III - Un nuovo tentativo di golpe

1 - La tensione risale alle stelle

 

CRONOLOGIA
(Ansa)

IL QUARTO SCIOPERO GENERALE IN MENO DI UN ANNO

- 2 dicembre - Il quarto sciopero generale in meno di un anno contro il presidente Hugo Chavez è cominciato oggi alle 6 (le 11 italiane) in Venezuela. Le immagini proposte dalle emittenti televisive hanno mostrato nelle prime ore del giorno un traffico ridotto sulle autostrade e nelle vie di ingresso a Caracas. La televisione statale 'Venezolana de Television' ha pero' mostrato zone popolari con ampia affluenza e l'apertura di un mercato sull'avenida Bolivar dove il governo ha posto in vendita generi a prezzo controllato. Il 'Coordinamento democratico', che organizza lo sciopero, non ne ha comunicato la durata, un atteggiamento che il vicepresidente Vicente Rangel ha definito 'golpistà.

SCONTRI A CARACAS

- 4 dicembre - Ancora tensione oggi in Venezuela dove, nel terzo giorno dello sciopero a tempo indeterminato indetto dall'opposizione contro il presidente Hugo Chavez, in alcune città dell'interno vi sono stati scontri tra simpatizzanti del governo ed oppositori, con un bilancio di alcuni feriti lievi. In un paio di casi sono intervenuti i militari della Guardia nazionale che hanno disperso i dimostranti con i gas lacrimogeni. A Caracas migliaia di oppositori sono scesi per le strade per raggiungere l'hotel dove il segretario generale dell'Organizzazione degli stati americani (Osa), Cesar Gaviria è riunito con rappresentanti della stessa opposizione e membri del governo, nel tentativo di convincerli a riprendere il dialogo per trovare una soluzione alla crisi. Altre migliaia di simpatizzanti del governo si sono invece radunati in un'altra zona della città. Intanto, sul fronte dello sciopero, continua la guerra di cifre tra governo ed opposizione sulla sua consistenza, pur se è evidente che il numero di negozi e fabbriche chiuse è molto minore rispetto a lunedì scorso, mentre i trasporti pubblici e le installazioni petrolifere funzionano regolarmente.

I MILITARI A DIFESA DEL PETROLIO. CHAVEZ DENUNCIA IN TV, IN ATTO UN PIANO PER ROVESCIARE GOVERNO
(di Maurizio Salvi)

- 5 dicembre - I piani dell'opposizione in sciopero da lunedì, miranti a paralizzare l'industria petrolifera nazionale, hanno determinato una accelerazione delle tensioni in Venezuela e provocato la reazione del presidente Hugo Chavez che ha praticamente disposto la militarizzazione delle infrastrutture del settore, vitale per il paese. Inoltre, il presidente Chavez ha generalizzato la sua controffensiva rivolgendosi ancora una volta al paese via televisione per condannare la protesta del Coordinamento democratico che, a suo avviso, ha riproposto lo scenario del fallito golpe dell'11 aprile scorso. Ieri sera, il capo dello stato aveva tenuto una strategica riunione nel palazzo di Miraflores con il suo vice Vicente Rangel, con vari ministri e deputati, e con il presidente della compagnia petrolifera Pdvsa, l'ex segretario generale dell'Opec, Alì Rodriguez. Là era trapelato che il governo aveva insistentemente chiesto all'opposizione di non coinvolgere nella sua protesta il patrimonio petrolifero venezuelano. La risposta era stata una sorta di sfida con la convocazione della marcia odierna su un percorso che univa proprio le sedi di Pdvsa nei quartieri di Chuao e di La Campina. All 'ultimo momento, gli organizzatori di questa protesta hanno comunque accettato che il destino finale dei dimostranti oggi fosse simbolicamente una rivendita di pane, ' La Selvà , sull'Avenida Libertador e non La Campina , dove sarebbe stato inevitabile uno scontro con i sostenitori di Chavez, là appostati dal mattino. Di fronte all'acuirsi della tensione, il capo dello stato ha rinunciato a recarsi a Brasilia per partecipare alla firma di un accordo economico fra Mercosur e Gruppo Andino, ed ha preso in mano le redini di un offensiva contro l'opposizione. "È in atto - ha detto rivolgendosi ai venezuelani a reti unificate - un piano che si propone di rovesciare il governo nazionale", e "per questo chiedo a quanti vogliono preservare la nostra democrazia di scendere in strada per difendere le conquiste della rivoluzione". "Lo sciopero è fallito", ha proseguito nel messaggio durato un'ora e mezza - e comunque l'opposizione "vuole rubarci il Natale, destabilizzare la famiglia venezuelana, riempire di angustia e timore milioni di venezuelani". Quasi al termine del suo intervento, il capo dello stato ha svelato il tema che più lo preoccupava quando ha sostenuto che i suoi avversari "tentano di spingere alla rivolta i militari" e per di più "vogliono bloccare il settore petrolifero". "Il loro obiettivo segreto - ha assicurato - è la privatizzazione del nostro settore piu' strategico, ma vi assicuro che la produzione petrolifera resterà sotto controllo statale". Per questo, ha aggiunto senza privarsi del piacere di bere un caffé espresso da una tazzina bianca, "ho dato ordine alla Marina e all'Esercito di intervenire dovunque sia necessario per proteggere gli interessi del paese". Mentre Chavez parlava, i media assicuravano che varie petroliere della compagnia PDVA Marina - Pilin Leon, Yabire, Morichal, Moruy, Carua e Paramacal - avevano sospeso la loro attività nella regione del Lago di Maracaibo, cuore del petrolio venezuelano, aderendo allo sciopero. Inoltre, responsabili di varie strutture portuali venezuelane annunciavano per parte loro l'interruzione delle operazioni di carico e scarico, in adesione alla protesta. Così, di fronte al rischio di paralisi completa del commercio petrolifero, il Ministero della difesa ha ordinato al comandante generale della Marina, ammiraglio Carnejo Arenas, di attivare il 'Piano Alcazar' previsto per questo tipo di emergenza. E la prima petroliera ad essere militarizzata all'interno di questa strategia è stata la 'Pilin Leon', il cui comando si era rifiutato di scaricare 44 milioni di benzina nelle installazioni di Bajo Grande.

VENEZUELA: CHAVEZ DENUNCIA GOLPE PETROLIFERO PARLANDO ALLA RADIO. SCIOPERO DEL SETTORE AL SETTIMO GIORNO

- 8 dicembre - Di fronte al protrarsi dello sciopero - oggi al settimo giorno - il presidente del Venezuela Hugo Chavez ha denunciato che "settori golpisti" stanno cercando di bloccare l'attività della holding petrolifera di stato Pdvsa "per seminare il caos, giustificare ogni sorta di azioni militari e defenestrare il governo". Nel corso del suo abituale intervento radiofonico della domenica, il capo dello stato ha anche affermato che il presunto piano di destabilizzazione "conta su connessioni esterne" e punta "alla privatizzazione" della compagnia. "In fondo non pensano a Chavez, ma all'industria petrolifera", ha sottolineato il presidente.

CHAVEZ, "NON MI DIMETTO"

- 8 dicembre - Il presidente Hugo Chavez ha ribadito iersera che non si piegherà alla richiesta di rinunciare al suo incarico, come pretende l'opposizione, e che affronterà nuove elezioni, solo "nei termini previsti" dalla Costituzione. "E sono sicuro che le vincero"', ha anche assicurato il capo dello stato rivolgendosi, con l'immancabile basco rosso in testa e da un altissimo palco, alla folla di simpatizzanti radunatasi davati al Palazzo Miraflores. Chavez ha anche accusato gli oppositori di "continuare a dire no alla democrazia, alla pace e alla dignita mentre noi, che siamo la maggioranza, diciamo sì alle nostre illusioni e ai nostri sogni"

CHAVEZ: I MEDIA TV VOGLIONO FARMI AMMAZZARE

- 8 DICEMBRE - Il presidente Hugo Chavez ha accusato oggi "i quattro grandi canali televisivi" privati del paese di aver messo in atto "una diabolica campagna" nei suoi confronti, con la quale "stanno istigando a far sì che qualcuno mi uccida". Secondo il capo dello stato, dopo la sparatoria di venerdì scorso in piazza Altamira, che ha provocato la morte di tre oppositori, tali media, ricorrendo "a metodi terroristici", stanno "incitando la gente alla violenza e alla vendetta". Chavez ha inoltre rivolto un appello "alla popolazione e ai militari" a non farsi "ingannare da questo nuovo attacco mediatico, selvaggio e senza limiti".

SOSTENITORI CHAVEZ ASSEDIANO RADIO E TV NAZIONALI

- 10 dicembre - Sostenitori del presidente Hugo Chavez si sono mobilitati la notte scorsa energicamente in varie località del Venezuela assediando sedi di radio e televisioni ed accusandole di informare a senso unico contro il governo. A Caracas, a Maracay e nello stato di Zulia, i militanti filo-governativi hanno minacciosamente circondato gli edifici delle emittenti, causando l'intervento della forza pubblica. Sempre nella notte, militanti del Coordinamento democratico di opposizione hanno a loro volta cinto d'assedio nella capitale la sede del canale televisivo statale. Questi atti "che minacciano la libertà di stampa" sono stati decisamente condannati dal segretario generale dell'Organizzazione degli stati americani (Osa), Cesar Gaviria. Tuttavia il ministro dell'interno e della giustizia, Diosdado Cabello ha difeso le manifestazioni assicurando che "il popolo scende in strada quando è in pericolo la democrazia".

SCIOPERO TOTALE FINO RINUNCIA CHAVEZ

- 12 dicembre - I massimi responsabili del Coordinamento democratico di opposizione in Venezuela hanno annunciato ieri sera a Caracas che lo sciopero generale "sarà totale e continuerà fino alla rinuncia del presidente Hugo Chavez". In una conferenza stampa congiunta, il presidente della Confederazione venezuelana dei lavoratori (Cvt), Carlos Ortega, e il presidente di Fedecamaras ( la Confindustria venezuelana), Carlos Fernandez, hanno assicurato che "il popolo continua la sua rivolta contro il regime chavista del terrore".

SI PAGAVANO LO STIPENDIO LEADER PDVSA IN SCIOPERO

- 23 dicembre - Quadri medi e superiori della compagnia petrolifera venezuelana Pdvsa aderenti allo sciopero generale a tempo indeterminato contro il presidente Hugo Chavez hanno lasciato "i dispositivi elettronici attivati" per continuare a ricevere lo stipendio regolarmente durante la protesta. Lo ha denunciato oggi il governo. Il ministro dell'energia e delle miniere, Rafael Ramirez, ha rivelato alla televisione statale che "durante i primi 15 giorni si sono pagati (da soli) attraverso il sistema automatico", ma ha aggiunto che ora il governo ha ripreso il controllo dell'amministrazione e gli oppositori "ormai non potranno piu' ritirare indebitamente lo stipendio".

OPPOSIZIONE LANCIA 'CACEROLAZO' DI MEZZANOTTE

- 24 dicembre - L'opposizione venezuelana ha deciso di non dare tregua al governo e per questo ha convocato oggi la popolazione a scendere in strada a mezzanotte, "esattamente in coincidenza con la nascita del Bambino Gesu"', per partecipare ad un 'cacerolazo' (protesta con pentole e coperchi) contro il presidente Hugo Chavez. Precedentemente, alle 17 (le 22 italiane) il Coordinamento democratico realizzerà una 'Preghiera per il Venezuelà lungo l'autostrada 'Francisco Fajardo'. La protesta per chiedere elezioni anticipate o le dimissioni del presidente Chavez è giunta al 23/o giorno, provocando gravi disagi alla popolazione e soprattutto nell'erogazione di carburante.

RIPRENDONO PROTESTE IN PIAZZA CONTRO GOVERNO

- 26 dicembre - Il Coordinamento democratico, che da 25 giorni sciopera contro il presidente del Venezuela Hugo Chavez, ha annunciato che oggi (giovedì) pomeriggio si svolgeranno varie marce all'insegna dello slogan 'Caracas si muovè. Carlos Ortega, presidente del sindacato Ctv, ha indicato che alle 11 (le 16 italiane) in un hotel del centro della capitale si svolgerà un incontro dal titolo 'La cultura fa un passo avantì. Successivamente, alle 14, in cinque diversi punti della città si riuniranno gli oppositori per marciare e protestare contro il governo. Allo stesso tempo Ortega ha chiesto a Chavez di convocare un referendum per trovare una via d'uscita. "Reagisca signor Presidente - ha insistito - e si svegli, perchè il paese sta morendo nelle sue mani". Ieri sera Chavez si è mostrato per tre minuti alla televisione, inviando gli auguri di Natale alla popolazione, deponendo assieme alle due figlie un piccolo Bambin Gesù in un presepe, ed evitando soprattutto ogni riferimento allo sciopero. Per parte sua Timoteo Zambrano, rappresentante dell' opposizione nel 'Tavolo di dialogo' col governo, ha respinto l'atteggiamento del presidente eletto del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, che ha offerto aiuto a Chavez. "Questo governo di Lula - ha esclamato - vuole svolgere il ruolo di rompi-sciopero e per noi questo è inaccettabile".

TAVOLO DEL DIALOGO IN SESSIONE PERMANENTE

- 27 dicembre - Il Tavolo del dialogo animato dal segretario generale dell'Organizzazione degli stati americani (Osa), Cesar Gaviria, è da oggi in 'sessione permanentè nel tentativo di definire una via d'uscita alla crisi che contrappone il governo del presidente Hugo Chavez e l'opposizione raccolta nel Coordinamento democratico. Al termine dell'incontro di ieri, Gaviria è apparso disteso, sostenendo che la seduta si era svolta "in un clima armonioso" e che "si era progredito abbastanza". Oggi, 26/o giorno di sciopero, il segretario generale dell'Osa incontrerà prima i parlamentari che fanno parte della 'Commissione di appoggio' al dialogo, poi i delegati delle due parti e quindi, alle 15 (le 20:00 italiane) presiederà una nuova riunione del 'Tavolo', ora in sessione permanente.

OPPOSIZIONE INVITA A NON PAGARE TASSE

- 30 dicembre - Come avviene ormai da quasi un mese anche oggi, 29/o giorno di sciopero, il governo del presidente Hugo Chavez e l'opposizione hanno insistito con le loro molteplici iniziative per logorarsi l'un l'altro. Uno dei più duri degli oppositori, il sindacalista Carlos Ortega, ha rivolto un appello ai venezuelani a mettere in atto "la disubbidienza fiscale", definendola un ricorso 'legittimo' per costringere il capo dello Stato a dimettersi. "Non dobbiamo pagare le tasse ad un regime che non mostra i suoi conti e dilapida il denaro del popolo", ha affermato Ortega. In proposito, però, il presidente dell'holding petrolifera Pdvsa Ali Rodriguez ha accusato l'opposizione di essere la responsabile delle perdite per "circa 2 miliardi di dollari" subita dalla compagnia a causa dello sciopero.

PENSIONATI E HACKER, ASSO DI CHAVEZ PER PETROLIO

- 31 dicembre - Tecnici in pensione ed hacker informatici sono state le principali carte giocate dal capo dello stato Hugo Chavez nella 'battaglia petrolifera per recuperare l'operatività dell'holding statale Pdvsa. Lo ha reso noto oggi il presidente della compagnia Alì Rodriguez. Nel primo caso, quando lo sciopero messo in atto a partire dal 2 dicembre dall'opposizione ha cominciato a scombussolare l'attività della Pdvsa, paralizzando produzione ed export, Chavez ha richiamato almeno 1.500 pensionati dell'impresa, tra i quali l'ingegnere Ivan Hernandez al quale ha affidato la raffineria del Paraguanà (CRP), la più grande del mondo ed il principale polmone dell'industria petrolifera venezuelana. Nella seconda settimana di sciopero, poi, quando i dirigenti legati all'opposizione hanno bloccato i codici delle operazioni computerizzate della Pdvsa, il governo è ricorso agli hackers del ministero della pianificazione per rimettere in moto il sistema. "Lo stesso - ha rivelato Alì Rodriguez - i dirigenti della Pdvsa che abbiamo sospeso, con accessi a distanza ai codici, sono riusciti a sabotare nuovamente l'operatività della compagnia". Appunto per questo, ha assicurato Rodriguez, gli hacker "sono stati costretti a ricorrere ad un'argine, definito in termini tecnici 'bolla di protezionè, che ora blocca l'accesso a distanza ai codici e ci consente di operare con meno problemi i vari settori dell'impresa".

CHAVEZ: PRONTI PROVVEDIMENTI CONTRO TELEVISIONI

- 17 gennaio - Il presidente venezuelano Hugo Chavez si è detto oggi che la prossima battaglia che si appresta a combattere è quella "contro i mezzi di comunicazione" che si sono coalizzati contro il governo. In un discorso-fiume in Parlamento, il capo dello Stato si è scagliato contro le quattro televisioni private del paese (Globovision, Venevision, Radio Caracas Television e Televen) bollandole di "quattro cavalieri dell'apocalisse". "Dico che, oltre l'opposizione sistematica che hanno organizzato contro il mio governo -ha proseguito-, una di esse ha addirittura utilizzato messaggi subliminali durante i film per colpire". "Ma non abbiamo timore -ha sottolineato- perchè questa battaglia la vinceremo. Il ministro delle Infrastrutture, Diodato Cabello, mi ha comunicato che sono pronti provvedimenti amministrativi contro due di queste televisioni".

SCIOPERO TRASPORTI, NON SI SENTE A CARACAS

- 22 gennaio - Lo sciopero generale di 24 ore del settore dei trasporti venezuelani decretato dall'opposizione non sembra per il momento avere effetto a Caracas. Benché l'iniziativa riguardi tutti i settori, i dipendenti della metropolitana della capitale hanno annunciato che non aderiranno. Anche i responsabili della Camera delle imprese di trasporto dell'area metropolitana e dell'Associazione venezuelana delle linee aeree hanno reso noto che si prevede una giornata lavorativa normale. Nelle ultime ore si sono moltiplicate le indicazioni di stanchezza delle differenti categorie in sciopero dal 2 dicembre 2002. Ieri, significativamente, hanno annunciato il loro ritorno al lavoro i dipendenti della marina mercantile che permettono il transito delle petroliere nello strategico Lago di Maracaibo. Negli ultimi giorni con ogni marea passavano solo due petroliere, mentre ora il loro numero salirebbe a cinque.

OPPOSIZIONE IN PIAZZA A DIFESA DI TV E GIORNALI

- 31 gennaio - Molte migliaia di persone, accompagnate da reginette di bellezza, personalità dello spettacolo e del giornalismo, hanno sfilato oggi in diversi cortei per le vie del centro di Caracas proponendo un 'Cammino per la libertà di espressione. La protesta è stata decisa perchè, di recente, il governo ha avviato procedimenti amministrativi contro varie emittenti televisive per aver trasmesso messaggi del Coordinamento democratico, che si oppone al presidente Hugo Chavez, senza aver pagato le corrispondenti tasse allo Stato. Le quattro più importanti televisioni private del paese (Globovision, Venevision, Televen e Rctv), che sono apertamente schierate contro Chavez, vengono da lui definite 'i quattro cavalieri dell'Apocalisse'. Praticamente anche tutti i quotidiani principali del Venezuela (fra cui 'El Universal' e 'El Nacional') hanno scelto di schierarsi contro il governo. Oltre ai provvedimenti amministrativi, il Consiglio nazionale delle telecomunicazioni (Conatel) ha messo a punto una 'Legge di contenuti' che servirà, si assicura, a garantire il pluralismo nel paese. Riferendosi ad essa, il leader del sindacato Ctv, Carlos Ortega, ha commentato: "Il regime pretende di zittire i mezzi di comunicazione sociale del paese". Intanto, la Miss Venezuela in esercizio, Mariangel Ruiz, e quella che l'ha preceduta, Cintia Lander, hanno aperto il corteo principale di solidarietà con la stampa dietro ad uno striscione che diceva 'libertà di espressione". I dimostranti si sono diretti verso l'Hotel Melià Caracas, dove si svolgono le riunioni del 'Tavolo di dialogo' stimolate dal segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa), Cesar Gaviria. Qui il Coordinamento democratico aveva predisposto un grande palco per permettere ai leader dell'opposizione di prendere la parola. Intanto la delegazione dei paesi che compongono il 'Gruppo di amicì del Venezuela (Usa, Spagna, Portogallo, Brasile, Messico e Cile) ha moltiplicato i suoi contatti a Caracas e ha avuto colloqui con il presidente Chavez nel Palazzo Miraflores. Successivamente, hanno assistito ad una sessione del 'Tavolo' di dialogo, dove l'opposizione ha proposto la riassunzione di tutti i 5.000 licenziati della compagnia petrolifera Pdvsa in caso di accordo politico. Ma all'emittente Unionradio il presidente della compagnia, Alì Rodriguez, ha assicurato che, se il governo cederà su questo punto, darà le dimissioni.

MARCIA PER LIBERTÀ DI STAMPA

- 31 gennaio - Il Coordinamento democratico ha organizzato per oggi sei diversi cortei che sfileranno nel centro di Caracas con lo slogan 'Cammino per la libertà di espressione'. Di recente il governo ha aperto procedimenti amministrativi contro varie emittenti televisive per aver trasmesso messaggi dell'opposizione senza aver pagato le corrispondenti tasse allo stato. Le quattro più importanti televisioni private del paese (Globovision, Venevision, Televen e Rcrt), che sono apertamente schierate contro il presidente Hugo Chavez, vengono da lui definite 'i quattro cavalieri dell'Apocalisse'. Praticamente anche tutti i quotidiani principali del Venezuela (fra cui 'El universal' e 'El nacional') hanno scelto di schierarsi contro il governo. I diversi cortei che partiranno alle 14 (le 19 italiane) convergeranno dopo due ore verso l'Hotel Melià Caracas dove si svolgono le riunioni del 'Tavolo di dialogo'. Riferendosi intanto alla nuova 'Legge dei contenutì che il governo sta preparando, il leader del sindacato Ctv, Carlos Ortega, ha commentato che con essa "il regime pretende di zittire i mezzi di comunicazione sociale del paese".

OPPOSIZIONE PER FINE SCIOPERO

- 1 febbraio - Il Coordinamento democratico di opposizione ha marciato ieri pomeriggio a Caracas in difesa della stampa, 'suggerendo' ai settori produttivi, meno quello petrolifero, di mettere fine allo sciopero cominciato il 2 dicembre 2002. L'iniziativa è stata presa durante una conferenza stampa realizzata al termine della grande marcia a difesa dei mass media venezuelani che, sostiene il Coordinamento democratico, sono sotto tiro da parte del governo di Hugo Chavez. Quest'ultimo, tuttavia, ritiene che le quattro principali televisioni private (Globovision, Venevision, Televen e Rcrt), da lui definite i 'Cavalieri dell'Apocalisse". sono impegnate in una sistematica campagna di denigrazione del governo. Intanto il 'Gruppo dei paesi amicì del Venezuela (Usa, Spagna, Portogallo, Brasile, Messico e Cile, ha divulgato un documento in cui si sostiene che la soluzione al conflitto deve essere trovata "nell'ambito della Costituzione" e "con rispetto al governo legittimo del presidente, Hugo Chavez".

APPROVATA IN PRIMA ISTANZA POLEMICA LEGGE SU MEDIA

- 13 febbraio - All'alba di oggi, il parlamento venezuelano ha approvato, in prima istanza e con 85 voti favorevoli su 165 deputati, la controversa legge sui media, con cui il governo si propone di contrastare l'incessante ed esplicito appoggio all'opposizione della maggior parte delle radio e dei canali televisivi. Uno dei promotori della legge, il deputato Juan Barreto, ha invitato gli esponenti dei partiti oppositori ad approvarla a loro volta chiedendo loro di "non a difendere questi media che vi stanno oscurando, prendendo il vostro posto come protagonisti politici". Per contro, la deputata dell'opposizione Liliana Hernandez ha sostenuto che il governo si propone di "porre il bavaglio" alle radio e alle televisioni ed assicurato che lei ed i suoi colleghi faranno di tutto per evitare l'approvazione definitiva.

SCIOPERO; 5,8 MILIARDI DI EURO I DANNI SECONDO MINISTERO

- 28 FEBBRAIO - Lo sciopero di 63 giorni organizzato dall'opposizione ha causato danni all'erario venezuelano per 9,902 miliardi di bolivar (5,8 miliardi di euro). Lo ha reso noto oggi il Ministero delle Finanze a Caracas. "Il costo del cosidetto sciopero -precisa un comunicato- è stato di 9,902 miliardi di bolivar, di cui 4,267 miliardi per il settore petrolifero e 5,635 miliardi per quello non petrolifero". Il calcolo è stato fatto con una parità di 1.600 bolivar per dollaro nel quadro del sistema di controllo dei cambi di recente introdotto in Venezuela. Lo sciopero fu indetto il 2 dicembre 2002 dal Coordinamento democratico, che lo revocò, vista l'impossibilità di ottenere le dimissioni del presidente Hugo Chavez, il 2 febbraio di quest'anno.

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Dossier FNSI a cura di Pino Rea | Impaginazione e grafica Filippo Cioni