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From Youtube: Nicola Jappelli: Nil Obscurius luce




From Youtube: Nicola Jappelli: Nil Obscurius luce

Organista: Davide Pozzi
Organo Basilica di S.Simpliciano di Milano

di Federico Borsari

Con discreta sorpresa abbiamo ricevuto la segnalazione di questo video (che non è propriamente un video ma un brano audio proposto con l'immagine fissa dell'organo su cui viene eseguito), che testimonia quanto la passione per l'organo induca giovani musicisti, anche di tutt'altra estrazione, a comporre per questo strumento, ottenendo, come in questo caso, ottimi risultati.
La registrazione qui proposta è tratta da un concerto "live" tenutosi l' 11 Novembre 2005 presso la Basilica di San Simpliciano di Milano in occasione del cinquantanovesimo ciclo "Musica e Poesia a San Maurizio", concerto tematico dedicato alla forma musicale della Passacaglia e che ha visto alla consolle del prestigioso Ahrend 1991 il bravo organista Davide Pozzi.
Il brano, che reca come sottotitolo "Preludio e Ciacona", è veramente interessante e ricco di spunti compositivi di notevole spessore. Dopo un breve (non più di due minuti) preludio in forma di toccata nella quale il tema viene esposto in brevi frasi frammentate al pedale mentre alla tastiera si sgranano arpeggi e formulazioni virtuosistiche fortemente modulanti formalmente ispirate alle toccate barocche ma ricche di richiami modali ed echi della scuola contemporanea europea del secolo scorso, inizia la Ciacona. Il tema è quello della Ciacona-Rondeau "La Favorite" di Couperin ed il procedimento formale di sviluppo è quello quanto mai classico della variazione sul tema. Jappelli si dimostra qui profondo conoscitore di quest'arte, proponendoci una serie di variazioni in cui alla chiara esposizione tonale del tema si alternano momenti di forte contrasto armonico e talora di aspra dissonanza. La serie di variazioni si espande, in modo molto classico, verso un punto di tensione sottolineato in fortissimo che apre l'orizzonte ad una sezione in forma di fugato che ripropone il tema in "stretto" e che conduce ad una parte finale dapprima assai movimentata con la rievocazione dell'andamento toccatistico del preludio iniziale, qui utilizzato come variazione d'effetto propedeutica alla conclusione, ed infine con una sezione solenne e "grandiosa" che si chiude con una cadenza non risolta.
Dobbiamo dire che questo brano, dal titolo evocativamente ossimorico, ci è piaciuto assai. In esso abbiamo trovato molti spunti che lo rendono molto gradevole all'ascolto ed una approfondita ricerca di un buon equilibrio tra il contenitore (la forma classica della ciacona) ed il contenuto, che seppur non distaccandosi mai dalle architetture formali da cui è ispirato, apre a discreti spunti di contemporaneità che vengono sviluppati ed inseriti nel tessuto armonico in modo organico e costruttivo, arricchendolo senza mai renderlo pesante e, soprattutto, senza mai perdere di vista l'ispirazione da cui esso trae la sua linfa musicale.
Ma quello che più ci ha colpito è il fatto che l'autore di questo brano NON è un organista. Nato nel 1975, si è diplomato nel 1996 al "Verdi" di Milano in Chitarra Classica, conseguendo poi il Diploma di secondo livello a Firenze e seguendo numerosi Corsi di perfezionamento con i migliori esponenti internazionali di questo strumento. Vincitore di concorsi e borse di studio, è concertista assai affermato e conosciuto; si è specializzato nell'interpretazione della letteratura chitarristica romantica, della quale è uno dei più apprezzati interpreti ed ha al suo attivo numerose incisioni discografiche, collaborazioni con gruppi strumentali e vocali e performances radiofoniche sulle reti nazionali ed internazionali.
Siamo quindi rimasti molto ben impressionati dall'ascolto di questo brano organistico, che ci dimostra che un musicista è e rimane veramente tale quando il suo orizzonte musicale non si cristallizza all'interno di categorie e catalogazioni ma si espande in ogni campo della musica, rivelando quella sete di conoscenza e di approfondimento e quella voglia di cimentarsi sempre con nuove esperienze che gli consentono di esplorare e scoprire nuovi orizzonti. Sotto questo punto di vista non possiamo fare a meno di complimentarci con Nicola Jappelli, che in questo brano ci rivela uno spirito musicale squisitamente "organistico" che, purtroppo -e ce ne rammarichiamo molto-, spesso non abbiamo potuto apprezzare in altri giovani musicisti che dell'organo fanno la loro professione. Ad oggi questa è l'unica composizione per organo di Jappelli; visti i risultati, assolutamente apprezzabili, di questa "opera prima", confidiamo che ancora in futuro egli rivolga la sua attenzione a questo strumento per proporci ulteriori sue composizioni.
Davide Pozzi, l'interprete, è uno dei giovani organisti più affermati anche a livello internazionale. Anch'egli diplomato e poi laureato in Milano (organo e clavicembalo), si dedica al concertismo, campo in cui è molto conosciuto ed apprezzato, ed ha al suo attivo incisioni discografiche, registrazioni per radio e televisione e collaborazioni con diversi enti concertistici di tutto il Mondo. Alla consolle dell'Ahrend di San Simpliciano, ci mostra una tecnica molto precisa ed una padronanza dello strumento veramente ammirevole; molto apprezzabile è la sua ottima comprensione dello spirito musicale di questo brano, che egli ci propone con un tocco ed uno stile interpretativo squisitamente barocco che ne fa risaltare nel migliore dei modi le caratteristiche neoclassiche.
Lo strumento di San Simpliciano è forse il più conosciuto dei "precursori" di quel filone filologico che ha visto la realizzazione in diverse chiese italiane di strumenti in stile antico da parte di organari stranieri. Realizzato su tre tastiere (Rückpositiv, Hauptwerk e Brustwerk) e pedale, presenta una composizione fonica di trentasei registri nominali che lo rendono fonicamente uno dei migliori in questo campo. Le sue timbriche lo rendono "speciale" per l'interpretazione delle musiche dei grandi maestri barocchi germanici del passato ma anche della musica francese classica e di un certo tipo di repertorio più vicino a noi. L'interpretazione di questo brano dimostra inoltre quanto le sue peculiarità lo rendano adattissimo anche per un certo tipo di musica contemporanea, in special modo quella che del neoclassicismo fa il suo punto di forza.
La registrazione, come abbiamo detto, è stata effettuata "dal vivo" in occasione di un concerto. Questo rende inevitabile la presenza di diversi rumori di fondo i quali, però, non penalizzano in alcun modo la straordinaria "presenza" dello strumento e l'esaltazione delle sue timbriche. La presa di suono è molto curata e valorizza nel giusto modo tutte le sfumature dell'interpretazione. La bontà di questa registrazione compensa abbondantemente la mancanza del video vero e proprio, che speriamo però di poter apprezzare in futuro, magari in occasione di una futura esecuzione di questo brano sullo stesso organo o su qualche altro pregevole strumento.
Il video lo potete "ascoltare" su questo link



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