Logo Arretrati

Racconto: I due cadaveri di Westminster - Quinta parte




Riassunto delle puntate precedenti.

La mattina di Natale, Sherlock Holmes ed il Dr. Watson vengono chiamati a Westminster, dove nel cortile dell'Abbazia è stato ritrovato il cadavere di uno sconosciuto. Holmes effettua le prime indagini ma mentre sta per tornare a casa, viene avvisato che è stato trovato un altro cadavere all'interno della chiesa. Si tratta dell' organista. Holmes svolge i primi accertamenti all'interno dell'Abbazia e visita l'organo, dove fa la conoscenza di un altro organista, il burbero Preston. Dopo le prime indagini e nonnostante le apparenze, Holmes scopre che entrambi i cadaveri sono state vittime di un assassino. Nonostante il disinteresse dell'Ispettore Lestrade, Holmes prosegue le sue indagini e ben presto riesce ad individuare i responsabili. Con Lestrade ed il Dottor Watson si dirigono verso una meta sconosciuta.


La vettura si era fermata in una strada deserta e caliginosa della parte orientale del West End. Al di là dalla strada si allineavano grigi fabbricati industriali. Scendemmo e ci dirigemmo verso un fabbricato più basso, dalla facciata in mattoni rossi su cui si apriva un uscio in legno che certamente meglio avrebbe figurato in una casa della borghesia londinese ed i cui ottoni, tirati a lucido, male si accordavano con il grigiore circostante. Nessuna targa indicava la ragione sociale degli occupanti.
Holmes suonò il campanello e di lì a poco ci venne ad aprire un distinto signore, grigio di capelli e di mezza età, la cui fisionomia era resa più imponente da un lungo paio di favoriti che gli scendevano sulle gote.
- Abbia pazienza, signor Willis -esordì Holmes mentre entravamo in un salottino che fungeva anche da ufficio- ma penso che sarà l'ultima volta che la disturberemo. Questo è l'Ispettore Lestrade, di Scotland Yard, e questi è il caro amico Dottor Watson. -peroseguì poi, presentandoci.
L'uomo, che doveva essere il Willis che aveva costruito l'organo di Westminster, ci strinse calorosamente la mano.
- Allora, signor Holmes, -disse- ho fatto in modo che il ragazzo non andasse via stamane, come d'accordo. Ora lo vado a chiamare. Mi raccomando, non siate troppo duri con lui; l'ho preso dalla strada, gli ho dato una casa ed un lavoro; per me è quasi come un figlio.
- Purtroppo, signor Willis, -rispose Holmes mentre ci accomodavamo su di un divanetto- come le ho già spiegato, ho le mie buone ragioni per ritenere che il giovane Murdock sia seriamente implicato nella faccenda di Westminster. Comunque, sentiremo da lui cosa può dirci in proposito.
Willis rimase pensieroso per qualche istante, poi, in silenzio, sparì oltre una posta al di là della quale potemmo intravedere per un attimo un lungo stanzone occupato da macchinari.
Passò qualche minuto, durante i quali rimasi ad osservare un piccolo organo da studio che troneggiava su di una parete del tinello.
Infine, la porta si riaperse e, accompagnato da Willis, comparve un giovanottone alto e robusto; era vestito da lavoro ed indossava un lungo grembiule di caucciú che lo copriva sul davanti fino alle ginocchia; le mani, grandi e potenti, erano imbrattate di segatura.
Entrato, si fermò in mezzo al tinello, guardando interrogativamente Willis.
- Non ti preoccupare, Albert -fece questi- I signori sono della Polizia e vorrebbero porti alcune domande circa una brutta faccenda che è accaduta giù a Westminster.
- Per la verità -intervenne Holmes- abbiamo già ben chiara la situazione; ci serve il suo aiuto per diradare gli ultimi dubbi.
Il ragazzo non rispose, continuando a rimanere in piedi in mezzo alla stanza.
- Lei ha lavorato, mi pare, alla costruzione dell'organo di Westminster -proseguì Holmes- Con quali mansioni, precisamente?
- Io sono solo un manovale, ho fatto un pò di tutto.
- Eppure, mi risulta che sia stato lei ad occuparsi della sistemazione dei mantici e del motore.... Beh, non ha importanza! mi dica, invece, dei suoi rapporti con l'organista Shilton.
Il ragazzo guardò fisso Holmes negli occhi, senza rispondere.
- Suvvia, Murdock, -incalzò Holmes- molti, nell'ambito dell'abbazia avevano notato che lei e Shilton eravate diventati molto amici, tanto che lei era stato più volte ospite nella sua camera. Ci vuole dire quando ha visto per l'ultima volta, vivo naturalmente, il Signor Shilton?
Murdock non batté ciglio, senza smettere di fissare Holmes con il suo sguardo acuto.
- Capisco, -sospirò Holmes- sono faccende private che interessano solo lei. Purtroppo, quando ci sono di mezzo dei cadaveri, anche le cose private devono diventare pubbliche, al fine di scoprire gli assassini.
- Non importa, comunqye, -proseguì Holmes alzandosi dal divano- Che lei taccia o meno, io so già perfettamente come si sono svolti i fatti, quella famosa notte di Natale, nella quale lei ha visto per l'ultima volta vivo l'organista Shilton. Affinchè anche i signori presenti possano però capire perfettamente quanto è accaduto, partiremo un poco più da lontano.
Holmes si mise a misurare a grandi passi la stanza.
- Tutto ebbe inizio quando erano in corso i lavoro di costruzione dell'organo. Fu in quell'occasione che lei conobbe e fece amicizia con Shilton, amicizia, come già detto, molto stretta. Indubbiamente, ciò non significa nulla, senonchè lei è solito frequentare una taverna. giù al porto, e, in particolare, ho saputo che già da un pò di tempo faceva coppia fissa con Olson, il cui cadavere è stato rinvenuto nel giardino dell'abbazia.
- Olson era un manigoldo di pessima stazza e non deve avere faticato molto a convincerla a parlare del suo lavoro, e di lì a maturare l'idea di un furto nell'abbazia avvalendosi della sua collaborazione il passo deve essere stato breve, tanto più che Olson aveva ingente bisogno di denaro.
- Non sono riuscito ad appurare se la sua collaborazione con Olson sia stata volontaria oppure se Olson la ricattava, minacciando di rivelare la sua doppia vita al signor Willis, qui presente; sarà lei a dircelo, se corrà, ma questo non riveste alcuna importanza.
- Sta di fatto -incalzò Holmes, rivolgendosi a Murdock- che lei aprofittò del fatto di avere libero accesso all'abbazia per procurarsi un duplicato della porta laterale; ugualmente, frequentando la camera di Shilton, lei sapeva che il cancello del giardino non venica chiuso la notte.
- E arriviamo alla sera di Natale. Olson e lei avete scelto di agire proprio in quella sera per un motivo molto semplice: è una delle poche notti dell'anno in cui i paramenti e gli arredi preziosi dell'abbazia non vengono riposti nei forzieri, in modo da averli subito pronti per il primo Uffizio della mattina seguente. Dopo la chiusura, con il favore delle tenebre, vi siete introdotti nell'abbazia e vi siete accinti a compiere la vostra opera, quando siete stati interrotti dall'arrivo, imprevisto, di Shilton.

(5 - Continua)



Torna all'Indice Varie e Curiosità
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2010