III - Un nuovo tentativo di golpe

5 - Il sindacato CTV, costretti a intervenire

 

Un ruolo di primo piano nel fronte antichiavista è stato svolto dal vertice del Sindacato dei lavoratori venezuelani (CTV) e la linea emerge con chiarezza da questa breve intervista a Jesus Urbieta, che, riferendosi ai discorsi di Chavez a favore dei lavoratori, parla ad esempio di "pura e semplice ferraglia" . Le circostanze ci obbligano ad assumere un ruolo politico, spiega il dirigente sindacale, sostenendo che "il presidente ha dimostrato di essere il padrone più inumano, attraverso una politica economica che ha aumentato la miseria nel paese".

"LE CIRCOSTANZE CI OBBLIGANO
AD ASSUMERE UN RUOLO POLITICO"
Intervista a Jesús Urbieta , membro del Consiglio centrale del sindacato CTV e del Consiglio di amministrazione dell' OIL -Organizzazione internazionale del Lavoro, di Gustavo Mendez, El Universal, 15 febbraio 2003.

La durezza delle sue parole è come quella del suo fisico. Cresciuto - nazionalmente e a livello internazionale - nella lotta sindacale, è fortemente convinto della sconfitta del governo nello scenario mondiale per gli attacchi e le violazioni alle norme del diritto del lavoro del paese.

Jesús Urbieta, membro del Consiglio di amministrazione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e del Consiglio della Central de Trabajadores (CTV, il maggior sindacato operaio venezuelano) avverte che il Venezuela è in procinto di venire espulso dal consesso mondiale a causa del ruolo del presidente Chávez Frías.

Contrario alla linea governativa, sottolinea che l'immagine della CTV di fronte al mondo è rimasta limpida - dopo i fatti dell'11 aprile e le accuse del tenente colonnello di aver partecipato alla sua defenestrazione.

Sottolinea che la garanzia è data anche dall'appoggio delle centrali dei paesi membri del Gruppo amici del Venezuela nella ricerca di uscire dalla crisi.

Ricorda la cattiva fama che si è guadagnato il governo dopo essere stato sanzionato - per due volte dall'OIL - per la sistematica violazione degli impegni sottoscritti dal paese sulla contrattazione collettiva e le libertà sindacali.

Domanda - Fino a dove può arrivare la pressione del sindacalismo mondiale contro il governo?

Risposta - Stiamo pensando a sollecitarne l'espulsione durante la Conferenza generale di giugno a Ginevra, perché è evidente che qui non si rispettano le regole. Una condanna di questa natura aiuterebbe l'uscita democratica del paese dalla sua crisi.

D - Chavez ha dimostrato che gli importa poco una sanzione.

R - È più grave di quello che lui immagina. È una forma di ignoranza - e lo ha dimostrato nell'ultima sua apparizione televisiva ad "Hallo presidente!", in cui a parte l'idea di dar vita a una centrale parallela, ha invitato i suoi sostenitori ad andare a Ginevra, come se fosse un luogo pubblico dove può andare chi vuole

D - Qual è la percezione dei sindacati di fronte a un governo che si prefigge di lottare a favore dei più poveri?

R - In principio il messaggio rivoluzionario ha creato confusione, ma già ora c'è chiarezza sulla situazione del paese. La gente sa che questi discorsi a favore dei lavoratori sono pura e semplice ferraglia. Pura immondizia cosmica. Non è possibile che Chavez parli più di rivoluzione che di salari, di contratti e benessere collettivo.

D - Come può la OIL aiutare la Unapetrol (un sindacato dei lavoratori della PDVSA - l' azienda petrolifera pubblica - nato dopo gli avvenimenti dell'aprile 2002)?

R - L'OIL riconosce come lavoratori tutti quelli che sono dipendenti, senza distinguere fra gli incarichi e le retribuzioni, e per questo è obbligata a lavorare in difesa dei loro diritti. Il governo non può intromettersi negando che esso sia riconosciuto come sindacato.

D - Il governo può sostenere che quelli appoggiarono lo sciopero insieme alla CTV?

R - Questa fu una discussione dell'anno scorso. La OIL funziona come un tribunale e non si pongono questioni politiche. Le nostre accuse riguardano violazioni delle libertà sindacali. Quando spiegheranno che hanno licenziato più di 11.000 impiegati, alla OIL rimarranno a bocca aperta. Una misura come questa non ha precedenti nella storia delle relazioni sindacali nel mondo.

D - La distruzione di posti di lavoro e l'annullamento sindacale ...

R - In questo Chavez ha avuto successo perché fin dal 1999 ha ostacolato l'affiliazione al sindacato, ma solo grazie alla disoccupazione. È comunque un indebolimento amministrativo non istituzionale. Lei sbaglia se pensa che andiamo verso la scomparsa e la storia lo conferma. Le circostanze ci hanno obbligato a giocare un ruolo politico, ma è in gioco il futuro. La base del sindacalismo sono le rivendicazioni dei lavoratori, la formazione per il lavoro e l'impiego. Per raggiungere queste mete dobbiamo spodestare Chavez.

D - Questo ruolo politico avrà un costo...

R - Certo, lo sappiamo bene. Ma è un elemento imprescindibile. Non ci sono alternative. Per poter passare dall'attuale situazione di deterioramento a una di benessere, Chavez deve lasciare il potere. Questo è il peggior momento per i lavoratori. Il presidente ha dimostrato di essere il padrone più inumano, attraverso una politica economica che ha aumentato la miseria nel paese.

(www.eluniversal.com/2003/02/15/15156AA.shtml)

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Dossier FNSI a cura di Pino Rea | Impaginazione e grafica Filippo Cioni