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              Politica locale, il territorio dell'osso

 

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CHI TACE ACCONSENTE

UN PAESE CHE MUORE NEL SILENZIO

di Vito Feninno

Strade vuote. Case vuote. Siamo al crepuscolo. La speranza di un futuro senza valigia è un lusso solo per pochi e per i più fortunati: per chi amministra e per chi orbita attorno agli eletti. Siamo nel profondo Sud. Nella terra dell’osso. Sulle colline del Carapelle: dove si fa finta di vivere come se tutto andasse bene.  In dieci anni dal Sud sono partiti in 700mila. Tra il 1997 e il 2008 circa 700mila persone hanno abbandonato il Mezzogiorno. Dalla Puglia 11.600 persone. E Rocchetta è calata di circa 200 persone.  Dati Demo-ISTAT. Siamo passati da 2177 abitanti del 1997 a 1987 al 1° gennaio 2010.

Rocchetta un paese che si spegne progressivamente nel silenzio e nella solitudine. Allo stato civile sanno che altre persone mancheranno al 1° gennaio 2011 e dovranno aggiornare i registri cancellando altri nomi. Questa è la terra dell’osso, dove i soliti noti si ‘litigano’ le entrate della ricostruzione del terremoto e la implementazione dei parchi eolici senza nessuna ricaduta sulla crescita occupazionale e demografica.

 Nella terra dell’osso, sullo stendardo comunale è come se ci fosse scritto: ‘chi amministra tiene famiglia’. E la tradizione vuole che alla ‘famiglia’ dev’essere garantita la sopravvivenza. La cosa più brutta, più insopportabile, è che non devi chiedere, sanno già di cosa hai bisogno. Soprattutto in campagna elettorale, quando si mietono i voti. E’ vero ‘ti danno una cosa e ti tolgono tutto’ ha detto Roberto Saviano, parlando di quanto costa un voto nel Mezzogiorno (€ 50) e di come un diritto viene fatto passare per un favore.

‘La forza della democrazia - ha detto, ancora, Saviano – è far passare il concetto che siamo tutti uguali, che tutti abbiamo le unghia sporche. E se dici che stai male e che non siamo tutti uguali, poi devi impegnarti, devi prenderti delle responsabilità, ed è molto meglio l’indifferenza e l’indolente chiacchiericcio’. Oppure convenientemente ‘orbitare’.

Il silenzio porta alla tecnocrazia, alla autarchia. Se continuiamo a tacere ci ‘uccidono’ tutti. Uccidono il nostro diritto di espressione, di stampa, criminalizzando e discreditando ogni voce libera che si alza, ogni dissenso. Ma nonostante ‘la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure e tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’ (art.21) con solerzia minacciosa l’amministrazione guidata da Castelli ha fatto affiggere, in data 27 novembre 2010, un editto baronale intimando chicchessia, liberi cittadini o stampa, a parlare di gestione opaca dell’affare eolico, ‘in riferimento a quanto riportato sul giornale ‘il corriere del sud’ in merito ad una presunta inchiesta giudiziaria che vedrebbe coinvolta l’attuale amministrazione comunale per le autorizzazioni rilasciate per la costruzione di un parco eolico’.

La storia insegna che chi si pone contro il ‘potere’ viene sempre delegittimato o denunciato con lo scopo di punirlo, zittirlo ed isolarlo. Ma finché io avrò forza continuerò a denunciare moralmente, politicamente e culturalmente lo stato delle cose che soffocano la vita sociale ed economica del mio paese.

La responsabilità della gestione eolica ricade totalmente sull’amministrazione che in 20 anni ha condizionato il futuro del nostro paese ‘stuprando’ il paesaggio, facendo arricchire le aziende eoliche senza alcun vantaggio per la popolazione. Ha gestito in modo autarchico: senza trasparenza e senza mai consultare la popolazione. E’ da anni che denuncio la mia contrarietà all’eolico e l’affare eolico.

Incontrai, a Modena, il governatore della Puglia Nicki Vendola, allora comunista del PRC, illustrandogli le condizioni di povertà e di depressione del mio paese e dei paesi viciniori, consegnandogli tutti i miei articoli, implorandolo di non cedere alle richieste dei sindaci di togliere la moratoria sull’eolico e della necessità, nella eventualità, di legare la produzione dell’energia pulita ad un fondo sociale per le popolazioni, per cancellare le tasse.

Allo stato delle cose, possiamo dire che, Vendola si è assunto, insieme a tutti i sindaci, la responsabilità di aver stuprato l’ameno paesaggio dei Monti Dauni senza tutelare i bisogni delle popolazioni. E non poteva essere altrimenti visto la sua evoluzione politica verso il riformismo e il mercato.

La Puglia detiene il primato sulla produzione di energia rinnovabile in Italia, tra fotovoltaico ed eolico. Ma continuiamo a pagare la luce. Anzi la paghiamo caramente, come ha dimostrato una recente inchiesta di Report. E siccome l’eolico è un affare, perché interamente finanziato dallo Stato, con il meccanismo degli incentivi, dietro la costruzione dei parchi c’è spesso la criminalità organizzata o la corruzione. Come le inchieste della Magistratura stanno contestando ai comuni di Sant’Agata o ai comuni calabresi. Al Sud, viene prodotto il 90% dell’energia eolica!! Ci sarà un perché?! È perché qui abbiamo il vento, o il Sud continua ad esser terra di conquista, di colonizzazione e di collusioni?!

Gli affari per le aziende eoliche vanno a gonfie vele perché i profitti sono garantiti per legge. Solo nel 2010 noi cittadini abbiamo finanziato la produzione di energia rinnovabile per 5,5 miliardi di euro. Anche se sulla nostra bolletta questa voce di spesa è omessa. Paghiamo il nostro consumo, paghiamo i finanziamenti alle aziende, paghiamo i certificati verdi. Un produttore di energia ‘sporca’, prodotta da petrolio e da carbone, ha l’obbligo di  comprare il 5,3% di energia pulita prodotta da rinnovabili. E se i certificati verdi vanno invenduti, perché diverse aziende comprano energia dall’estero, anche se non è pulita, li compra lo Stato, che poi li ricarica ancora sulla nostra bolletta. L’anno scorso lo Stato ha acquistato 1 miliardo di certificati verdi e pagato 500 milioni di euro agli Stati al di là delle Alpi.

Se l’Italia da anni sta finanziando lo sviluppo dell’energia pulita e non bada a spese e i nostri sono gli incentivi più alti del mondo è perché la stiamo pagando noi cittadini con la nostra bolletta e non attraverso la fiscalità generale. Questo prelievo forzoso, non trasparente, caricato sulla nostra bolletta è denominato A6, A3, A2 e A5 e contribuisce a finanziare i produttori di fotovoltaico, eolico, nucleare, la ricerca di settore, il Cp6 di chi fa energia bruciando i residui della raffinazione del petrolio, e su tutto questo lo Stato, con una vera propria truffa, ci fa pagare anche i costi aggiuntivi applicando anche il 10% di Iva, pari a 300 milioni di euro all’anno di tasse occulte. E il paradosso, è che l’ENEL, controllata dal Ministero del Tesoro, paga meno tasse allo Stato italiano, poiché ha un debito di 50 miliardi di euro, trasferisce il suo regime fiscale nel Delaware un piccolo Stato offshore americano; e con tante pale eoliche che producono energia verde non corrisponde in maniera equivalente la diminuzione dell’energia prodotta dal petrolio, e si continua ad inquinare, con buona pace di tutti gli ambientalisti o di chi ‘stupidamente’ difende l’energia verde.

Report ha mostrato come in Calabria, ritoccando solo la scala del tracciato di un parco eolico, si possa decidere dove implementare le pale.

Rispetto allo scenario dei Monti Dauni, e in particolare Rocchetta sant’Antonio, ci domandiamo non tanto se la Magistratura amministrativa, quanto se quella penale abbia avviato e concluso l’inchiesta sull’affare eolico così come riportato dal ‘corriere del sud’(?) Quali sarebbero i capi di imputazione che la Magistratura avrebbe contestato all’amministrazione? Da chi sarebbero partite le accuse o la denuncia a carico del presunto illecito commesso dagli amministratori? I nostri parchi eolici ricadrebbero in zona SIC? Sarebbero stati forzati i vincoli paesaggistici? Sarebbero stati manomessi i tracciati rispetto ai progetti definitivi? Sarebbe stato configurato il conflitto di interesse nella fase di progettazione e di implementazione dei parchi eolici? Perché queste aziende e non altre, quali sono stati i criteri, quale è stato il meccanismo che ha favorito le autorizzazioni a queste aziende? Ci sarebbero stati dei favoritismi? E soprattutto quali sono stati i vantaggi per i cittadini di Rocchetta Sant’Antonio, rispetto alla cancellazione delle bollette della luce della tarsu del gas dell’acqua e dell’occupazione?

L’editto baronale del sindaco Castelli non riuscirà a nascondere le rughe della verità. Per il 17 di gennaio, in occasione del santo che col fuoco scacciò gli invasori, trasformiamo la fiaccolata in una azione di protesta contro la cattiva gestione delle risorse naturali chiedendo a gran voce che il vento è un bene comune e non un bene privato.

Siccome i luoghi hanno un’anima, e questa anima è stata brutalizzata spero che, oltre al passeggio e ai crocchi davanti ai bar, nasca un consenso attivo attorno al ‘corriere del sud’ e attorno a chi oggi rappresenta il tabù, la voce libera e critica, confidando nella popolazione che incominci a ribellarsi per dare un futuro senza valigia anche a chi non orbita e per eliminare l’origine di tutti i mali: CHI TACE ACCONSENTE.  

Con rispetto di me, e di tutti 

Il cittadino, VITO FENINNO                                             Rocchetta Sant’Antonio gennaio 2011   

a.d. Rocchetta Sant’Antonio(FG) 03.01.2011 

 

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