De
Magistris: "Massoni, politici e poteri forti hanno
fermato le mie inchieste"
"Le inchieste
Why Not,
Poseidone e Toghe Lucane dovevano essere fermate ad
ogni
costo perchè i personaggi coinvolti erano
eccellenti: massoni, magistrati e imprenditori in
odore di mafia. E su tutto questo ci fu anche il
"silenzio" del Capo dello Stato nonostante avessi
pubblicamente auspicato un suo intervento".
Sono
queste le accuse del Pm Luigi De Magistris
consegnate ai colleghi di Salerno che mercoledì
hanno portato al sequestro degli atti negli uffici
della procura di Catanzaro da cui fu "allontano"
(con trasferimento cautelare) essendo titolare di
quelle inchieste ma che gli furono avocate con
l'intervento del CSM su richiesta dell'ex-ministro
Mastella.
Le sue indagini portarono allo scoperto le
opacità politiche dell'ex-ministro Mastella
sulla frode dei finanziamenti europei,
dell'ex-premier Prodi sul riciclaggio di
denaro dalla Calabria a San Marino, e la
complicità degli imprenditori massoni Valori, Bisignani
e Bonferroni influenti nel mondo bancario e
finanziario che si occupavano di lavori
pubblici.
Non si tratta di guerra
fra procure (Catanzaro vs Salerno), come la propaganda di potere vuole
farci credere,
ma si tratta di una
normale richiesta di
acquisizione di atti
della Procura di Salerno
(la procura di Salerno è
competente per
Catanzaro, mentre
Catanzaro non lo è su
Salerno, ma lo è Napoli)
dopo un anno di indagini
e di numerosi
interrogatori cui il
pm De Magistris è stato
sottoposto dagli stessi
inquirenti salernitani.
E' alquanto
inquietante la
richiesta sia del
guardasigilli Alfano
che del Capo dello
Stato di venire in
possesso degli atti
della Procura di Salerno
perchè questa ingerenza
del potere politico su
quello giudiziario non
evita il rischio di una
interessata rottura tra
politica e magistratura
al fine di portare
confusione se non
addirittura all'"insabbiamento
delle inchieste".
Essendo ancora le
indagini in corso non
rimane che segnalare
come
questa gravissima
l'interferenza politica
mina parecchio la
fiducia nelle
istituzioni democratiche
di questo "opaco" Paese.
Questa dispotica volontà della classe politica, di volersi sottrarre al giudizio,
non fa che
buttare un ombra sulla sua rettitudine morale, "picconare" le fondamenta dello
Stato di Diritto ed istituire la reale fattoria degli animali orwelliani,
dove avidi "maiali" diventano più uguali degli altri prendendo il
controllo sulla fattoria emergendo come nuova classe "eletta" incensurabile. In
una Repubblica democratica, nata dalla Resistenza, tutto questo è
semplicemente vergognoso.