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Bach... chi era costui?




 Johann Sebastian Bach Oggi la figura di Johann Sebastian Bach è ormai ben definita nel panorama della storia della Musica e su di lui fiumi di inchiostro sono stati versati più o meno a proposito. Sta di fatto che, comunque, il Kantor di Lipsia è universalmente considerato uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi e le incisioni delle sue opere stanno a testimoniare che, comunque lo si veda, Bach è stato forse il più grande genio della Musica europea di tutti i tempi. Ma c'è stato un periodo in cui egli e la sua musica furono completamente sconosciuti e dimenticati.
L'oblio di Johann Sebastian Bach inizia con la sua morte. Immediatamente la sua figura si perde in un passato oscuro e lontano, quasi che l'incalzare dei tempi "moderni" (illuministicamente parlando, naturalmente) volesse cancellare quella figura che già non era stata troppo capita in vita ma che soprattutto negli ultimi anni della sua vita si era allungata sul secolo dei lumi senza degnare di uno sguardo le lusinghe della musica galante e, soprattutto, si portava appresso un retaggio di integralismo musicale che mal si addiceva ad un'epoca che si accingeva a preparare i più grandi sconvolgimenti sociali ed umani che si fossero mai visti nel continente europeo. Il "Vecchio Bach" era rimasto l'ultimo testimone di un tempo passato, vecchio, che di giorno in giorno veniva abbandonato al suo destino senza rimpianti e senza ripensamenti. E la sua musica era "vecchia" anch'essa, o, perlomeno, tale era considerata da coloro che avevano sposato lo spirito della musica "galante", e tra costoro, purtroppo, figurava anche uno dei figli del vecchio Bach, quel Carl Philipp Emanuel Bach che, buttati nella spazzatura le fughe ed i contrappunti, era diventato qualcuno scrivendo musiche che di "bachiano" nulla facevano neppur lontanamente sospettare. A completare l'opera di sepoltura del ricordo del Kantor contribuì poi, ed in maniera determinante, l'avvento dell'epoca d'oro dell'opera musicale, che ribaltò radicalmente i gusti musicali orientandoli verso una musica che se anche trovava la sua naturale collocazione nei teatri, osmoticamente si trasferiva in tutte le altre espressioni musicali e che finì per entrare anche sotto le austere volte delle chiese, spodestando la musica religiosa e liturgica ed iniziando quel periodo oscuro e tragico per la musica da chiesa che per quasi un secolo soffocò e seppellì totalmente ogni tentativo di rinascita della musica sacra costringendo gli organisti a diventare dei ridicoli strimpellatori di arie da operetta, con preti e curati che richiedevano espressamente loro di suonare questa o quella musica di scena all'Offertorio o all'Elevazione e l'assemblea dei fedeli che applaudiva fragorosamente quando l'organo intonava l'aria più famosa della più recente opera.
In questo periodo, che potremmo definire, senza tema di smentite, il peggiore nella storia dell'organo, e che segnò il punto più basso nella decadenza di questo strumento, pronunciare il nome di Bach era veramente un'impresa impossibile, soprattutto per il fatto che Bach, a quei tempi, non lo conosceva proprio più nessuno. Il genio della musica dormiva sonni tranquilli ed indisturbati nella sua tomba, e nessuno lo disturbò per quasi ottant'anni fino a che un musicista di nome Felix Mendelssohn-Bartholdy, lo va a risvegliare, lo convince a ripresentarsi al Mondo e nella fatidica giornata dell' 11 Marzo 1829 ne dirige a Berlino la "Passione secondo San Matteo". Da questo momento il Vecchio Bach non riuscirà più a riposare in pace, poichè la riscoperta della sua musica scatena un movimento musicale in tutta l'Europa che poco a poco prende consistenza e nel giro di una cinquantina d'anni spazza via dalla chiese tutti gli orpelli lasciati dalla musica operistica per restituire una prima dignità alla musica sacra ed aprendo la strada a nuove generazioni di musicisti e compositori che, forti dello studio delle sue musiche, si riappropriano del "senso" liturgico della musica. Ovviamente non è un'operazione indolore; le resistenze e le opposizioni alla musica di Bach, e talvolta anche alla sua figura, sono notevoli e fortissime, soprattutto in Francia, dove il suo stile musicale viene osteggiato ferocemente soprattutto per un fatto di "lontananza" storica dai canoni estetici e musicali propriamente "francesi", che avevano nei Couperin e nei Rameau i loro punti di riferimento. Ad aggiungere benzina sul fuoco della polemica ci si misero anche diversi teologi che tirarono in ballo il fatto che Bach era protestante e che la sua musica era destinata alla liturgia di una religione "nemica" di quella Cattolica; altri, invece, spostavano il contrasto sull'aspetto musicale ed estetico, considerando che la sua musica mal si accordava con la grandiosità e la poesia del culto cattolico. Insomma, Bach non era più quell'illustre sconosciuto di vent'anni prima, ma la sua ricomparsa sulla scena musicale europea dava fastidio a moltissimi e, nel campo specificatamente organistico, a tutti quegli organisti di mezza tacca che si erano costruiti una fama suonando motivi operistici e che vedevano cadere i loro immaginifici castelli di carte quando si accorgevano con terrore di non essere capaci di spiccicare una scala di pedale e che il pubblico, piano piano, iniziava ad apprezzare la musica di un vecchio parruccone tedesco vissuto un secolo prima.
Certamente bisogna comunque sottolineare il fatto che la musica di Bach avrebbe trovato terreno ancora più ostile per la sua rinascita se molti musicisti romantici non avessero adeguatamente preparato il terreno mediante la scrittura di opere impeccabilmente contrappuntistiche ma stilisticamente romantiche e più vicine al gusto dell'epoca. E' significativo, a questo proposito, notare come le recensioni del tempo, parlando delle performances organistiche di Mendelssohn, esprimano molti dubbi e giudizi negativi sui brani di Bach da lui eseguiti ma cambino radicalmente opinione sulle composizioni organistiche dello stesso Mendelssohn che, pur essendo ampiamente basate su di un contrappunto rigido, lo "addolciscono" con un'impostazione essenzialmente romantica. Lo stesso discorso lo si può fare a proposito di Schumann, Boely, Saint-Saens, Chauvet, Guilmant e moltissimi altri che mediarono la rigorosità formale del contrappunto bachiano con i canoni della musica romantica e sinfonica, rendendo meno traumatico il passaggio a quella che verrà poi definita l'epoca della "riscoperta bachiana", epoca che ha visto schiere di musicisti dedicarsi all'esecuzione delle opere di Bach, truppe di musicologi alla ricerca dei suoi manoscritti e centinaia di critici musicali impegnati nella vivisezione della sua vita, della sua storia, del suo ambiente musicale per una sempre più precisa e corretta definizione della sua figura di uomo del suo tempo e di musicista al di là del tempo stesso.
"Bach.. chi era costui?". Noi oggi, a differenza dei nostri antenati di centocinquant'anni fa, possiamo rispondere abbastanza esaurientemente a questa domanda. Ma il Kantor rimarrà sempre un'inesauribile fonte di spunti, discussioni, ricerche, comparazioni ed opinioni che probabilmente non si esauriranno mai.
Ci dispiace, caro Vecchio Bach, ma il tempo di riposare in pace è definitivamente terminato.



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