Come ogni organista ben sa, molteplici sono le disavventure che possono capitare durante un concerto. Si va
dalla classica nota che non si sgancia alla panne delle aggiustabili; dala canna dell'Oboe che non suona proprio
quando siamo nel bel mezzo di un Cantabile strappalacrime al comando di registro che non ne vuole sapere di
inserirsi..... e così via.
Ma quando si passa ad un'incisione discografica il discorso si fa molto più pesante. Oltre agli inconvenienti 'normali',
si aggiungono altri terribili fastidi, il più fastidioso dei quali è il rumore. In un disco non si deve sentire
il brusio delle persone che sono in chiesa, non si deve sentire l'eco dei passi della vecchietta che arriva in ritardo per
la recita del Rosario, non si devono sentire tutti quei rumori che di solito vengono prodotti all'interno di una chiesa
durante l'orario di apertura e, soprattutto, non si deve sentire il rumore del traffico esterno (esistono incisioni
abbastanza datate in cui si possono agevolmente ascoltare passaggio di tram e di autobus e, in qualche caso, anche
qualche colpo di clacson..).
Gli organisti risolvono il problema incidendo di notte, quando il traffico è molto poco presente. Ma quando la chiesa
si trova proprio di fianco a zone che di notte vivono la loro vita, il tempo per le incisioni è veramente poco. E' questo
il caso di un'incisione che Marie Claire Alain effettuò nel Febbraio del 1955 all'organo della chiesa di Saint-Merry, a Parigi.
Come si sa, a quel tempo proprio di fianco a Saint-Merry si trovavano 'Les Halles', cioè i Mercati Generali di Parigi
che di notte vedevano il momento di maggiore traffico per via del grandissimo numero di autocarri e di mezzi pesanti
che vi facevano affluire tonnellate e tonnellate di merce dai più lontani angoli della Francia e dell'Europa.
Registrare in quella chiesa era praticamente impossibile sia di giorno che di notte. Per i brani abbastanza 'potenti'
di sonorità l'organista ed i tecnici riuscirono a mascherare le rumorosità più macroscopiche mediante un laborioso
lavoro di montaggio e post-produzione, ma per un brano, il 'Jardin Suspendu' di Jehan Alain non c'era verso di
riuscire ad evitare che il rombare dei motori e lo stridore dei freni del traffico pesante che circolava nella strada
a fianco entrasse pesantemente a disturbare le sonorità sottili e delicatissime del brano. Dopo una decina di
tentativi infruttuosi ed essendo ormai trascorsa da un pezzo la mezzanotte, tecnici ed organista stavano per gettare
la spugna quando gli addetti al trasporto del materiale di registrazione escogitarono un espediente che permise di
effettuare la registrazione del brano.
Saliti sul loro autotreno, si misero in marcia e, arrivati all'imbocco della strada, che era a senso unico, iniziarono
ad effettuare una complicata manovra come se dovessero accostarsi al lato opposto. Quando il veicolo si trovò posizionato
in modo da bloccare completamente la strada, finsero un guasto al motore. Scesi dalla cabina ed aperto il cofano,
iniziarono ad armeggiare imprecando contro il motore che, per parte sua, funzionava invece benissimo. Trascorsi dieci
minuti durante i quali rischiarono il linciaggio da parte degli altri camionisti inviperiti, risalirono in cabina e,
completata la manovra, liberarono la strada. Nel frattempo Marie Claire Alain aveva registrato il brano di suo fratello
in un silenzio di tomba.
Ancora oggi questi problemi affliggono gli organisti che devono effettuare incisioni in chiese di grandi città. Ci sono
però alcuni organisti che, grazie alle moderne tecnologie, non devono neppure più scomodarsi a trascorrere parte della
notte in una chiesa perdendo preziose ore di sonno.
E' questo il caso di Jean Guillou che ha registrato la sua famosa integrale di Franck all'organo di Saint Eustache nel Giugno-Luglio
del 1989 durante il giorno, comodamente e con tutta la calma possibile. Come è stato possibile?.... Semplicemente,
Guillou ha registrato tutto sulla periferica di memorizzazione MIDI dell'organo. Alla sera, poi, mentre lui se ne stava
beatamente a casa sua a fare altro, l'organo ha risuonato le sue interpretazioni per i microfoni della casa discografica.
Il tutto con un doppio vantaggio: l'organista ha potuto effettuare la registrazione in condizioni ottimali, cioè senza
il pensiero di dover incidere subito e con la possibilità di rifare i brani od i vari passaggi per infinite volte senza
dover impegnare il grande numero di tecnici e fonici che occorrono per una registrazione. Il secondo vantaggio è stato
per i tecnici ed i fonici che hanno dovuto registrare solo ed esclusivamente le opere già pronte e finite per una sola
volta e tutte nella loro completezza, con notevoli risparmi di tempo e di risorse.
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