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LA PROTESTA ARRIVA AI LICEI, PRIMI BLOCCHI CONTRO LA MORATTI
In fermento l'intero
mondo della scuola. A Roma occupato il liceo Mamiani. Il vento della protesta dalle università inizia a passare verso i licei, in agitazione contro la riforma delle scuole superiori. Liceo Mamiani occupato e altre trenta scuole italiane in mobilitazione. È l'inizio di una settimana di protesta che potrebbe portare a presìdi, blocchi della didattica, autogestioni e occupazioni nelle scuole di tutta Italia. A Napoli sempre da ieri sono occupati i licei Vittorio Emanuele, Genovesi, Mercalli (dove questa mattina c'è stata una manifestazione di protesta) mentre, secondo l'Unione degli Studenti, altre cinquanta scuole sono in mobilitazione, e aumentano di ora in ora sit-in, assemblee straordinarie e occupazioni. A Salerno sono coinvolte più di dieci scuole, e questa mattina 2500 studenti, dopo le assemblee all'interno dei loro istituti, hanno dato vita ad un corteo spontaneo ed hanno raggiunto la sede della Provincia. A Milano e Firenze si prospettano per tutta la settimana blocchi a macchia di leopardo, così come a Brindisi, Barletta, Lecce, Foggia e Bari. Il mondo della scuola e della formazione professionale è stato mobilitato ieri mattina anche a Cagliari, dove ci sono stati due sit-in di protesta. Studenti e docenti si sono ritrovati davanti alla sede della Direzione scolastica regionale per dire no al decreto della riforma Moratti per le superiori. Incominciano le prime adesioni anche degli studenti dell'Istituto Einaudi di Correggio, Reggio Emilia: diverse classi hanno "abbandonato" le aule, rimandando così anche la prova di evacuazione prevista per stamattina. (del 19 ottobre 2005) Bologna, 10 ottobre 2005. Via Lenin. L’on. Bertinotti caduto nella trappola ordita dal “TPO”, epicentro e cuore “più eversivo” del paese e/o della Emilia Romagna. “Tersite” era lì e ha seguito i fatti in presa diretta. Ore 21:00 via Lenin. Il piano organizzato scatta non appena la sala è gremita da 2000 persone e “osservata” dalle luci delle telecamere RAI e fotoreporter locali: accorsi per non perdersi l’avvenimento. Erano presenti anche le telecamere di BALLARO’, che però dopo l’intervista a Fausto forse hanno spento le luci e non vedremo l’agguato stasera nella trasmissione dell’ottimo Floris. Questi i fatti. Bertinotti invitato dal TPO di Bologna, un centro sociale “eversivo”, si è presentato “nudo” , cioè alla pari del suo competitor “senza volto” a cui prestava il volto la senza fissa dimora Simona Panzino. Alla pari: cioè uno contro uno. Ma dopo un’ora di discussione alla camomilla, ecco il colpo di teatro. I “senza volto” del Teatro Polivalente Occupato (TPO) avevano teso per il compagno Fausto una trappola. Sul palco, allestito per l’occasione con divanetti tardo ottocento che avvolgeva l’irrequietezza di Betinotti (batteva i piedi), si materializzavano i leader dei "disobbedienti": spiazzando letteralmente l’ex sindacalista di Torino. Presenza “non comunicata” alla segreteria bertinottiana come ha riferito lo stesso. Quindi si può parlare certamente di agguato, come l’ha definito lo stesso parlamentare. Da quel momento il tono del confronto è salito segnato anche da un maggior agitarsi di Bertinotti. Difatti, per sottolineare che di trappola si trattava, l’onorevole prontamente ha urlato: “ sono stato invitato; e io sono venuto nudo, con innocenza; mentre voi, ospiti, siete in quattro e per giunta tenendo nascosta la vostra presenza; comunque sono qua e andiamo avanti”. Mostrando self control e aplomb da uomo navigato. Ma da quel momento di rottura emotiva l’incontro si è trasformato in uno scontro. In una vera e propria aggressione verbale e di toni sopra le righe. “Benvenuti al TPO; questa sera assisteremo ad un incontro vero, senza rete; franco, schietto, non pilotato o preconfezionato come avviene di solito nei talk show televisivi alla Bruno Vespa”: così ci accoglieva la voce ferma del presentatore e moderatore della casa “sociale”. E così è stato. Ma agli occhi di Bertinotti l’incontro è risultato truccato. E così dopo le prime morbide scaramucce verbali tra il compagno Fausto e il “senza volto” col passamontagna arcobaleno, ecco calare a sorpresa l’asso nella manica. Alla presenza di 2000 persone sul palco volavano insulti e parole contundenti come pietre. Si è passati, letteralmente e fisicamente, dall’incontro allo scontro. Dalle parole ai fatti. Al “ti sei portato la clak”, sfottò sferrato dal leader romano di Action contro l’onorevole, in sala si è passato da una passiva attenzione ad una attiva partecipazione: una colluttazione tra le due fazioni dei rispettivi gruppi politici. Momenti di confusione, gratuitamente regalati perché toglievano sostanza al ragionamento. L’elemento di rottura è avvenuto quando i “disobbedienti” di Casarini hanno incalzato il “nudo” Fausto sulla questione della rappresentanza politica e l’egemonia politica della rappresentanza sui “movimenti”. I “disobbedienti” rivendicavano un ruolo di rappresentanza paritetico con il partito della rifondazione comunista; pretendendo una legittimazione politica del loro fare e del loro agire contro il potere capitalista o contro il “moderatismo” di cui si veste certa sinistra, come ad esempio il sindaco di Bologna Cofferati o il consigliere comunale del PRC di Modena, accusati di “Entrismo”. Il dibattito doveva esaminare i temi della “amnistia sociale”, “resistere alla guerra”, “sconfiggere la precarietà”, “chiudere i Cpt (centri di permanenza temporanea per gli immigrati)”, “il proibizionismo”. Ma dopo l’accusa della falsità delle primarie come strumento di partecipazione e di democrazia giacché a detta dei “disobbedienti” il diritto al voto di tutti non era garantito, in quanto i seggi per i carcerati e i seggi nei luoghi in stabili occupati venivano negati; la caduta del dialogo e della dialettizzazione interna alla sinistra “antagonista” è avvenuta, come sempre, sul ruolo della rappresentanza politica. Pomo della discordia che da sempre fa della sinistra un luogo di frammentazione e di incomunicabilità. Dopo la “rottura verticale”, a chiusura della serata, il moderatore ringraziando i presenti per la loro presenza, ha esortato la platea a partecipare nella giornata di oggi, martedì 11 ottobre, per le ore 8:30, a manifestare contro le “ruspe di Cofferati” che per quell'ora dovrebbero abbattere alcune case e capannoni dismessi e occupati da lavoratori regolari e non regolari per avere un tetto sotto cui dormire. Mentre l’on Bertinotti, guadagnava l’uscita accompagnato dal suo staff ma senza il calore del suo “popolo” “più eversivo dell’Emilia Romagna". Tersite. |
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