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ALLA SCOPERTA
DELLA MATERIA


               

               


Contraddizioni scientifiche del materialismo:
proprietà olistiche ed emergenti, complessità, ecc.

a cura di: Marco Biagini
Dottore di Ricerca in Fisica dello Stato Solido.


    I materialisti negano l'esistenza della psiche come entità trascendente rispetto alla realtà fisica ed affermano che sensazioni, emozioni e pensieri sono generati dai processi cerebrali, ossia dalla materia. Nel mio precedente articolo ho spiegato come tali posizioni siano smentite dalla scienza moderna, ma ora cercherò di analizzare più in dettaglio le contraddizioni logiche e scientifiche degli argomenti più frequentemente utilizzati dai materialisti.
    Nel materialismo, la vita psichica viene considerata una proprietà complessa, emergente o macroscopica della materia, ma questa definizione è inconsistente dal punto di vista logico; infatti, la scienza ha dimostrato che tutte le cosiddette proprietà macroscopiche sono in realtà solo concetti utilizzati per descrivere in modo approssimativo i processi fisici reali, che consistono unicamente in successioni di processi microscopici elementari. Un esempio di proprietà macroscopica, spesso citato dai materialisti, è la ruvidità; il materialista afferma che le particelle elementari non hanno ruvidità, e quindi la ruvidità è una proprietà nuova che emerge solo a livello macroscopico. Questo è invece completamente sbagliato; infatti, la ruvidità è solo un concetto utilizzato per descrivere un certo tipo di distribuzione geometrica delle molecole su una superficie. Le leggi della fisica stabiliscono un'infinità di possibili distribuzioni geometriche delle particelle, e noi possiamo classificare tali possibili distribuzioni geometriche con nomi diversi, elaborando i concetti di superfici ruvide o lisce, ecc. Si tratta però solo di concetti e classificazioni arbitrarie e soggettive, utilizzate per descrivere come un oggetto esterno appare alla nostra mente cosciente, e non come esso è.
    Anche il concetto di oggetto macroscopico rigido e compatto è solo un'illusione ottica e non un'entità fisica. L'immagine dell'oggetto che noi percepiamo è infatti solo una rappresentazione approssimata dell'oggetto fisico realmente esistente. Nessun oggetto esiste in natura così come noi lo immaginiamo e lo vediamo; gli oggetti solidi ci appaiono infatti come se fossero riempiti uniformemente di materia immobile, mentre in realtà essi sono solo insiemi di particelle che si muovono ad alta velocità: la materia è concentrata in una piccolissima porzione dello spazio occupato dall'oggetto, prevalentemente nei nuclei atomici, e non è distribuita uniformemente così come noi la vediamo.
    Le leggi della fisica stabiliscono che le proprietà possibili per ogni particella o molecola sono le stesse, ossia la proprietà di scambiare energia con altre particelle o fotoni, e la proprietà del movimento; queste sono le proprietà di ogni particella quantistica, e nessun aggregato di particelle quantistiche può possedere nuove proprietà. Non esiste quindi alcuna reale proprietà emergente a livello macroscopico. Le proprietà macroscopiche citate dai materialisti non sono proprietà oggettive della realtà fisica, ma sono solo astrazioni o concetti usati per descrivere le nostre esperienze sensoriali. In altre parole, esse sono idee concepite per descrivere o classificare, secondo criteri arbitrari, una determinata successione di processi microscopici, e tali idee esistono solo in una mente cosciente e pensante. Quindi la proprietà complessa o macroscopica, essendo solo una astrazione, presuppone l'esistenza della vita psichica. Risulta chiaro che la vita psichica non può essere considerata una proprietà macroscopica o complessa della realtà fisica perché la proprietà macroscopica stessa presuppone l'esistenza della vita psichica. Si tratta quindi di una palese contraddizione logica. Nessuna entità la cui esistenza presuppone l'esistenza della vita psichica può essere considerata la causa dell'esistenza della vita psichica.
   Un altro argomento usato dai materialisti è quello secondo cui la vita psichica sarebbe generata dal fatto che nel cervello vengano scambiate molte informazioni. Anche in questo caso si tratta di una palese contraddizione logica, perché il concetto stesso di informazione presuppone l'esistenza della vita cosciente, e non può essere quindi usato per spiegarne l'esistenza. I materialisti spesso obiettano che anche nel computer sono immagazzinate delle informazioni, ma si tratta di un linguaggio improprio. Infatti, nel computer sono immagazzinati in realtà solo degli impulsi elettrici. E' la mente umana che ha stabilito un linguaggio convenzionale per codificare delle informazioni in una successione di impulsi elettrici. Per capire meglio che cosa intendo dire, si pensi all'alfabeto Morse: una successione di linee e punti non è un'informazione; lo diventa solo se una mente cosciente ha stabilito una convenzione per associare a quella determinata successione di linee e di punti un determinato significato. Dunque ogni informazione è sempre il prodotto della vita psichica cosciente, e questo dimostra che il concetto di informazione non può essere usato per spiegare l'esistenza della coscienza.
   Vorrei aggiungere un commento su un tipico argomento usato a sostegno del materialismo, che è quello secondo il quale la vita psichica esiste nel cervello a causa della sua complessità. L'invalidità di questo argomento si dimostra facilmente con le seguenti considerazioni. Innanzitutto il concetto di complessità si riferisce ad un problema; ma il problema esiste solo come domanda che si pone una persona cosciente ed intelligente. E' quindi l'uomo, che essendo cosciente ed intelligente, si pone un dato problema e decide se considerarlo semplice o complesso. Dunque, la vita psichica è un presupposto, ossia una condizione prelminare necessaria per l'esistenza di un qualsivoglia problema e anche della complessità; in assenza di vita psichica, non esisterebbe alcun problema nè alcuna complessità, il chè prova che la complessità non può generare la vita psichica. Inoltre, il concetto di complessità è un concetto arbitrario e soggettivo; un determinato problema può essere ritenuto complesso da una persona e semplice da un'altra persona. Poichè la soggettività presuppone l'esistenza della vita psichica, nessun concetto soggettivo (come quello di complessità) può essere usato per tentare di spiegare l'esistenza della vita psichica. Anche questo è sufficente a dimostrare l'invalidità sul piano della logica dell'argomento della complessità. In matematica si usano alcune definizioni di complessità, ma come ogni altra definizione matematica, si tratta di definizioni arbitrarie, che non hanno alcun valore scientifico. In matematica è infatti possibile inventarsi infinite definizioni, equazioni, insiemi, proprietà, e dare ad esse i nomi più pittoreschi, ma si tratta solo di concetti astratti, la cui esistenza presuppone l'esistenza della vita psichica, cosciente ed intelligente. Le equazioni della fisica sono le sole equazioni matematiche che hanno un valore scientifico, perché sono le sole confermate sperimentalmente. Una delle definizioni più comuni della complessità è la seguente: "un sistema complesso è un insieme in cui gli elementi subiscono continue modifiche singolarmente prevedibili, ma di cui non è possibile, o è molto difficile, prevedere uno stato futuro". Dalla definizione data si comprende molto chiaramente come la complessità abbia una natura intrinsecamente concettuale e non possa esistere indipendentemente da un mente intelligente. Infatti essa è definita in relazione alla capacità di prevedere l'evoluzione di un sistema. E' ovvio che solo una mente intelligente può tentare di prevedere l'evoluzione di un sistema. Dunque l'esistenza della vita psichica è una condizione preliminare necessaria per l'esistenza della complessità. Ne segue che la complessità non può generare la vita psichica. Si può poi osservare che alcuni tipici esempi di sistemi complessi secondo la suddetta definizione sono gli ecosistemi, i fenomeni metereologici, la crosta terrestre in realazione alla possibilità di prevedere terremoti. Se per assurdo si ipotizzasse che la complessità sia la causa dell'esistenza della vita psichica allora anche la crosta terrestre o un qualunque ecosistema dovrebbero essere dotati di vita psichica. Il concetto di complessità non esiste nelle leggi della fisica, nelle quali sono presenti solo concetti come carica, massa, velocità, ecc. Le leggi della fisica sono il fondamento di tutta la scienza moderna ed ogni processo naturale è determinato unicamente dalle leggi della fisica; nelle leggi della fisica non esiste alcuna legge della complessità, tantomeno alcuna legge che stabilisca che la complessità generi vita psichica! Il concetto di complessità non è necessario per spiegare nessun fenomeno naturale, né chimico, né elettromagnetico, né biologico, essendo tutti questi fenomeni spiegabili utilizzando le sole leggi della fisica.
   Analizziamo alcune tipici esempi di proprietà citate dagli antiriduzionisti nel tentativo di dimostrare che le proprietà del tutto non sono riducibili alle proprietà delle parti che lo compongono. Il primo è quello del conduttore elettrico, dove gli elettroni sono liberi di muoversi in tutto il cristallo: in termini quantistici si dice che la loro funzione d'onda è delocalizzata a tutto il cristallo. L'antiriduzionista afferma che questa delocalizzazione rappresenta una nuova proprietà non riducibile a quella dei componenti. Ma si tratta di una palese falsità. Infatti, anche la funzione d'onda di un singolo elettrone libero può essere delocalizzata, e quindi la delocalizzazione non è in nessun modo legata alla complessità del sistema.
    L'antiriduzionista afferma poi che i moti turbolenti dei fluidi non sono riducibili alle proprietà dei componenti, ma è una evidente falsità. Infatti il moto dei fluidi non è altro che il moto delle particelle che lo compongono e nulla più. Poiché il calcolo del moto di tutte le particelle sarebbe troppo laborioso, si utilizzano spesso dei modelli semplificati per descrivere a livello macrosopico il fluido; le proprietà di tali modelli non sono però proprietà reali esistenti in natura, ma soltanto descrizioni approssimative dei fenomeni reali, che consistono unicamente nel moto delle singole particelle.
    Un'altro argomento usato dagli antiriduzionisti è quello dell'esistenza di bande di valori proibiti di energia per gli elettroni nei cristalli; anche in questo caso non si tratta di una proprietà in alcun modo legata alla complessità, dato che anche in un sistema semplicissimo come l'atomo di idrogeno, che è costituito da due sole particelle (un protone ed un elettrone) esistono bande di energia proibite. In realtà l'esistenza di valori permessi e di valori non permessi di energia è una caratteristica di tutti i sistemi quantistici. L'antiriduzionista afferma generalmente che la bicicletta non è solo l'insieme dei suoi componenti, ma è ovvio che egli sta negando semplicemente l'evidenza; la bicicletta è infatti solo l'insieme dei suoi componenti, assemblati ossia posizionati in una determinata configurazione geometrica. Ovviamente la vita psichica non è una figura geometrica, e non può essere spiegata come il posizionamento di pezzi meccanici in una determinata configurazione geometrica.
    In generale, si può osservare che la definizione di qualunque insieme è arbitraria, come è arbitrario stabilire quali elementi debbano fare parte dell'insieme e quali no. Le proprietà olistiche o collettive, ossia le proprietà dell'insieme, sono dunque necessariamente soggettive ed arbitrarie, poichè dipendono dalla nostra definizione dell'insieme. Poichè la vita psichica è una condizione preliminare necessaria per l'esistenza dell'arbitrarietà (e conseguentemente di ogni proprietà arbitraria) è ovvio che la vita psichica non può essere considerata una proprietà olistica o collettiva.
   L'incapacità di fornire alcun valido esempio di oggettive proprietà, osservabili in natura, che non siano riducibili alle proprietà delle particelle, né spiegabili dalle leggi della fisica, è una chiara conferma dell'inconsistenza e della mancanza di fondamenti scientifici delle filosofie antiriduzioniste. D'altra parte i riduzionisti sanno invece sempre spiegare scientificamente tutte le proprietà dei sistemi molecolari, riconducendole alle leggi dell'elettrodinamica quantistica; tanto nei sistemi microscopi, come in quelli macroscopici, non esiste infatti nessuna proprietà che non sia riducibile, almeno concettualmente, o ad ordinarie proprietà geometriche (essendo la materia distribuita nello spazio) o alle proprietà delle particelle elementari e alle leggi della fisica; in molti casi, grazie all'uso dei computers di cui oggi disponiamo, è già possibile anche calcolare con precisione le proprietà macroscopiche partendo direttamente dalle leggi della meccanica quantistica (calcoli da principi primi). Come ho spiegato, il solo fenomeno osservabile che non è riducibile alle leggi della fisica è la vita psichica.
   L'uomo può stabilire dei criteri (arbitrari) per classificare i processi naturali, ma tali criteri esistono solo nella mente umana, e non nella realtà fisica, che è determinata unicamente dalle leggi della fisica. Tutti i processi che avvengono nel nostro cervello sono unicamente determinati dalle leggi della fisica e quindi non è possibile utilizzare concetti estranei a tali leggi (come il concetto di complessità, funzionalità o informazione) per tentare di spiegare la vita psichica come prodotto dei processi cerebrali. Tali concetti presuppongono l'esistenza di una mente cosciente (e quindi trascendente rispetto alle leggi della fisica ) e non possono quindi essere usati per negare l'esistenza di una realtà trascendente rispetto alle leggi della fisica. Faccio un esempio: Se si mettono dei mattoni uno sopra l'altro quello che si ottiene sarà sempre solo un mucchio di mattoni, indipendentemente dal fatto che lo si definisca casa, torre o ponte. I concetti di casa, ponte o torre esistono infatti solo nella mente umana; ciò che esiste nella realtà fisica sono solo le particelle quantistiche, come gli elettroni. Queste particelle possono occupare diverse posizioni nello spazio, per cui possiamo ottenere insiemi di particelle con diverse forme geometriche. Poichè l'interazione elettromagnetica può essere attrattiva, le particelle possono attrarsi e restare le une vicino alla altre, formando così degli oggetti solidi macroscopici. Noi possiamo scegliere di chiamare un insieme di particelle con una data forma "sedia", con un'altra forma "tavolo" ecc. Ma questi nomi e questi concetti sono solo idee astratte che non esistono nella realtà fisica; tali nomi e tali concetti presuppongono l'esistenza della vita psichica, ossia l'esistenza di una persona cosciente ed intelligente che analizza la realtà esterna e la classifica elaborando criteri arbitrari.
   Il fatto che per tentare di spiegare la vita psichica si debba ricorrere a tali concetti (complessità, informazione, ecc.), estranei alle leggi della fisica, è una ulteriore dimostrazione del carattere trascendente della vita psichica rispetto alla realtà fisica. Nessun concetto estraneo alle leggi della fisica è infatti necessario per spiegare i processi chimici, biologici, neurologici o cerebrali; tali processi sono spiegati dalle sole leggi della fisica. Si può affermare che le leggi della fisica sono la causa di tutti i processi fisici, chimici e biologici. Se la spiegazione della vita psichica richiede l'introduzione di principi estranei alla fisica, questo significa che tale fenomeno trascende le leggi della fisica, ossia che tale fenomeno non è fisico, a meno che non si cambino le equazioni della fisica. Come ho spiegato, però, cambiare le leggi della fisica significa cambiare tutte le soluzioni di tali equazioni, perdendo quindi tutti quei miliardi di soluzioni corrette che le leggi della fisica ci hanno dato. Poiché le leggi della fisica sono il fondamento di tutte le scienze naturali, cambiare le leggi della fisica significherebbe fare crollare tutta la scienza moderna e ripartire da zero. Ipotizzare un cambiamento delle leggi della fisica significa uscire dall'ambito scientifico ed entrare in quello della filosofia puramente speculativa.
   Il processo logico del materialismo è lo stesso che conduce all'idolatria; infatti l'idolatra crede che l'oggetto (idolo) in certe circostanze abbia una vita psichica, a prescindere dal fatto che esso sia fatto con materiale ordinario. Allo stesso modo il materialista crede che l'oggetto (il cervello) abbia una vita psichica, a prescindere dal fatto che sia fatto con materiale ordinario (elettroni, campi elettromagnetici, ecc.) .
   Un'ultima tipica contraddizione del materialismo è quella di affermare che gli impulsi elettrici nel cervello generino sensazioni, emozioni, ecc. Tale affermazione è incompatibile con le leggi della fisica che stabiliscono che gli impulsi elettrici nel cervello sono equivalenti agli impulsi elettrici fuori dal cervello (un impulso elettrico è costituito unicamente da elettroni in movimento) e che tutti gli impulsi elettrici generano solo campi elettromagnetici. Per affermare che gli impulsi elettrici generano qualcos'altro oltre ai campi elettromagnetici, bisognerebbe cambiare le leggi della fisica. Di fatto i materialisti prendono in prestito alcune parole chiave dal linguaggio scientifico, come "impulso elettrico", "energia", ecc. e poi attribuiscono a tali entità proprietà che sono incompatibili con le leggi della fisica. Si tratta di un vero e proprio abuso del linguaggio scientifico.

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