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L'Armonium




 Armonium Il Milleottocento fu un secolo di grandi evoluzioni nel campo dell'organo; basti pensare alla leva Barker che rese possibile il passaggio definitivo dall'organo classico a quello moderno. Tra le tante innovazioni ci fu anche quella che porterà alla nascita di quello strumento che risponde al nome di Armonium e che, pur essendo considerato un parente povero dell'organo, è stato per più di centocinquanta anni gratificato di una speciale attenzione da parte non solo di organisti di piccole chiese dove non esisteva un organo vero e proprio, ma anche da alcuni grandi compositori, tra cui Franck, Lemmens, Bossi ed altri, che gli dedicarono pregevolissime opere e, talora, anche vere e proprie raccolte di brani di notevolissimo valore musicale ed artistico.
Naturalmente, l'evoluzione di questo strumento non fu nè facile nè semplice. Già infatti nel 1700 si erano trovate soluzioni diverse per poter realizzare strumenti che potessero sostituire un organo senza peraltro perderne le caratteristiche di base. Prima di arrivare all'Armonium vero e proprio, quindi, ci furono una bella serie di invenzioni che, pur rivelandosi talora improbabili o ben poco affidabili, aprirono la strada all'avvento di questo strumento.
Tra queste invenzioni, che in effetti furono veri e propri strumenti musicali di inusitata ispirazione e concezione, possiamo citare, ad esempio, l' "Orchestrion", costruito nel 1791 da Thomas Anton Kunz su progetto di Georg Joseph Vogler, quell'abate giramondo che oltre ad essere un ottimo compositore, fondò anche la Scuola di Musica di Darmstadt da cui usciranno poi Weber e Meyerbeer. Questo strumento era un vero e proprio organo che, però, non aveva nè canne di facciata nè mutazioni; le canne erano poste subito dietro alle tastiere e, quindi, non possedeva un sistema trasmissivo. A ciò si aggiungeva il fatto che, per risparmiare spazio, i registri di 16 piedi erano sostituiti da un registro di 8 piedi unito ad una Quinta di 5-1/3. Il tutto si rivelava un insieme abbastanza compatto ma quando, nel 1800, si cercò di applicare questo sistema ad un organo già esistente, quello della Marienkirche di Berlino, i risultati furono disastrosi poichè ben 1555 canne su di un totale di 2556 furono eliminate e l'organo irrimediabilmente rovinato.
 Disegno Claviorgano Nello stesso periodo si realizzarono (vedi foto a lato) anche dei pianoforti (che allora non avevano ancora le caratteristiche odierne) a cui erano aggiunte delle tastiere che azionavano alcuni registri organistici e l'aria necessaria per il loro funzionamento era fornita da un manticetto a pedale che poteva essere azionato sia dal pianista-organista, sia da un'altra persona. Tra questi ibridi dobbiamo citare il cosidetto "Organo-Lyricon", realizzato in Francia da De Saint-Pern nel 1810 e che altro non era che un pianoforte a cui erano associati diversi altri strumenti. Questo strumento era dotato di diverse tastiere di varie estensioni, ognuna delle quali azionava gruppi di strumenti diversi. Nel caso specifico, una tastiera era collegata al pianoforte e a canne di Flauto e di Oboe mentre una seconda tastiera azionava canne di Clarinetto, Corno, Tromba ed altri fiati, una terza piccola tastiera, infine, faceva funzionare, a mò di basso, un registro di Contrabbasso. Questo strumento, le cui dimensioni erano peraltro ragguardevoli, finì la sua carriera al "Cafè des Sultanes" del Palais-Royal di Parigi, dove veniva impiegato per allietare gli avventori.
Oltre a questi strumenti, ne furono inventati anche diversi altri che avevano come particolarità il fatto di essere completamente automatici, nel senso che funzionavano anche senza organista, grazie a rulli perforati su cui venivano incisi i brani musicali che potevano poi essere risuonati dall'organo solo mediante l'azionamento di una manovella. Di questi strumenti "automatici" ne furono inventati e realizzati una miriade, i più piccoli dei quali non avevano neppure la tastiera, altri possedevano tastiere ridotte, altri ancora erano veri e propri organi di buone dimensioni dotati di più tastiere su cui si poteva interpretare a piacere tutta la letteratura organistica.
 Reger al Welte-Orgel Tra questi ultimi è da ricordare, assolutamente, il cosidetto "Welte-Philarmonie-Orgel", vero e proprio organo completo in ogni sua parte che nel giro di una cinquantina d'anni raggiunse livelli di così alta perfezione da indurre i più grandi organisti e compositori moderni ad incidere le loro opere sui suoi rulli. Se andate a Linz, presso il Museo degli strumenti musicali meccanici lo trovate perfettamente funzionante e potete ascoltare i rulli a suo tempo incisi da Reger, Bossi, Dupré, Gigout, Bonnet ed altri grandi dell'organo moderno (nella foto a lato: Max Reger alla consolle del Welte-Philarmonie-Orgel).
Tra i vari progenitori e fratellastri dell'Armonium citeremo ancora il Panharmonicon realizzato nel 1805 da Maelzel, l'Apollonicon, costruito in Inghilterra da Flight & Robson nel 1824, il Milacor di Larroque del 1841 e, infine, il Poïkilorgue, realizzato da Cavaillé-Coll nel 1833 che si può considerare il progenitore dell'Armonium vero e proprio.
Era composto da una serie di ancie libere sistemate su di uno scomparto molto simile ad un somiere e collegate ad una tastiera i cui tasti aprivano e chiudevano gli orifizi entro cui vibravano le ancie. L'aria necessaria per far vibrare queste ancie era fornita da una serie di pompe azionate da due pedali e da un mantice di compensazione. Era il primo strumento che sfruttava questo sistema di funzionamento. Dopo di esso diversi furono i tentativi di perfezionamento, tra cui diversi strumenti realizzati da svariati artefici che diedero loro nomi caratteristici ed evocativi (Aerophone, Elodicon, Caecilium, Harmonflute, Melophone, ecc...) fino a che, nel 1840, Alexandre-François Debain deposità il nome di "Harmonium", che tale resterà in futuro.
 Disegno Armonium Da questo momento l'Armonium diventerà uno strumento di enorme e capillare diffusione sia nelle case che nelle chiese e si perfezionerà sempre più fino a diventare, per opera di Jacob Alexandre, quello strumento completo e dal timbro unico e particolare che tutti conosciamo, strumento che, presentato all'Esposizione Universale del 1867, verrà dichiarato come una delle migliori realizzazioni dell'arte musicale. L'espansione di questo piccolo "organo" da casa raggiungerà livelli spettacolari ed in qualsiasi angolo del Mondo dove non si trova un organo si troverà, almeno, un armonium.
E saranno, come sempre, gli Stati Uniti che perfezioneranno ancora di più questo strumento inventando l'Armonium ad aspirazione. Se infatti l'armonium europeo soffia l'aria verso l'esterno, quello americano la "aspira" verso l'interno, rendendo il suono dell'armonium eccezionalmente dolce e delicato. Saranno sempre gli artefici statunitensi a dotare l'armonium di registri sempre più sofisticati, di accorgimenti meccanici che ne rendono l'utilizzo veramente agevole e, addirittura, di pedaliere complete dotate di potenti registri ad ancia di 16 piedi, rendendo veramente completa l'evoluzione di questo strumento.
Oggi, dopo cinquant'anni di oblio e di dimenticanza, dovuti all'avvento degli organi elettronici prima e delle tastiere campionate poi, l'armonium sta rivivendo un nuovo periodo di splendore e moltissimi strumenti vengono recuperati in polverose cantorie e rimessi a nuovo; similmente vengono riscoperte le opere che i grandi compositori dell'Ottocento gli dedicarono e vengono effettuate incisioni discografiche di pregevolissima fattura e di grandissimo valore documentario. L'Armonium, insomma, si sta riprendendo il posto che gli era stato tolto nel panorama musicale e, sinceramente, ascoltare i brani de "L'Organiste" di Franck eseguiti all'armonium invece che all'organo è tutta un'altra musica.



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