questo disco non è una produzione singola recente, bensì è una scelta di vecchie incisioni -magari dimenticate per decenni negli archivi della casa discografica- che vengono adeguatamente rimasterizzate e confezionate in modo da fornire un prodotto gradevole e di buona qualità. Nel nostro caso, similarmente a quanto già detto per recensioni precedenti, ci troviamo di fronte ad incisioni effettuate negli anni 1963, 1964 e 1965 e questo ci fa apprezzare in modo particolare questa produzione poichè si tratta, a tutti gli effetti, di un'incisione "storica" sia per quanto riguarda l'organo che per quanto riguarda l'interprete.
Il repertorio è, ovviamente, cucito sull'organo e sull'organista, con molti autori britannici, trascrizioni, arrangiamenti e qualche "cavallo di battaglia" organistico, il tutto a formare un disco molto gradevole, di ascolto non troppo difficile e, soprattutto, dal carattere prevalentemente divulgativo, adattissimo a chi si approccia all'organo per le prime volte e vuole conoscerne il repertorio di base.
L'ascolto si apre e si chiude, infatti, con due "pezzi forti" del repertorio: la Toccata dalla Sinfonia n. 5 di Widor e Nun danket alle Gott di Karg-Elert. Tra questi due brani troviamo altri grandi brani della letteratura organistica come Wachet auf di Bach, la Fantasia K 608 di Mozart ed il Finale dalla Sinfonia n. 1 di Vierne, a cui si aggiungono diverse trascrizioni da Walton (Crown Imperial), Clarke (Prince of Denmark's March), Haendel (Marcia Funebre da "Saul"), Purcell (Trumpet Tune), Elgar (Imperial March), Wagner (Coro dei Pellegrini da Tannhäuser) e Schumann (Studio n. 5). Come si vede, una abbondante ed abbastanza ricca carrellata di brani di vario genere e stile che rappresentano molto bene diverse epoche e periodi e che rendono questo disco molto utile per chi si vuol costruire una discoteca organistica di base.
Ovviamente, di Simon Preston non possiamo che dire ogni bene e queste incisioni, che risalgono a più di quarant'anni fa, altro non fanno che dimostrarci la stoffa di questo interprete maiuscolo, che ha sempre raccolto consensi unanimi e che rappresenta ancora oggi uno dei più grandi esponenti della musica organistica britannica ed internazionale.
Tecnicamente questa produzione, pur trattandosi di una rimasterizzazione digitale di materiale analogico, ricalca gli standard di altissima qualità della casa discografica e non presenta alcun difetto se non un lieve rumore ambientale di fondo che diviene avvertibile nei "pianissimo" quasi al limite dell'udibilità; per il resto un'incisione veramente splendida in cui l'organo della Westminster Abbey viene fuori veramente maestoso e degno della sua fama. Unico appunto che si può fare è la stringatezza e superficialità delle note del libretto a corredo, parzialmente comprensibili in una produzione di fascia bassa ma che collidono abbastanza vistosamente con la qualità e bontà del contenuto musicale del disco.
In conclusione, un ottimo disco che riteniamo indispensabile per tutti coloro che si stanno affacciando nel mondo dell'organo e che vi troveranno un ottimo repertorio ma che può essere ben gradito ed apprezzato anche dai cultori più "incalliti", che potranno ascoltare una volta di più uno splendido organo ed un grande organista.



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