CDSC

Centro di Divulgazione Scientifica sulla Coscienza


ENGLISH


 Home
 Presentazione
 English
 FAQ: Risposte ai
quesiti dei visitatori
 Commenti da parte
dei visitatori
 Scrivici: domande,
commenti o altro

ALLA SCOPERTA
DELLA MATERIA
Commenti da parte dei visitatori

u 16/3/2003 Grazie Marco per avere condiviso questo. Lucia.

u 25/3/2003 Grazie, Marco. Sono contento di avere letto quanto hai scritto. Ciao, Giorgio.

u 27/5/2003 Qui forse può veramente iniziare un autentico dialogo tra il mistero di Dio e la scienza dell'uomo. Alberto.

u 9/10/2003 Ho letto con grande interesse l'articolo sulla coscienza. Giacomo

u 7/11/2003 Un sito davvero molto interessante. Ciao, Martina.

u 28/11/2003 Obiettivamente penso che l'argomento da voi trattato, sia il Vero argomento che sta dietro tutti i falsi interessi, passioni, lavori, perversioni, hobbies che, da mondo é mondo esistono, io credo, come sole droghe d'oblio della vera Domanda. Mi sono espresso in modo un pò critico, in ogni caso era un profondo complimento ...
Ho da esporvi qualche riflessione in pillole, contributi o semplici spunti di rifessione a voi deciderlo. Non seguono un argomento unico ...

La razionalità unita all’etica superiore del bene

Ammesso che esista un’altra dimensione che i nostri sensi non sono in grado di avvertire, occorre definire cosa si intende per esistenza. In questo caso percepire fisicamente e comprendere con la mente, non sarebbe sufficiente. Cosa può esistere al di fuori della realtà che tutti percepiamo ?
Se si crede ad una entità positiva e giusta, non si può ammettere che sia l’intelligenza il tramite per arrivare alla conoscenza assoluta. Non siamo tutti intelligenti in egual misura, e la conoscenza sarebbe solo prerogativa di chi geneticamente fortunato o di chi nato in un contesto favorevole allo sviluppo della stessa e in questo caso l’entità non sarebbe giusta. L’intelligenza deve solo consentire il raggiungimento di una conoscenza relativa, quale ad esempio quella che permette di escludere alcune vie sbagliate. L’intelletto alla base delle considerazioni ora esposte, consente infatti di escludere che la strada corretta verso la conoscenza sia l’intelligenza stessa determinando i suoi stessi limiti e quindi identificando i confini di una realtà complementare a quella nota. La razionalità unita all’etica superiore del bene, producono inevitabilmente che non si può arrivare alla conoscenza assoluta a meno di utilizzare capacità non intellettuali come la fede o la sensitività interiore.

Principio di esistenza del bene

Credere nel bene consente di creare le condizioni per poter continuare a credere.
Credere nel male è una perversione che crea le condizioni per la distruzione, e al limite al non poter più credere a nulla, e comporta la sola inevitabile sopravvivenza del bene.
Il bene è, in quanto unica energia in grado di autosostentarsi.

Danilo Carlo Manenti


u 15/12/2003 Sono rimasto molto colpito. Antonio.

u 5/02/2004 Ho letto con vivo interesse le tesi esposte nelle pagine del Suo sito e le condivido pienamente, in quanto concordano con le mie opinioni di cattolico in merito alla distinzione netta tra l'immanente spiegato dalla fisica, vera radice di tutte le altre scienze, ed il trascendente connesso a tutti i fenomeni soprasensibili e quindi anche alla psiche. Per me la psiche comprende sia le capacità noetiche dell'uomo, sia il vero e proprio "soffio vitale" , etimologicamente presente nella parola psiche, donato da Dio alla creatura umana, fatta a sua immagine e somiglianza. Le manifesto in proposito una mia elementare considerazione concernente l'ineluttabile irreversibilità del passaggio della creatura umana dalla vita alla morte corporale. Pensando al principio di reversibilità microscopica ("detailed balancing") in base al quale, per gli oggetti del microcosmo, risultano uguali le probabilità di transizione che la meccanica quantistica consente di calcolare considerando entrambi i versi della freccia del tempo, mi viene naturale fare il confronto con l'impossibilità per l'uomo di ritornare dalla morte alla vita e di riappropriarsi pertanto di quel "soffio vitale" che ha abbandonato irreversibilmente il suo corpo. La reversibilità temporale è valida per le particelle che costituiscono l'uomo, ma non per l'uomo. La scienza non è stata mai capace e non lo sarà mai di rendere reversibile la transizione dalla vita alla morte. Per il credente l'irreversibilità di questa transizione è collegata direttamente al dono della vita fatto dal Creatore all'uomo, e quindi alla netta distinzione tra la natura fisica del cervello, fatto di particelle quantistiche, e la psiche, che non ha niente a che vedere con la materia. Il cervello è paragonabile all'hardware di un computer utilizzato per implementare la base di dati che consente alla creatura umana di vivere e relazionarsi con gli altri uomini, sotto il controllo di un sistema operativo soprasensibile che è l'anima.

Prof. Antonino Cucinotta

www.peoplephysics.com



u 14/02/2004 Ho letto il sito che, non solo ho trovato massimamente interessante per il contenuto, che condivido, ma che ho trovato altresì in accordo pieno con la linea di evoluzione culturale del pensiero scientifico che ha finalmente rimosso (o almeno grandemente ridotto) il muro che impediva qualsiasi colloquio tra le scienze naturali ed il pensiero teologico - religioso. Questa storica incomprensione cominciò ad indebolirsi dai tempi delle prime scoperte della fisica quantistica, agli inizi del novecento, con passi prima impercettibili e poi sempre più rapidi fino ad oggi che anche scienziati più che famosi non si sentono più costretti a dichiararsi atei nel fare il loro lavoro. Certe difficoltà, che richiedono veri e propri slaloms per evitare collisioni con certe evidenze del comune percepire, vedasi la questione della coscienza degli animali superiori, potrebbero essere superate se ci si decidesse a spostare radicalmente certi punti di vista, il che produrrebbe l'automatico superamento di certe questioni. Il bello è che da almeno 50 anni il pensiero filosofico e scientifico ma anche teologico sembrano sul punto di fare questo salto di mentalità salvo poi ritrarsi di qualche passo dal punto cruciale fingendo di niente. Mario

u 01/03/2004 Il suo sito è davvero molto interessante. Nerella Buggio, curatrice della sezione Attualità.

www.culturacattolica.it/



u 09/04/2004 Egregio Prof. Biagini, concordo pienamente con quanto da lei scritto. Sono anch'io convinto che le pretese delle scienze naturali e fisiche di sostituirsi, nella definizione dei principi ultimi dell'essere e del senso della vita ad altre forme di ricerca più specifiche per questo genere di sapere (come la filosofia o la teologia o anche semplicemente il sapere non ancora scientifico della fede) costituisca una invasione di campo arbitraria e sconsiderata. Al di là del problema specifico da lei trattato, quello della irriducibilità della vita spirituale a fenomeni fisici o chimici, credo che debba essere affrontato, in modo più rigoroso di quanto faccia abitualmente la filosofia della scienza così come svolta in campo laico, il problema dei limiti del sapere scientifico, del suo vero oggetto, della sua metodologia specifica, della sua costitutiva apertura e del suo non aggirabile rimando a queste altre forme di sapere, cioè alle c. d. scienze dello spirito. In particolare mi augurerei una più puntuale elaborazione e una maggiore presenza nelle università cattoliche ed ecclesiastiche di una filosofia e di una teologia della scienza. La saluto cordialmente, D. Guido

u 30/04/2004 Caro Biagini, continuo quasi ogni sera a ripassarmi i punti salienti di questo sito che è molto interessante; lo è non solo per quanto vi si dice (includendo in ciò anche gli interessanti interventi dei visitatori del sito e le relative risposte), ma per il fatto che cerca di affrontare, ponendo precisi paletti di riferimento, il problema della storica presunta incompatibilità tra scienza e psiche che porta, in definitiva, alla diatriba scienza-fede o scienza-teologia. In tutta sostanza vi si sostiene, prima di tutto, che la scienza ha le sue precise delimitazioni nella possibilità di verificare, col processo di osservazione, la validità delle teorie e di archiviare quelle ormai al di là di ogni rischio di discutibilità oppure di definire delle teorie che possano spiegare fatti oggettivamente osservati e scientificamente sperimentati; in seconda istanza nel sito vi si ribadisce con forza il principio che non è possibile spiegare le proprietà della psiche partendo dalle leggi e dall'osservazione della materia, rimanendo tuttavia aperta la porta per il percorso conoscitivo inverso. Condivido pienamente tutto questo e quanto altro ancora contenuto nel sito: in particolare sono d'accordo che sia opportuno che lo scienziato, specie nella sua attività di sperimentatore, lasci le sue eventuali argomentazioni filosofiche, come quelle teologiche alle pause distensive del caffè, sicchè si rispettino i ruoli delle singole discipline. Detto questo, però, non mi auspicherei che lo scienziato, pur nel rispetto dei ruoli, prenda sdegnosamente le distanze dalla filosofia o dalle cose del pensiero religioso come se fossero sconvenienti per un fisico. Dico questo perchè sono convinto che il processo della conoscenza passi per la fase filosofica poi per quella della costruzione delle teorie ed infine per la verifica sperimentale per scartare le teorie falsificate. La importanza della fase filosofica starebbe dunque nel fatto che è l'humus vitale acché germoglino le teorie. Naturalmente c'è anche una fase filosofica successiva all'accettazione sperimentale delle teorie: si tratta di quel periodo in cui la filosofia si impegna per ampliare, oltre l'osservabile reale, la conoscenza acquisita, diffondendola nel sentire comune della gente, creando così nuovo humus per futuri sviluppi della scienza e della conoscenza. Poincaré percepì anticipatamente, in una fase filosofica, se così si può dire, il lavoro di Einstein sulla relatività. Grazie per la cortese attenzione. Mario Barbella

u 07/09/2004 Caro dr. Biagini, la problematica affrontata è sicuramente interessante, importante e richiede un certo coraggio. Molti punti hanno bisogno di chiarimenti e quindi risulta sicuramente difficile discuterne via e-mail. Per esempio, la sua concezione del mondo animale (escluso l'uomo), mi lascia alquanto perplesso (mi riferisco al testo 'Alla scoperta della materia'). Su 'Mente e cervello' quello che lei dice è sostanzialmente corretto, ma non parlerei mai di dimostrazione scientifica. L'esistenza di Dio è una esperienza personale e nessuno potrà convincere un altro di tale esistenza se l'altro non si dirà disponibile a fare nella sua vita una tale esperienza. L'evangelizzazione serve a questo. Annunciare che si può sperimentare nella propria vita l'Amore di Dio; nessuno mai si convertirà perché gli facciamo una dimostrazione 'scientifica' che Dio esiste. Questo non significa che dobbiamo rinunciare all'uso di certe argomentazioni per contrastarne delle altre, come lei fa, ma, voglio dire, che non è questa la cosa più importante per un cristiano. Il suo approccio è comunque bello e appassionato e sarò contento di leggere ancora i suoi contributi alla problematica.

Prof. Vincenzo Augelli,
Dipartimento di fisica,
Università di Bari.

u 14/10/2004 Salve! Sono una nuova visitatrice di questo sito ed essendo anche al primo anno di neuropsicologia molti argomenti li trovo interessanti ed esplicativi,complimenti per il bel sito, Serena

u 26/05/2005 La mia ammirazione per il sito che ho apprezzato per la semplicità delle pubblicazioni e la chiarezza nello stile compositivo. Josè

u 18/06/2005 Caro Marco, che dire, le tue argomentazioni sono sempre più interessanti e mi aprono ambiti di ragionamento che prima non avevo neanche pensato.... Sarò monotono ma non posso non continuare a ringraziarti per il tuo tempo e le tue risposte. Il tuo aiuto nel cammino che ho intrapreso è fondamentale.

u 02/07/2005 Sono tematiche molto importanti che rispondono ai tanti dubbi che il materialismo ateo ha inculcato nell'intelligenza dell'uomo. Francesca

u 13/10/2005 Buongiorno, sono uno studente di ingegneria informatica a Genova e sono capitato sul vostro sito da un link di www.punto-informatico.it . Ho trovato tutto molto interessante, soprattutto le obiezioni e dei dubbi sulla capacità esplicativa della vita psichica da parte della scienza che mi ero posto indipendentemente da voi già da tempo, arrivando a conclusioni molto simili a quelle che argomentate. Il problema è quello di Cartesio, il "Cogito ergo sum" che è sconvolgente nella sua esperienza quotidiana. Non avevo certo mai trovato argomentazioni così scientifiche, ma credo che il problema in sè sia comprensibile anche senza un background universitario. Gli articoli sul vostro sito hanno il pregio di essere chiari e esaurienti al tempo stesso, complimenti. Credo che la scienza possa solo limitarsi ad ammettere la propria insufficienza nel descrivere pienamente la realtà, e implicare quindi la necessità non già di Dio, ma della trascendenza, fermandosi un passo prima. Dopo inizia la fede, che non tutti sono tenuti a condividere (anche se Pascal suggerirebbe fortemente di farlo). Ciò che avete/hai scritto nel sito è realmente interessante e giunge a una conclusione (l'insufficienza del materialismo) che dovrebbe essere condivisibile da chiunque affronti la problematica in maniera scevra da pregiudizi. Paolo.

u 13/02/2006 Salve, sono un giovane laureato in filosofia, con la passione per tutto ciò che gravita attorno alla coscienza, alla percezione, ma profondamente innamorato dei principi che fondano la filosofia di Pascal e suoi sviluppatori. Debbo dire che la lettura del suo articolo su mente e cervello… mi ha colpito e interessato moltissimo. Senza retorica faccio i miei più sinceri complimenti. Pietro

u 28/06/2006 La ringraziamo per il lavoro che fa in difesa della fede, e auguriamo ogni bene. Angela e Lucia Silvestri

www.federagione.it


u 29/08/2006 Sono un profondo estimatore del vostro sito i quali contenuti condivido pienamente. Ancora non molta gente crede possibile l'esistenza di un anima mentre tutti o quasi associano la capacità di pensare, provare sentimenti e lo svolgimento di ogni nostra azione alle funzioni cerebrali. Per me è assurdo. Federico.

u 15/09/2006 Questo é un argomento stupendo affrontato e risolto in modo altrettanto stupendo.Quando è la scienza che parla, anche gli scettici debbono inchinarsi.Io non ero e non sono scettico, ho sempre pensato che la psiche umana esuli totalmente dalla materia e rappresenti una promessa di eternità, solo che i miei argomenti per sostenere ciò non erano scientifici. Adesso sono assai più felice sapendo che pensavo giusto. Mario

u 14/02/2007 Ciao Marco, scusami se mi permetto di drti del tu ma, da come hai risposto ai miei interrogativi mi sembra di parlare ad un amico e fratello in fede. E' proprio vero che le persone (forse non tutte) che hanno un certo livello di maturirà oltre che cultura e studio personale, sono le più umili! Grazie a Dio. Mi hai sollevato da un grosso fardello (quello di avvelermi dei tuoi scritti) dal momento che le mie conoscenze, riguardo a fisica e scienza sono moltissimo limitate; quindi approfitterò delle tue, a pro della fede in Cristo Gesù che ci accomuna in un unico Dio. Che il Signore sia con te, ciao Lucio.

u 05/03/2007 Ciò che scrive il Dottor Marco Biagini in merito a "Mente e Cervello: Una discussione scientifica che conduce all'esistenza dell'anima" esprime un consolante equilibrio tra fede e scienza che non tutti riescono a raggiungere e a consolidare. Dietro le ammirevoli sintesi e correlazioni tra molteplici discipline si delinea una umanità riuscita che trova anche il tempo per rendere più comprensibile ciò che non riusciamo spesso a capire. Grazie per il significativo scritto. Gianfranco Giorgi

u 19/03/2007 Complimenti vivissimi per l'analisi che ho avuto il piacere di leggere con attenzione. Mi sono imbattutto nel Suo sito, proprio per la necessità di trovare una spiegazione razionale all'esistenza del trascendente (che io avverto come intuizione, ma che non sono in grado di dimostrare in quanto non ho le necessarie conoscenze scientifiche), dopo una disquisizione su questa tematica con alcuni amici che, dichiarandosi razionalisti, sostengono di non poter credere al trascendente in quanto non razionale. Credo che la Sua analisi vada diffusa maggiormente anche per stimolare ulteriori sviluppi della stessa. Personalmente cercherò di diffonderla fra i miei conoscenti. Giulio

u 15/07/2007 Caro Marco, ho letto con vivo interesse i tuoi articoli che ho trovato per caso facendo delle ricerche e ne sono rimasta affascinata, tant'è che sto facendo conoscere in giro il tuo sito. Ciao, Maria

u 23/06/2008 Pur occupandomi di altre cose, sono rimasto estremamente colpito dalla chiarezza delle vostre esposizioni scientifiche e dalla forza dei vostri argomenti. Non posso che dirvi grazie ! Vorrei segnalare il vostro sito ad altre persone, università ed organizzazioni sia in Italia che all’estero. Un grazie particolare al Prof. Marco Bigini per i suoi articoli, in primis quello su mente e cervello e vorrei ricordare le parole del Papa Giovanni Paolo. II nel suo discorso del 1996 alla Pontificia Accademia delle Scienze : " la materia non può essere l’epiphenomenon dello spirito". Giorgio



Per leggere i commenti dei visitatori stranieri, clicca qui