VII - Conclusioni

1 - La "sporca guerra mediatica" (Ramonet)
I media come cani da guardia della globalizzazione

 

Il caso venezuelano, scrive Ignacio Ramonet, è esemplare della nuova situazione internazionale, nella quale gruppi mediatici inviperiti assumono apertamente la loro nuova funzione di cani da guardia dell'ordine economico costituito e il loro nuovo status di potere antipopolaree anticivico.

Questi grandi gruppi, al di là del loro ruolo mediatico, costituiscono soprattutto il braccio ideologico della globalizzazione, e la loro funzione è quella di contenere le rivendicazioni popolari tentando di impossessarsi del potere politico (come è riuscito a fare, in Italia, Silvio Berlusconi, proprietario del principale gruppo di comunicazione italiano).

La "sporca guerra mediatica" condotta in Venezuela contro il presidente Hugo Chavez è l'esatta replica di quella condotta in Cile dal quotidiano El Mercucio dal 1970 al 1973 contro il governo democratico del presidente Salvador Allende, arrivando fino a spingere i militari al colpo di stato. Campagne del genere, ove i media cercano di abbattere la democrazia, potrebbero riprodursi domani in Ecuador, in Brasile o in Argentina, contro ogni riforma legale che tenti di modificare la gerarchia sociale e di ridurre le sperequazioni nella ripartizione delle ricchezze. Ai poteri dell'oligarchia tradizionale e a quelli della reazione classica si aggiungono ormai i poteri mediatici. E tutti insieme si scagliano - in nome della libertà di espressione! - contro i programmi concepiti in difesa degli interessi della maggioranza della popolazione.

Questa la facciata mediatica della globalizzazione liberista, che ne rivela l'ideologia nel modo più chiaro, più evidente, più caricaturale.

I mass media e la globalizzazione liberista sono intimamente legati. Di conseguenza è quanto mai urgente sviluppare una riflessione su come i cittadini possano esigere dai grandi media più etica, più verità, più rispetto di una deontologia che consenta ai giornalisti di agire secondo coscienza, e non in funzione degli interessi dei gruppi, delle imprese e dei proprietari dei media che li ingaggiano.

Nella nuova guerra ideologica imposta dalla globalizzazione, i media sono utilizzati come un' arma di combattimento. L'informazione, in ragione del suo esplosivo sviluppo, della sua moltiplicazione e sovrabbondanza, si ritrova letteralmente contaminata, avvelenata da ogni sorta di bugie e voci mistificatorie, inquinata da deformazioni, distorsioni, manipolazioni. (Ignacio Ramonet, Il quinto potere, Le Monde diplomatique-il manifesto, 18 ottobre 2003)

 

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Dossier FNSI a cura di Pino Rea | Impaginazione e grafica Filippo Cioni