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 I padroni di Rocchetta

di  Vito Feninno

Forse il nostro comune è indebitato e cerca soldi per non consegnare i registri al tribunale fallimentare, come il comune di Taranto e di Catania! Forse sarà questa la ragione del perché saranno implementati altri 2 parchi eolici per un totale di ulteriori 30 pale eoliche. Se i Comuni spendono i soldi che non hanno. E falliscono. In questi casi, mi domando, non dovrebbe fallire il sindaco insieme al consiglio comunale? Perché per sanare le casse permettiamo di distruggere tutto continuando a fare del vandalismo politico-ambientale? E’ mai possibile che i Comuni in rosso, per fare soldi, si siano messi a fare i liquidatori svendendo quello che non hanno? Mi domando il perché nessuno chiede risposte: il territorio non è loro è nostro è della gente che lo abita. Ed è il popolo che ne deve beneficiare!

Pochi anni fa - MANDATO AMMINISTRATIVO 2000-2005 - e precisamente nel 2004, laRocchetta_i_padroni_dell_eolico giunta Magnotta accese un mutuo con la banca OPI di oltre 3 milioni di euro. A quale titolo di spesa furono ascritte tali entrate nel bilancio comunale? Per quale irrinunciabile progetto fu ipotecato il futuro della popolazione di Rocchetta? Perché il nostro comune si è dovuto così fortemente esporre economicamente fino ad indebitare le future generazioni? Impegnare le entrate eoliche per ripianare i debiti a causa di una leggera gestione della cosa pubblica ha portato alla devastante conseguenza di svendere il nostro territorio alle imprese eoliche per fare semplicemente cassa e non per trovare risorse al fine di costruire un progetto di sviluppo coerente con la vocazione naturale e storica del paese.

Chi pagherà allora questo indebitamento? Chi pagherà allora questa mutazione ambientale e paesaggistica abbattutasi sul nostro paese? Chi pagherà allora il conto di un ulteriore depauperamento delle condizione sociali ed economiche delle famiglie di Rocchetta, visto che questi milioni di euro “verdi” non andranno a sanare le ingiustizie sociali in termini di basso potere d’acquisto delle famiglie?

Domando: Che senso ha distruggere un territorio e indebitare un comune se i propri abitanti non traggono nessun vantaggio in termini di miglioramento delle loro condizioni economiche?

Insomma a chi fa bene questa scelta di impegnare la nostra terra concorrendo a produrre energia verde?

Forse i cittadini stanno meglio? O più semplicemente è successo, come sempre, che i vantaggi sono stati privatizzati e i “debiti” socializzati?

Rocchetta è un paese prossimo al trapasso: il suo corpo è già da anni atrofizzato e il cervello appesantito dal cemento armato si sta piano piano spegnendo. Tutti i terminali nervosi sono stati paralizzati e il corpo – sociale - non reagisce più a nessuna stimolazione. Il tempo sta scadendo, forse è già scaduto: mediamente muoiono due persone al mese e nascono sette bambini all’anno. Con queste funeste prospettive non resta che allertare il becchino stampare i necrologi e decorare il carro funebre.

Sarà un bel funerale. Perché dove tutto si rinvia, dove non succede mai niente di travolgente anche un funerale può sembrare, per un momento, che si “respira un’aria viva”: perché finalmente è successo qualcosa.  

In questi anni il nuovo ceto politico al comando, unto dal voto elettorale, si è man mano trasformato fino a compiere una vera e propria metamorfosi: da rappresentanti delle istituzioni a padroni indiscussi. Padroni incontrastati. Assoluti. Quasi divinizzati. Ossequiati e temuti. Padroni che in silenzio decretano e decidono del futuro di poco meno di duemila anime, senza per altro avvertire il reato dell’ignavia.

Speriamo che i padroni dell’eolico, tanto solerti a porgere le “sentite condoglianze” ai familiari dei morti, in occasione di tutti i funerali, in preda ad un augurato senso di colpa vogliano almeno coerentemente praticare quella pietà cristiana nel dare alle future salme degna sepoltura.

Si deliberi nel prossimo consiglio comunale di Rocchetta Sant’Antonio:

premesso che dall’affare eolico entrano tot milioni di euro, considerato che i vantaggi sono stati al momento privatizzati, visto che a tutt’oggi alla popolazione è stato negato qualsiasi contributo monetario, analizzato che oggi morire è un lusso dato che il costo di un funerale costa circa 5 mila euro, letto la relazione pervenutaci dal signor Feninno sull’importanza della richiesta in quanto si tratta di un tema di rilevanza sociale avente sempre più carattere dell’emergenza; si delibera che la morte per i cittadini di Rocchetta sarà a totale carico del bilancio comunale a titolo di risarcimento post- mortem.

Letto, approvato e deliberato. (Fate almeno questo in memoria Vostra….)

Il pubblico ministero di Palermo, Roberto Scarpinato, nel suo libro dal titolo rilevatore, “Il ritorno del Principe”, scrive: “il trono si conquista con le spade e i cannoni, ma si conserva con i dogmi e le superstizioni”. Questa regola aurea è eterna e si perpetua, seppur adattandosi alle condizioni storiche, sino ai giorni nostri: “il potere deve essere tenuto fuori dalla portata di comprensione della folla dei governati,…perché il sapere sociale non è mai innocente”.

Come ultima speranza di un “condannato a morte” confido tuttavia nelle parole di Abramo Lincoln quando profetizzò che: «Potrete ingannare tutti per un po'. Potrete ingannare qualcuno per sempre. Ma non potrete ingannare tutti per sempre» 

Quello che succede intorno a noi non è una storia che riguarda gli altri. E’ la nostra storia, che riguarda ora e qui da vicino le nostre vite.

Nella ricorrenza del 2 novembre, con rispetto di me, e di tutti 

Il cittadino, prof. Vito Feninno              Rocchetta Sant’Antonio 2  Novembre 2008  

 

 

la repubblica di tersite - 02- novembre -2008

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