Dopo il
mancato accordo sulla firma del contratto nazionale dei metalmeccanici, i
lavoratori vengono scaricati anche da quelle forze sedicenti di sinistra.
“Estremismo pragmatico” del PD e PDL di
Fabbrico
di vito Feninno
Nel
consiglio comunale del 5 novembre scorso, la maggioranza capeggiata dal
sindaco PD ex
Fiom,
ha respinto la mozione presentata dalla lista Rifondazione Comunista
e Verdi per Fabbrico che chiedeva al consiglio di appoggiare le
rivendicazioni dei lavoratori della Fiom che lottano contro l’accordo
separato e per la democrazia nei luoghi di lavoro. Il PD non ha voluto
neanche discuterla trincerandosi pragmaticamente dietro le
dichiarazioni diffuse dai sindaci dell’Unione dei Comuni, che dicono in modo
pilatesco: “auspichiamo che gli accordi raggiunti abbiano il pieno
consenso di tutti i lavoratori”. E il Pdl-Lega, che in pieno
agosto (!?) strumentalmente impone un consiglio comunale straordinario per
discutere della crisi Landini, non partecipa addirittura al voto, si
alza e lascia gli scranni vuoti, allontanandosi dai problemi sociali dei
lavoratori di Fabbrico.
Dopo anni di
”ricerca” (del nome più vendibile sul mercato!) il Pci è diventato PD, cioè
formazione politica moderata di stampo democristiano interclassista. Difatti
dichiarandosi a vocazione maggioritaria ha tentato e tenta di mettere
d’accordo capitale e forza-lavoro (!), rompe con le forze democratiche e di
sinistra e perde le consultazioni politiche del 2007. Il “MA ANCHE”
veltroniano viene sconfitto. Berlusconi ritorna in sella e si prende il
paese. Il PD subisce una serie sconfitte amministrative: le parole d’ordine
della sua classe dirigente non trovano più ascolto tra i lavoratori sempre
più intrappolati tra bisogni di difesa del posto di lavoro del salario,
paure e domande di sicurezza, su cui le forze di centrodestra avevano
costruito la loro vittoria seminando paura sociale imponendo all’opinione
pubblica la questione immigrazione.
Il Pd,
incomincia a perdere terreno elettorale e per riconquistare consenso, visto
che aveva cambiato “pelle”, ha sempre più bisogno di spostare l’asse
politico su posizioni riformiste (smantellamento delle conquiste sociali e
salariali degli anni 70): difatti si allea con Di Pietro e ora insegue
Casini. Della difesa del lavoro, della difesa dei lavoratori, della difesa
della memoria degli operai della Thyssen il Pd se ne è lavato le mani e
pensa solo a stringere alleanze politiche alla sua destra, inaugurando la
stagione del pragmatismo politico: governare la globalizzazione
imperialista del capitalismo. E in questo non è solo, anche le forze
populiste e reazionarie come Lega e PdL sul fronte del lavoro producono
politiche e leggi atte a destrutturare l’unità della rappresentanza dei
lavoratori, proprio come l’ultima proposta sul contratto dei metalmeccanici
dove il ministro craxiano Sacconi ha favorito e benedetto
l’accordo separato raggiunto dalla Federmeccanica con la Uil e Cisl,
espellendo dal tavolo della trattativa la piattaforma della Fiom.
I fatti
si sono incaricati di smascherare le matrici culturali e politiche di
queste formazioni partitiche che hanno l’unico obiettivo di “torcere”
a loro favore le contraddizioni insanabili del capitalismo utilizzando il
pragmatismo strumentale della demagogia. Plasticamente visibile nel
comportamento vergognoso del capogruppo di maggioranza che in consiglio
comunale non ha voluto nemmeno discutere la mozione e poi era in prima fila,
sotto le bandiere della Fiom, ad applaudire le parole del sindacalista, che
diceva le stesse cose del nostro odg, al corteo dei lavoratori tenutosi a
Correggio mercoledì 11 novembre: a distanza di sei giorni i fatti si sono
incaricati di svelare la tragica ambiguità di chi a stento riesce ancora
a pronunciare la parola compagni. Come il nuovo segretario del PD alla sua
incoronazione: ”care democratiche e cari democratici, care amiche e cari
amici e… cari compagni”.
Per uscire
dalla doppiezza stalinista e dal “MA ANCHE”, la lista Rifondazione
Comunista e Verdi per Fabbrico chiede a questa maggioranza:
v
appoggiate la lotta della Fiom perché nessuno venga licenziato?
v
appoggiate gli aumenti salariali richiesti dalla Fiom?
v
appoggiate l’integrazione salariale (a carico delle imprese) per tutti i
cassa integrati?
v volete
difendere la democrazia e far esprimere i lavoratori sul contratto
“separato”?
v siete
capaci di scendere in piazza con il gonfalone e aprire i cortei dei
lavoratori affiancandolo ai simboli del lavoro e delle lotte?
La ricchezza la
producono i lavoratori e il capitalista non può accumularla in tempi di
crescita ed averla garantita anche nei tempi di crisi, distruggendo le forze
produttive per far ripartire il sistema. Questo sistema economico,
imperniato sullo sfruttamento degli uomini e delle donne e sulle distruzione
dell’ambiente, impoverirà tutta la società e va fermato.
Fabbrico
11-11-2009
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