l - I media come partiti

2 - Bionde e brunette, odio di colore

I media come partiti : A metà aprile 2002, nel pieno del tentato golpe, Tal qual - settimanale di Caracas assai poco favorevole al governo di Chavez - definiva la situazione sociale del paese come uno "scontro tra due gruppi divisi dal più antico odio sociale che sia mai esistito in Venezuela, quello che all'epoca coloniale e durante la lotta per l'indipendenza andava sotto il nome di odio de castas y colores".

Certo, anche colori, al punto che il noto giornalista inglese Greg Palast definisce - poi neanche tanto scherzosamente - l'agitazione contro Chavez dell'opposizione anche come "rivolta delle bionde" , mentre le "brunette" sono le donne del popolo, le indie - come Chavez (*) - che difendono il "processo bolivariano".

(*) Il presidente, per la precisione, è un metizo-zambo , cioè un meticcio figlio di un indio e una negra, o il contrario.

LA RIVOLTA DELLE BIONDE
di Greg Palast
(da Venezuela e Argentina: storia di due colpi di Stato ; New Internationalist Magazine , 7 luglio 2002)
www.gregpalast.com/detail.cfm?artid=169&row=2

Caracas - Il primo maggio (2002), partendo dall'hotel Hilton, 200.000 bionde hanno marciato verso l'est della città seguendo Casanova Avenue, la principale arteria commerciale di Caracas. Nello stesso tempo circa mezzo milione di brunette convergevano verso di loro da ovest. Tutto questo avrebbe potuto sembrare nient'altro che un Carnevale delle parrucchiere se due settimane prima 16 persone non fossero state ammazzate quando i due schieramenti si erano incrociati.

Le piccole donne brune del primo maggio sono sostenitrici del presidente venezuelano Hugo Chavez. Scendono dai ranchos , vere e proprie concrezioni di baracche di mattoni rossi, impilate uno sull'altro lungo i pendii ripidi e instabili che circondano questa città di cinque milioni di abitanti. I muri di alcune casupole sono nuovi, realizzati di recente, con un miglioramento notevole rispetto a quelli di prima, lerci, delle baracche costruite in fretta con pezzi di cartone. "Chavez gli dà i mattoni e il latte", mi ha spiegato un giornalista di una televisione locale, "e loro votano per lui".

Chavez è scuro e tutto tondo, come una noce di cola. Come i suoi sostenitori è "un indio". Ma le bionde, "le spagnole", sono le proprietarie del Venezuela. Vicino a me un gruppetto di manifestanti della marcia bionda grida "out, out!" , in inglese, come per imporre la revoca del presidente. Una dirigente aziendale del settore oli alimentari, dall'alto dei suoi tacchi, con occhiali di marca e reggiseno rinforzato, si distacca un po' dal corteo e dice: "bisogna battersi per la democrazia", prima di aggiungere: "cercheremo di farlo istituzionalmente". Una frase che non aveva alcun senso per me fino a quando una bancaria dal rossetto rosa pallido mi spiegò che, per sbarazzarsi di Chavez, "non possiamo attendere le prossime elezioni". (Appendice 1)

 

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Dossier FNSI a cura di Pino Rea | Impaginazione e grafica Filippo Cioni