La natura e le escursioni

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"Una escursione nella vallata di Sant'Andrea del Bosco"

                 Vi vogliamo raccontare le emozioni di una mattinata trascorsa alla scoperta delle bellezze di Bafia e dei suoi dintorni.

    Ci chiamiamo  Giulia ed Elena e siamo le due figlie di Nino Quattrocchi, il webmaster di questo sito web. Da papà impariamo sempre cose interessanti. Una domenica mattina di primavera si è deciso di fare una escursione nelle campagne di Bafia. Eravamo impazienti di partire. 

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    "Papà, papà sbrigati dobbiamo partire!!".  Usciti dal paese eccoci immersi nella natura. Attorno a noi c'è una esplosione di colori. Il verde domina dappertutto.  Molte piante sono già in piena fioritura, come questa Euforbia arborea (così l'ha chiamata nostro papà).  Tutto profuma, l'aria è in festa e in lontananza  si godono bei panorami.                  

                          


    Ci inoltriamo verso sud e subito giungiamo in Contrada Vota Ellilici, dove sulla sommità di una collinetta che lambisce la strada è stata costruita qualche decennio fa questa bella cappella dedicata alla Madonna del Tindari.  Vi entriamo e diciamo una preghiera alla Madonnina.

       

                                     - Cappella della Madonna del Tindari -                                                - "Questa sono io, Giulia" - 


Giulia : - "In quest'altra foto sono assieme a mia sorella Elena. Da questa collinetta si gode un bel panorama. In basso si vedono le contrade Rocche Bianche, Carbone, S. Andrea e in lontananza il torrente Patrì. Si sente lo scroscio dell'acqua del fiume e il canto degli uccelli. Che posti meravigliosi !!  

     

 - Elena e Giulia -                                                - "Contrada Carbone" - 


- "Poco sotto di noi c'è la mandra di Rocche Bianche. Le pecore e le capre sono già sui pascoli. Ah ecco ve n'è una poco sopra di noi"  - 

     

                                     - Mandra -                                                                                      - Una capretta con una zampa ferita -


    Si riparte. Si scende verso valle. Arriviamo sul torrente. Qui notiamo che dalla vallata di Carbone scende un fiume di acqua fresca, mentre da quella di Cugno di Mezzo non ne arriva. Nostro papà ci spiega però che questo secondo fiume non è un fiume ma un torrente, e in questo periodo dell'anno l'acqua non scorre in superficie ma sottoterra. 

         

- Abbiamo portato con noi un libro di scienze che ci è stato molto utile -  


Qui accanto al torrente ci sono due mandre: quella di Iachini e quella di Rassuli.

                      


- Le pecore sono al pascolo mentre una capra ci osserva. Il tempo di studiarle e subito dopo loro scompaiono nella vegetazione -

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                          Giulia ed Elena :''Quante pecorelle e agnellini !''                         Giulia :''Papà, quella capretta è maschio o femmina ?''


- Un momento di pausa, dopo tanto scoperte. Ci sediamo su un muretto a secco -

       

                                         Intanto Elena ne approfitta per fare un giretto                        Elena: "Guarda Giulia, c'è un falco!"

    Si è fatto tardi, dobbiamo ritornare a casa di nonno Saro e di Nonna Natala. Peccato, non siamo riusciti a visitare le miniere di Carbone e la chiesetta di S. Andrea del Bosco, ma ritorneremo un altro giorno. Ciao, a presto.



    - I Peloritani -

La mano divina  è stata generosa con questo ultimo lembo dei Peloritani.  Infatti ancora oggi qui si conservano porzioni di territorio caratterizzate da elevato pregio ambientale e naturalistico.

       Nel corso dei secoli  le aree prossime agli abitati hanno subito  marcate trasformazioni, mentre quelle più interne sono riuscite a conservare un notevole ed apprezzabile patrimonio naturalistico.  

    Tra queste ultime zone un posto di rilievo è sicuramente da assegnare al Bacino montano del Santa Venera del Bosco. Si tratta di un territorio, quello solcato dai torrenti  Floresta e Franco, caratterizzato da una elevata valenza naturalistica. 

    L'auspicio formulato in questa pagina dal webmaster sin dal lontano 2001 per l'inserimento di questo Bacino  in una Riserva naturale o in ipotetico Parco dei due Mari trova oggi concretezza. Infatti tutta l'area è stata inserita nell'istituendo Parco dei Peloritani.     

    Di seguito si propone agli amanti del trekking un itinerario naturalistico tratto dalla mia "Guida alla natura del Comune di Castroreale". 

- Orme -

 I t i n e r a r i o n. 1: Fiumara di S. Venera del Bosco - Fiumara di Floresta - Pizzo Polo

Caratteristiche dell'itinerario

Interesse: botanico, geologico, paesaggistico e scientifico.

Lunghezza: 9 km circa. Dislivello: 1.027 m. Durata:  3 ore circa.

Difficoltà: piccoli tratti scoscesi e sassosi, attraversamento di ruscelli. Pericoli: nessuno. Accesso: libero a piedi. Proprietà: demanio regionale.

Da percorrere a piedi e, con qualche difficoltà nel tratto intermedio, a cavallo.

Come si accede. Detta località si raggiunge da Bafia, da cui dista circa 3 km, imboccando la strada provinciale Bafia - S. Andrea.

Sviluppo dell’itinerario. L’itinerario inizia in località “Due Fiumare”, alla confluenza dei torrenti S. Venera del Bosco e Fondachelli Fantina .

 L'itinerario

L’itinerario è scomponibile in tre tratti.

Il primo tratto, avente una lunghezza di circa 3.5 km, inizia in località “Due Fiumare” e si inoltra verso monte seguendo la vecchia carrettiera che si snoda lungo l’alveo della Fiumara S. Venera del Bosco. Nel tratto considerato ci si imbatte nella tipica vegetazione multicolore dei greti delle fiumare: l’oleandro, l’enula vischiosa, l’elicriso (Helichysum siculum), il tamerice, il pioppo nero, e sporadico, il platano orientale. Alzando lo sguardo sulle pendici laterali, l’occhio può ammirare  la continuità dei boschi naturali di roverella, di olivastro, di leccio e di castagno che si alternano alle piantagioni di olivo e che rappresentano la continuità temporale dell’antica Foresta di Timogna. La passeggiata è resa piacevole anche dalla presenza di pascoli e di  molte mandre (aziende zootecniche) nelle quali si allevano  ovini e caprini allo stato semibrado.  

- Culatru -

 Il secondo tratto inizia in località Santa Venera del Bosco dove, come racconta la leggenda, morì  la  Santa e in suo onore fu qui costruita una chiesa distrutta purtroppo dalla alluvione del 1880. In questo punto la fiumara restringe repentinamente la larghezza del proprio alveo e la minore profondità del greto costringe le limpide acque a salire in superficie anche nei lunghi periodi siccitosi. Questo è il regno del platano orientale, il quale in queste contrade si accompagna all’ontano nero e sporadicamente al pioppo nero. Sulle pendici assolate circostanti, invece, il bagolaro vegeta vigoroso.

Proseguendo a ritroso i meandri della Fiumara Floresta (in questa zona il Torrente S. Venera del Bosco ha cambiato denominazione) si giunge in contrada Cavallaro, situata alla confluenza del Vallone Carbonara, a sinistra,  con il Vallone Franco, a destra. Si svolta a destra e dopo poche centinaia di metri, risalendo sempre lungo l’alveo, ci si imbatte, dopo una stretta gola rocciosa (poco praticabile in inverno) perché colma di acqua, nella “Valletta degli avi”: così amabilmente denominata dagli escursionisti per la presenza di un nucleo secolare di platani orientali apprezzabili per la mole e per l’elevata spettacolarità.

          - Macchia foresta mediterranea - 

In questo tratto oltre alla presenza del salicone, che si trova sotto copertura, sono da ammirare i giochi d’acqua delle piccole cascate. Poco  a monte, in prossimità della confluenza del ruscello di contrada Franco, sito sulla destra, si svolta a sinistra per inerpicarsi prima lungo un sentiero e poi lungo una trazzera, lunga circa 2 km, fino alla sommità di Pizzo Polo.

In quest’ultimo tratto cambia lo scenario vegetale e il nuovo itinerario, che si spinge fino ai  1.287 metri di altitudine di Pizzo Polo (“ A’ muntagna”) offre la possibilità di ammirare nuclei naturali di querce, di acero montano e di macchia mediterranea arbustiva.

Interessante a questa quota è lo scenario circostante. Un tempo, con un po’ di fortuna,  qui era ancora possibile avvistare la rara aquila reale (detta: arpa), che in questa zona aveva il proprio areale di caccia.  



Novità

Parco naturale dei Peloritani

    Procede speditamente il lavoro di un Comitato tecnico-scientifico, composto da docenti universitari, professionisti e ambientalisti e presieduto dal prof. Giuseppe Giaimi, per l'istituzione di un "Parco naturale dei Peloritani", di cui farà pure parte pure  il territorio montano del Comune di Castroreale.

 I 33 Comuni provvisoriamente inseriti nell'area dell'istituendo Parco dei Peloritani sono i seguenti:

SUPERFICIE  IN ETTARI

ALÌ SUPERIORE

   831

ALÌ  TERME

  113

ANTILLO

3.980

BARCELLONA P.G.

 1.820

NIZZA DI SICILIA   (Bosco S. Ferdinando)

    926

CASALVECCHIO SICULO

 2.331

CASTEMOLA

    583

CASTROREALE

  4.003

FIUMEDINISI

  2.816

FONDACHELLI FANTINA

  4.189

FORZA D’AGRÒ

     349

FURCI SICULO

     488

GALLODORO

       56

GUALTIERI SICAMINÒ

     288

ITALA

     338

LETOJANNI

       54

LIMINA

     317

MANDANICI

     852

MAZZARÀ SANT’ANDREA

    172

MESSINA

  6.212

MONFORTE S. GIORGIO

  1.647

MONGIUFFI MELIA

  1.544

NOVARA DI SICILIA

  3.287

PAGLIARA

    462

ROCCAFIORITA

        9

RODÌ MILICI

  1.575

ROMETTA

  1.604

S.  LUCIA DEL MELA

  6.351

SAN PIER NICETO

  2.060

SAPONARA

  1.646

TAORMINA

       22

TRIPI

       38

VILLAFRANCA TIRRENA

    595

                                                TOTALE  ETTARI

      51. 610

 

    Giorno 12 marzo 2007 alle ore 09.30  a Messina presso l'Auditorium Fasola di via San Filippo Bianchi n. 28 è stato organizzato un Convegno dibattito sul tema:

IL PARCO DEI PELORITANI, quale progetto di sviluppo basato sulla difesa e valorizzazione ambientale.

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                     - Querce in habitus invernale -

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