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Come costruirsi un organo (elettronico) da studio

articolo di Sandro Nepi




 Autocostruzione Organo 01 Fatta la dovuta premessa che un bell'organo a trasmissione meccanica è indubbiamente quanto di meglio si possa desiderare per lo studio e l'esecuzione di ogni repertorio (la sensibilità del tocco è determinante per la dinamica e il fraseggio di un brano musicale, ecc...), pensiamo ora a uno studente o appassionato che desideri avere in casa uno strumento non impegnativo dal punto di vista economico e che abbia i seguenti requisiti: pedaliera completa (modello e misure personalizzati), facilità di trasporto, possibilità di utilizzo separato delle singole tastiere, ampliamento fino a 3 manuali, nonché la più ampia varietà di timbri a disposizione... Si capisce già che tutto ciò può essere realizzato solo grazie a tastiere elettroniche e suoni campionati (con tutti i loro limiti acustici ed estetici): ma non tutti, forse, si immaginano che con una piccola dose di artigianato (e molta pazienza!) è possibile arrivare ad assemblarne uno con le proprie mani. Il mercato offre molti organi elettronici "completi" che attirano l'attenzione su di sé per la loro estetica accattivante... Facendo un pò di conti e valutando ciò che serve veramente, penso che, tutto sommato, convenga aspettare un pò (se si ha tempo e voglia!) e considerare anche questa soluzione alternativa, soprattutto nel caso si possieda già un pò di materiale.
L'idea è quella di costruirsi una struttura di legno in cui siano inserite una pedaliera e alcune tastiere elettroniche MIDI (almeno due per i manuali e una da collegare meccanicamente alla pedaliera per darle "voce"), di cui una produca i suoni campionati dell'organo (oppure tutte mute ma con un expander esterno), collegate con appositi cavi ad una MIDI patchbay (una sorta di centralina capace di gestire i messaggi provenienti dalle varie unità).
 Autocostruzione Organo 02 Come primo manuale si può utilizzare un pianoforte elettronico sia perché ha di solito 88 tasti pesati (per la gioia delle dita!) sia perché contribuisce a dare solidità alla struttura su cui poggia e alla quale è fissato con 2 staffe (le quali, con le relative viti, si possono recuperare dal sostegno originale del pianoforte); oltretutto hanno spesso il vantaggio di avere un ingresso audio per amplificare, con diffusori propri, un eventuale fonte sonora esterna (ad es. un expander). Se invece si utilizza una master o altra tastiera MIDI bisognerà creare un piano altrettanto solido su cui poggiarla. I pannelli multistrato di abete (di maggior spessore quelli laterali di sostegno) hanno un'ottima resistenza e si possono lavorare facilmente per creare qualche semplice decorazione e l'intero rivestimento della struttura in modo personalizzato.
 Autocostruzione Organo 03 Sopra alla prima tastiera verrà appoggiata (liberamente o su un altro piano appositamente creato) la seconda tastiera con i suoni (ovvero il secondo manuale). A tal fine è perfetto l'uso di un organo elettronico portatile che abbia pochi registri ma campionati bene e, soprattutto, la possibilità di averli disposti su due file di pulsanti, in due manuali "virtuali" separati (corrispondenti a due canali MIDI diversi: Ch.1 e Ch.2 ; si può trovare anche alcuni registri indipendenti sul canale Ch.4) che, a lavoro finito, diventeranno proprio reali!.
Per la pedaliera consiglierei senza dubbio di farsi fare dei preventivi da bravi organari in modo che sia solida e sicuramente riutilizzabile in futuro per un eventuale organo da studio vero e proprio. Per renderla capace di produrre note si può sistemare, su un piano intermedio, una terza tastierina MIDI muta (bastano tre ottave di estensione) sulla quale agiscono tante levette di legno collegate con dei fili ad altrettanti pedali.
La costruzione di questa apposita meccanica è il lavoro un pò più complicato ma permette di lasciare intatta sia la pedaliera che la tastierina (la quale può essere sfilata, al bisogno, per altro uso): da alcuni listelli di ugual spessore si ricavano le levette (attraversate da un perno) e i relativi tassellini (rivestiti di gommapiuma) da applicare sotto alle levette stesse (il movimento di ritorno è assicurato da un semplice elastico fissato, con gancini ad "L", ad un listello orizzontale).
 Autocostruzione Organo 04 La "tavola di riduzione" è costituita da un pannello in cui sono avvitate orizzontalmente due file di occhielli equidistanti in modo che il filo scorra perpendicolarmente tra l'estremità dei pedali e quella delle levette. Il filo dev'essere resistente e non elastico (tipo refe) e va fissato con delle girelle a molletta (i cosiddetti "moschettoni" usati dai pescatori) per poterlo sganciare e sostituire facilmente.
Ultimi due consigli: è meglio usare viti e staffe che piantare chiodi; è meglio farsi aiutare da qualche amico falegname per i tagli più difficili e per trovare del buon materiale di recupero (altrimenti destinato all'inceneritore), in cambio, al massimo, di una buona bottiglia di vino!
Concludo con una curiosità nelle "Curiosità": lo sapevate che su un organo elettronico collegato via MIDI a un computer (Atari, PC, Mac...), dotato di software-sequencer in grado di programmare la corrispondenza nota-tasto (funzione "Drum-map"), è possibile ricreare la tastiera "scavezza" (con l'ottava corta) indispensabile per suonare un enorme repertorio di musica antica? Un saluto a tutti e... buon lavoro!



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