Nel periodo che stiamo trattando e che abbraccia circa un secolo, innumerevoli furono
le innovazioni che interessarono la tecnica organaria, di pari passo alle invenzioni e scoperte
della scienza e della tecnica. I mantici ora vengono azionati da motori a scoppio o da motori a
gas di città; si susseguono gli interventi ed i perfezionamenti nella costruzione delle canne al
fine di raffinare e perfezionarne sempre più il suono, vengono creati nuovi tipi di fusione in cui
le percentuali dei metalli vengono determinate in maniera precisissima, vengono rese
accuratissime le procedure di rifinitura delle canne e viene curata l'emissione del suono al
punto che si ottengono registri dalla voce talmente soffice e raffinata da assumere nomi più
che suggestivi come, ad esempio, 'Vox Angelica', Coro Celeste', Harmonia Aeterea', ecc...
L'innovazione più importante fu, tuttavia, l'adozione dell'elettricità, che fece il suo ingresso
nell'organaria mondiale nel primo decennio del 1900.
Dapprima essa fu applicata solo ai motori che facevano muovere i mantici degli organi,
in seguito venne progettato un sistema di trasmissione che sostituisce quello pneumatico e che
prende il nome di'Trazione Elettrica'.
In questo sistema di trasmissione i tasti della tastiera funzionano come pulsanti elettrici. Abbassando il tasto si
chiude un circuito elettrico, alimentato da un generatore di corrente continua a basso voltaggio. In tale modo si pone in
eccitazione un piccolo elettromagnete che, tramite un'asticella,
spinge verso l'alto la valvola del somiere a cui è collegato. In questo modo l'aria contenuta nel somiere si
riversa nella canna facendola suonare.
L'adozione di questo sistema fu di capitale importanza per il perfezionamento
dell'organo e pose le basi per la trasformazione dell'organo da sinfonico a moderno.
Con questo sistema si eliminavano quasi tutte le parti mobili intermedie della
trasmissione e la sostituzione dei tubicini con fili elettrici di ridottissime dimensioni rendeva
possibile fare suonare canne che, in teoria, potevano essere poste a chilometri di distanza
dall'organista; sulla base di questo si iniziarono a costruire organi che ad una consolle posta,
ad esempio, in chiesa accanto all'altare, venivano collegati corpi d'organo sistemati nei posti
più impensabili della chiesa, come le navate laterali, le gallerie di cupola, i matronei, le tribune,
ecc... La consolle veniva collegata mediante cavi di tipo telefonico ad un centralino di
smistamento a cui facevano capo tutti i collegamenti e l'organista non era più abbarbicato sulle
lontane tribune ma svolgeva la sua opera liturgica a pochi metri dall'altare.
Agli albori del nostro secolo il panorama musicale mondiale subisce una costante evoluzione, più che
altro costituita da una serie di microevoluzioni, di interscambi, di contaminazioni ed interazioni
stilistiche e formali; il Novecento è, musicalmente parlando, l'epoca forse più ricca e
contradditoria, in cui il neoclassico si fonde con il postromanticismo, la sperimentazione con la
riscoperta del contrappunto, la ricerca di nuove espressività con la rilettura del canto
melismatico antico, il tutto in un continuo intreccio senza soluzione di continuità in cui
emergono, purtuttavia, alcune grandi tendenze che orienteranno poi le scelte da cui prenderà
origine la musica contemporanea.
La musica organistica rispecchia anch'essa, seppure in modo minore, questo
fenomeno artistico e quella tensione verso il nuovo che pervade il mondo musicale dell'epoca.
Tecnicamente parlando, lo strumento non acquisisce nuove evoluzioni; si perfezionano
alcuni dispositivi, vengono adottati accorgimenti per rendere stabile ed affidabile la trazione
elettrica, si perfezionano i sistemi di collegamento e si ammodernano i centralini.
Sul versante dei registri, invece, si assiste ad una diversificazione degli indirizzi. Se da
una parte si è ormai raggiunto il massimo in fatto di resa fonica delle canne, dall'altra,
soprattutto nell'area germanica, si assiste ad una riscoperta delle sonorità antiche. Gli aderenti
a questo movimento di riscoperta, denominata 'Orgelbewegung', partendo da una ricerca
storica accurata sia tecnica che fonica, propugnano il ritorno all'utilizzo di strumenti dalle
caratteristiche antiche.
L'affermarsi di questo movimento porta rapidamente alla costruzione, da parte di alcuni
organari, di strumenti realizzati secondo progetti redatti da antichi artefici e, di conseguenza,
alla riscoperta di tutta una letteratura organistica che era stata dimenticata. Questo movimento
diventerà in seguito una vera e propria filosofia organaria.
L'organo moderno vede avvicendarsi alle sue consolles i grossi calibri (Duruflè,
messiaen, Litaize, Peeters, Schilling...) di una generazione di organisti-compositori che hanno
mirabilmente testimoniato, nelle loro opere, le varie anime del mondo musicale del novecento;
accanto ad essi, altri compositori, non organisti, hanno lasciato il loro contributo dedicando
composizioni a questo strumento (Hindemit, Schoemberg, Poulenc, Casella...).
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