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Sandro Carnelos - L'Orgel-Büchlein di J.S.Bach




Johann Sebastian Bach - L'Orgel-Büchlein
Autore: Sandro Carnelos
Edizioni Armelin Musica - Padova - 2012

Oggi recensiamo una pubblicazione di notevole interesse; si tratta di una nuovissima opera di Sandro Carnelos, che tratta una delle composizioni più conosciute ed interpretate del sommo Kantor: l'Orgelbüchlein.
A parte le centinaia di incisioni discografiche di questi meravigliosi brani, mancava ancora -a nostro modesto parere- nel panorama internazionale, una guida accurata, precisa ed esauriente su questa opera. A partire dalle edizioni urtext, prive di ogni commento e/o indicazione, e fino alle "revisioni" elaborate da molti dei più grandi interpreti (nelle quali si possono considerare le differenze che nel tempo si sono succedute nell'evoluzione della filologia organistica bachiana) questa è forse la prima pubblicazione che riunisce pressochè tutti gli aspetti necessari per una completa comprensione dei brani non solo sotto il punto di vista strettamente musicale ed interpretativo, ma anche evidenziandone le caratteristiche storiche, musicologiche e semantiche, senza tralasciare alcuni aspetti molto importanti quali l'analisi formale, l'analisi figurativa, la registrazione e molto altro.
La trattazione si apre, infatti, con un ampio capitolo dedicato all'analisi del periodo storico e musicale in cui quest'opera ebbe origine. Viene dapprima trattata l'epoca barocca, con un particolare riferimento alla Riforma Luterana e la Controriforma Cattolica, a cui segue un paragrafo espressamente dedicato ai rapporti tra la religione Luterana e la Musica. Viene poi sottolineato con ampiezza di argomentazioni il passaggio dalla canzone profana (il Lied) al Corale religioso; nei paragrafi seguenti vengono trattate la Retorica Musicale e la conseguente nascita della cosidetta "Teoria degli affetti", ampiamente messa in pratica non solo nell'ambito della musica luterana ma anche per consolidare la musica della Controriforma cattolica. Due paragrafi molto interessanti sono infine dedicati alle figure retoriche musicali ed al loro utilizzo nella musica di Bach.
Dopo questo capitolo introduttivo, l'autore passa alla trattazione più specificatamente "tecnica" dell'argomento, offrendoci un "metodo di studio" in cui vengono affrontati con attenzione tutti gli argomenti più suscettibili di approfondimento: il fraseggio, la diteggiatura, la pedaleggiatura e la registrazione.
Segue, poi, il "corpus" dell'opera, cioè le partiture, che sono presentate con accurata diteggiatura e pedaleggiatura. A conclusione di ogni preludio-corale Carnelos ci fornisce anche la traduzione italiana del testo, la sua origine, l'origine dalla melodia, le varie versioni organistiche dello stesso corale nell'opera di Bach, una descrizione accurata ed approfondita del carattere e della struttura del brano e consigli per la registrazione.
Ma non è tutto. Come appendice l'autore ci presenta tutte le melodie originali dei vari corali, a cui segue, anche se denominata "essenziale", una nutrita, abbondante ed esaurientissima bibliografia.
Dicevamo che mancava nel panorama editoriale una pubblicazione che racchiudesse in se tutto il background necessario per avere a portata di mano un insieme di nozioni il più completo possibile e necessario per approcciarsi nel giusto modo allo studio ed all'interpretazione di questo monumento musicale. Ma oltre a tutte le caratteristiche tecnico-musicologiche, si rivela, a nostro modesto parere, di fondamentale importanza la trattazione degli aspetti più spiccatamente intrinseci che ispirarono il grande Bach, tra i quali l'ispirazione "liturgico-religiosa" dei corali. Sotto questo aspetto, Sandro Carnelos si rifà abbondantemente agli studi che il grande Albert Schweitzer dedicò alla musica bachiana, studi che personalmente riteniamo ancora oggi di fondamentale importanza per capire veramente a fondo quello che è lo spirito vero della produzione organistica di Bach e che, purtroppo, non vengono ormai quasi più presi in considerazione dalle nuove generazioni di organisti, che a seconda della scuola, dell'origine e della loro personale sensibilità, trattano questi brani in modi assai diversi e quasi sempre avulsi dal loro contesto e dalla loro ispirazione. E' stato per noi veramente confortante leggere come l'autore ricordi più volte il carattere "polifonico" di questa musica, e con esso la ripetuta avvertenza che come tali vanno trattati, sia sotto il punto di vista interpretativo che della registrazione. In merito è veramente illuminante ciò che scrive Sandro Carnelos a questo proposito: "La mentalità ricorrente è quella di porre sempre in rilievo, rispetto alle altre parti, il "'cantus firmus' in questa tipologia di scrittura, ciò troppo spesso a scapito delle altre parti che, ricordiamolo, in un linguaggio polifonico hanno sempre parità d'importanza. personalmente, per questo motivo, non disdegno, anzi consiglio, delle registrazioni le quali hanno il pregio di rendere tutta la trama polifonica sullo stesso piano, molto spesso tra le pieghe più nascoste si celano dei messaggi degni di attenzione che il compositore ha voluto suggerirci seppur in modo velato.". Ciò non significa, ovviamente, adottare il metodo di suonare questi brani esclusivamente con registri di 8 piedi (come suggeriva tempo fa qualcuno) ma di trovare un equilibrio fonico che permetta di valorizzare, per l'appunto, le caratteristiche polifoniche senza penalizzarle. A titolo strettamente personale mi permetto di consigliare ai nostri amici lettori, proprio per capire a fondo questo concetto, di ascoltare le incisioni discografiche dei corali bachiani effettuate proprio da Albert Schweitzer negli Anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso; non saranno di uguale "effetto" rispetto a quelle infarcite di sonorità particolari e "ricercate" proposte dai moderni interpreti iperfilologici, ma serviranno perfettamente per darci un'idea di come si fa a cogliere in modo veramente completo il senso ed il messaggio più profondo che anima queste composizioni.
Per concludere, si tratta di un'altra "chicca" editoriale dell'amico Sandro Carnelos, che già ha pubblicato diverse pubblicazioni di carattere propedeutico assolutamente interessanti. Anche in questo caso, come per le precedenti, riteniamo che questo trattato rivesta una grande importanza per "mettere al loro giusto posto" diverse cose e molti concetti fondamentali che troppo spesso non vengono neppure presi in considerazione dagli organisti nella fase di studio.
Consigliamo quindi questo libro non solo agli studenti di organo (e per loro, riteniamo, sarà una vera miniera di informazioni e di preziosi consigli) ma anche a tutti gli organisti che, nel cimentarsi nell'interpretazione di questo "pane quotidiano" dell'arte organistica, avranno modo di approfondirne in modo veramente completo e genuinamente "filologico" tutti i vari aspetti.



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