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LA POLITICA
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Ferrara contestato a Bologna: la polizia carica, 15 contusi
giuliano ferrara, direttore del foglio

 

Pomeriggio di tensione in piazza Maggiore durante un comizio del giornalista
Alle prime parole contro l'aborto sono partiti i fischi e i lanci di oggetti e ortaggi

Il direttore del "Foglio" costretto a lasciare il palco scortato dalle forze dell'ordine

 

Pomodori e botte per Ferrara a Bologna

Il leader della lista anti-aborto contestato

BOLOGNA - Si è trasformato in un pomeriggio di guerriglia urbana, a Bologna, il comizio Ferrara nel corso della contestazione ha anche rilanciato al pubblico uno dei pomodori che gli erano piovuti contro sul palcoorganizzato da Giuliano Ferrara e dalla sua lista "Aborto? No grazie" in piazza Maggiore. Circa duemila persone hanno contestato il direttore del Foglio, e quando ha preso la parola ci sono stati scontri fra la polizia e i manifestanti, soprattutto ragazze. Attimi di tensione anche quando Ferrara ha lasciato la piazza. Alla fine sono stati una quindicina i contusi, tutti lievi.


Indignato il commento di Sergio Cofferati: "E' inaccettabile - ha detto il sindaco delal città - che una piazza venga trasformata nel luogo dell'intolleranza. Tutti devono essere in condizione di poter sostenere pubblicamente le proprie tesi e le proprie opinioni e a nessuno deve essere impedito di parlare".

Ferrara è stato accolto in piazza Maggiore da una manifestazione comunque preannunciata alle forze dell'ordine, ma ben più ampia di quanto previsto. Alcuni gruppi femministi e dei centri sociali avevano chiamato a raccolta persone in difesa della legge 194, ma senza aspettarsi che all'appello rispondessero in così tanti: giovani, adulti, donne che hanno coperto di fischi e insulti Giovanni Salizzoni e Matilde Leonardi, candidati alla Camera in Emilia Romagna, che hanno aperto la manifestazione elettorale. Ma è stato quando Giuliano Ferrara ha preso la parola che la situazione è precipitata.

Prima, alcuni manifestanti hanno dribblato il cordone di polizia, hanno tentato di salire sul palco e strappato i manifesti che c'erano attaccati. E mentre Ferrara lanciava le sue parole d'ordine ("L'aborto è una cosa arcaica, squallida, miserabile, ancestrale") dalla piazza sono volati uova, pomodori, monete, bottiglie d'acqua, qualche sasso. Ferrara si è preso un uovo ("Lo prendo come una medaglia" ha gridato), poi ha raccolto dei pomodori e li ha rilanciati in piazza. A quel punto, alla crescente pressione dei manifestanti, il cordone di polizia ha risposto con una carica.

In prima fila c'erano soprattutto ragazze di vent'anni. E a loro sono andate le manganellate. Che qualche poliziotto si sia lasciato andare se ne sono accorti anche i funzionari della Digos, e uno di loro ha fermato con uno schiaffo un agente che se la stava prendendo con troppa violenza con una ragazzina. Tensione anche quando Ferrara ha lasciato la piazza, sempre scortato dalle forze dell'ordine. I manifestanti gli sono andati addosso e ci sono state altre manganellate: sono volate bottiglie e le sedie di un bar della piazza.

Quindi, il giornalista è stato caricato in macchina. L'auto della polizia si è trovata accerchiata dai manifestanti ed è uscita dalla piazza sgommando a forte velocità. La manovra ha ulteriormente esacerbato gli animi: i manifestanti sono saliti sul palco e alcune ragazze hanno improvvisato un comizio in favore della legge 194. La tensione si è a poco a poco allentata solamente quando Ferrara ha definitivamente lasciato Piazza Maggiore.

(fonte repubblica.it del 3-04-2008-)

 
 

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