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feninno, editore

 

Dopo i risultati delle amministrative 2010 di Rocchetta sant'Antonio che ha visto il successo della lista Castelli, che consolida il suo dominio da oltre 20 anni, ci chiediamo cosa sia oggi un paese che alle soglie del ventunesimo secolo vede il riaffermarsi di pratiche feudali dove il potere riesce ad affermarsi anche se le condizioni sociali ed economiche della popolazione non trovano risposte.

 

TEMPI BUI

*       di  Vito Feninno

- Lettera al mio paese

Appare del tutto possibile che quello che ci aspetta nel prossimo futuro (altri 10 o 15 anni da adesso?), sia l’ultimo passo verso il passaggio ad una “comunità della corona”, che non sarà progressista (lo dimostra la storia degli altri 15 anni appena passati), libera e democratica, ma piuttosto una comunità rattrappita chiusa nella quale il benessere è appannaggio di una “casta”, come in un nuovo medioevo.

Come al solito la storia può insegnare molto ed essere usata per tentare di prevedere il futuro. Nel nostro caso è facile immaginare che la “QUISTIONE EOLICA” sarà gestita da poche persone (società di scopo!), proprio come è successo nei passati 15 anni. Sarà una comunità in cui le proprietà comuni come il vento verrà “privatizzato” da una nuova emergente “classe di latifondisti dell’aria”, che utilizzerà queste risorse non per sfruttarle in senso comunitario ma allo scopo di trarne un profitto per pochi.

La generalità delle persone ha ormai perso ogni speranza: e questo si sta realizzando tra l'indifferenza od addirittura con l'”apprezzamento” della maggior parte dei cittadini.

Non si tratta più di difendere o contendere l’amministrazione ad una classe politica reazionaria. Si tratta, ora, invece, di difendere, con un opposizione sociale, i diritti universali che dovrebbero essere condivisi e aperti a tutti proteggendoli dalle mire distruttive di chi pensa unicamente a sfruttare una posizione di rendita.

Doveva essere una “rivoluzione rossa” – un compagno in comune.  Poteva essere –     “s’ pot’ fa’- (?!) una rivoluzione “arancione”. E’ stata invece una controrivoluzione: continuità con la testa rivolta all’indietro.

Il mio impegno politico culturale trae il suo profondo significato dalla consapevolezza che solo attraverso la ricostruzione di una democrazia “reale” (dove la democrazia non muta in democrazia d’investitura) si possa dare forza ad una nuova politica capace di parlare ai bisogni “reali” delle persone tale da “cacciare” dal Comune (casa del popolo) una “cricca”(cerchia) di persone che non risponde più alla delega Costituzionale ricevuta dal popolo per servirlo amministrando nell’interesse generale ma che ha subordinato la servitù delle istituzioni ad una sorta di “casato gentil-fregoliano” che decide per cooptazione chi far entrare a corte.

La mia battaglia per un eolico pubblico e per una democrazia diretta con i consigli comunali aperti non veniva ritenuta credibile. I più alzavano le spalle o inarcavano il sopraciglio rimuovendo così il problema. Ma era e rimane una battaglia di civiltà, nell’interesse di tutti, come dimostra il candidato alla presidenza della regione Emilia Romagna della lista “movimento 5 stelle” il grillino Giovanni Favia, eletto consigliere regionale con questo programma:“Parchi eolici di proprietà dei cittadini, raccolta rifiuti porta a porta, solarizzazione dei tetti con un “service” regionale, democrazia partecipativa con istituzione nello statuto comunale dello strumento referendario deliberativo”. Allora domando: chi è il sognatore, chi è il nemico del popolo?

La speranza non è mai rivoluzionaria, ecco perché c’è bisogno di continuare a lottare e a controllare, perché se non oggi ma domani, come in ogni transizione tra un “vecchio” che se ne va e un “nuovo” che entra, la storia assegnerà meriti e demeriti, condanne e onori.

Come ci ha ricordato, l’emerito presidente della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, su “la Repubblica”, nei giorni scorsi:”la democrazia, tra tutti i regimi politici è quella che più si presta a generare e mimetizzare le oligarchie (governo di pochi). Le oligarchie odierne, in società di individui sciolti da appartenenze e liberi di fare di sé quel che vogliono, si costruiscono, si modificano e si distruggono su moti circolari dove tutti si confondono. E per comprendere questo bisogna partire dal conflitto tra chi appartiene e chi non appartiene a un qualche “giro” o cerchia di potere. Intendendo con ciò dire che di fronte a sconosciuti dalle competenze e dai meriti incerti, o dai demeriti certi, i quali occupano posti inconcepibili per loro, ci domandiamo: a che “giro” o cerchia di potere appartengono? Ci si scambia posizione e favori con fedeltà e servizi. Ma questo scambio ha bisogno di “materia”.

Se non vogliamo che la democrazia si trasformi in una “società chiusa” fondata sullo scambio di favori, allora occorre creare “momenti eroici” per rompere l’anello di fedeltà delle oligarchie.

Va impressa una immediata e forte inversione di tendenza rispetto agli ultimi 15 anni, con un grande progetto sociale economico e culturale in grado di impattare concretamente sulle condizioni materiali e demografiche che stanno strangolando il futuro del nostro paese.

Sta nella RESISTENZA delle persone abitate da una coscienza custode dei valori di mutualità scritti nella Costituzione nata dalla lotta contro il nazifascismo la possibilità “reale” di uscire dai TEMPI BUI di questo nuovo medioevo a livello locale.

Nella ricorrenza della Santa Pasqua, con rispetto di me, e di tutti 

Il cittadino, prof. Vito Feninno              Rocchetta Sant’Antonio Aprile 2010

 

 

la repubblica di tersite - aprile -2010

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