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Per non dimenticare

di Luigi Ruberto

 

 L’uomo si manifesta per quello che è, nel momento in cui pone in essere le azioni che gli sono proprie, comprendere e ricordare coloro i quali, si sono immolati per degli ideali è il vero animus civilis che deve contraddistinguere ogni cittadino che si rispetti, è per questo che   è necessario continuare a ricordare ed attuare con le azioni quotidiane gli insegnamenti che ci sono stati trasmessi, con il moto perpetuo dell’esempio.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sono gli ultimi eroi che si sono immolati per costruire una società più giusta ed equa, una società basata realmente sulla legalità e non sul clientelismo, una società che dia realmente credito allo stato di Diritto, perché solo in un vero stato di Diritto possono essere approvate e vissute leggi Giuste, la Giustezza delle leggi che siamo tenuti ad osservare, è pari alla densità morale che i  cittadini sono portati a vivere nella loro quotidianità, una quotidianità che può mutare,  se solo facessimo una piccola parte del nostro dovere Civile, nelle nostre azioni quotidiane, tese al progresso sociale  e al vivere civile.

Continuare a credere che la realtà non possa realmente cambiare è una mera chimera, la realtà è mutevole-per natura, tutto dipende dalle forze che vengono volutamente messe in campo, credere che la mafia non possa essere sconfitta è un errore, la mafia come asseriva Giovanni Falcone “è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani è destinata a scomparire”; la mafia però non è mera criminalità organizzata, essa è un fenomeno sociale,ampio e complesso, che risiede in atteggiamenti culturali chiari, dettati dal silenzio palese, dalla sopportazione di una quotidianità avvolta dalle tenebre, dal nepotismo nella gestione della cosa pubblica, dallo scambio di presunti piaceri,che in realtà sarebbero Diritti, affievolendo o in molti casi annullando la forza del diritto racchiusa in leggi molto spesso farraginose e poco chiare. Il mezzogiorno d’Italia, sta continuando in molti casi a perpetuare gli errori del passato, senza che ad oggi possano realmente scrutarsi fenomeni di reale cambiamento, un cambiamento che sempre più spesso non è sorretto dal Governo centrale con appositi finanziamenti per fare emergere quella sub-cultura mafiosa, incrostata da secoli di conformismo, perpetuato in molti casi da molte   istituzioni territoriali deviate; si pensi al caso del famoso corvo presso il tribunale di Palermo e le conseguenti imputazioni con la lunga storia giudiziaria che ne seguì.

È necessario dunque ricordare, che essere mafiosi vuol dire, vivere una vita silenziosa, non curarsi del prossimo, non esprimere il proprio pensiero, essere sempre e cqe conniventi con il potere costituito, accettare la realtà così come la si è ricevuta, essere mafiosi dunque vuol dire vivere una vita vegetativa.

L’esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di persone prima che giudici non avvezzi ad accettare la realtà così come l’avevano ricevuta, è l’esempio di Cittadini che si sono prodigati, per tentare di mutare lo status quo, tramite il loro impegno professionale, un impegno che è stato tale, da esser risultato fatale, ma che ha germogliato semi di speranza.

Va di fatti evidenziato come entrambi per i grandi successi ottenuti con il I maxiprocesso alla mafia nella storia della Repubblica, le cui  condanne furono  confermate anche dalla Corte di Cassazione, avevano attuato e perpetuato  una celebre frase di J.F. Kennedy che diceva  “bisogna compiere fino in fondo il proprio dovere,costi quel che costi, in ciò sta l’essenza della dignità umana”.

È necessario allora  attuare i veri e sani principi della legalità, attraverso la semplicità del proprio vissuto, un vissuto che non può essere accettato supinamente, ma deve essere plasmato quotidianamente, costi quel che costi, per non essere conniventi e silenti, negando così a se stessi ed ad altri un futuro diverso e migliore; Lì dove la legge sa, e non interviene è necessario che il  Cittadino faccia  opera  di supplenza, perché solo in tal modo potrà perpetuarsi la vita di uno Stato Democratico,ricordando coloro i quali si sono immolati per costruire uno Stato di Diritto basato sull’equità e la giustizia sociale, priva di pizzi e pizzini.

 

a.d. Rocchetta Sant’Antonio(FG) 05.10.2006 

 

 

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