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 Rocchetta, piccolo comune
 
 

Editoriale
di Tersite

PER ROCCHETTA UN NUOVO WELFARE*

Legge locale sui piccoli comuni

Caro compagno Castelli,

Egregio sindaco,

questa è l’ora delle decisioni. E’ il momento delle responsabilità. Siamo a due anni il sindaco di rocchetta Ranieri Castellidal mandato amministrativo e si avverte la necessità di spalancare la porta alla storia. Se vuole consegnarsi alla storia quella porta andrebbe varcata.

 Caro compagno la condizione sociale dei suoi amministrati è sensibilmente peggiorata, a causa delle politiche riformiste dei vari governi che hanno guidato l’Italia dal 1992 ad oggi, compreso il governo riformista del prof. Prodi, purtroppo. La compressione di quei diritti inalienabili conquistati con le lotte operaie dei nostri padri oggi sta precarizzando la vita dei lavoratori, dei giovani e dei pensionati. Se a questo dato aggiungiamo quello demografico, possiamo comprendere come la sorte del nostro “piccolo comune” sia già fortemente compromessa.

 Dal sito dei comuni italiani .it risulta che - dati ISTAT del 2001 - la popolazione risedente a Rocchetta è di 2034 abitanti mentre gli effettivi abitanti presenti sembrano essere solo 1503. E’ evidente che tutte le politiche fin qui effettuate non hanno, non dico risolto, ma nemmeno arginato o rallentato il lento ma inarrestabile procedere del nostro comune verso la fatalità della sua storia. Se provvedimenti sono stati presi nel corso degli anni: i “professionisti della politica” locale sono stati capaci solo di confezionare un vestito per un agonizzante prossimo all’estinzione.

 Caro compagno Lei ha il difficile compito morale e politico di decidere le sorti della sua comunità: se limitarsi a darle assistenza spirituale, o servirlo mettendo in moto un percorso rivitalizzante dando assicurazione del riconoscimento del diritto di cittadinanza.

D’altra parte, nel mezzogiorno d’Italia il 25% delle famiglie è sotto la soglia di povertà, un cittadino su quattro è  incapace di acquistare i beni e i servizi che la cosiddetta società fondata sul libero mercato (?)  produce. C’è da pensare, allora, che distribuire i beni e i servizi al popolo, rendendolo davvero libero dai bisogni, è sconveniente per le classi elette. Sarà per questo che i bisogni della popolazione sono costantemente sottovalutati? Non sarà che a ciò si guarda come un vantaggio per le classi dirigenti? Diciamocelo francamente: è un preciso progetto politico mantenere delle aree depresse in condizione di povertà, perché un regime economico cosiffatto rafforza l’importanza dei piccoli privilegi e la continua richiesta di una risposta politica. Generando così vantaggiose sacche di clientelismo corruzione e cattiva politica.

 Caro compagno Castelli una cattiva politica, una politica autoreferenziale, che produce Rocchetta, agosto 2007, manifesto feninno e m. teresa dilasciauna società gerarchizzata fondata sul mantenimento di larghe fasce di povertà e di sottosviluppo non è più tollerabile. 

 Ecco perché l’eolico deve essere usato per estendere il benessere e diventare elemento di sicurezza economica per i cittadini di Rocchetta. 

 Il suo ruolo di delegato del popolo Le impone di fare gli interessi della comunità che l’ha eletta: questi interessi si chiamano redistribuzione egualitaria delle risorse eoliche. Per far uscire i cittadini dallo stato di “relativa povertà” e risarcirli socialmente occorre cancellare:

 la bolletta elettrica, ICI, tarsu, telefono, acqua, gas e addizionale Irpef.

 La legge sui “piccoli comuni” d’altronde non rivendica agevolazioni fiscali nell’acquisto di beni e servizi, per venire incontro ai problemi di luoghi marginali come il nostro che vivono “in situazioni di svantaggio economico-sociale” e per contrastare lo “spopolamento, l’abbandono del territorio e il disagio insediativo”? Bene, oggi possiamo anticipare e migliorare la legge dal basso.

Possiamo emendare, con una delibera del consiglio comunale, la legge parlamentare, introducendo non le incalcolabili agevolazioni fiscali, ma la cancellazione tout-court di tutte le bollette legate all’erogazione dei servizi, utilizzando l’eolico a copertura totale delle minimali rivendicazioni sancite in quella legge, ferma in un ramo del parlamento e ancora da licenziare.

 L’EOLICO DEVE DIVENTARE LA NOSTRA LEGGE SUI PICCOLI COMUNI

 Caro compagno, e’ vero, Lei ha fatto molto, ma solo per la parte di programma che riguarda il consolidamento idrogeologico. Sul fronte socio-economico può fare altrettanto: e tanto noi cittadini ci aspettiamo. Non lasci cadere questo appello nel vuoto. Riconosca valore alla democrazia partecipata e alle idee che essa porta a confronto, sul tavolo istituzionale dell’amministrazione comunale.

Questo mio interloquire non è un voler “disturbare il manovratore”, ma più semplicemente vuol dimostrare che gli eletti non debbono essere lasciati soli nella fatica delle difficili decisioni da prendere.

 Oggi c’è la possibilità di costruire un nuovo WELFARE a Rocchetta. E’ possibile che qualcuno storca il naso. Ma Lei ha l’obbligo morale e politico di riequilibrare le ingiustizie che sono in atto.

Un milione e 500 mila euro debbono servire per garantire il diritto di cittadinanza, e dispiegare una forte politica di giustizia sociale. Le entrate comunali dell’eolico dovranno servire come misura di sostegno in favore di tutti i cittadini residenti.

 Caro compagno, se Lei non è un notabile, come io mi ostino a considerarla, questa potrebbe essere la sua occasione per indennizzare i suoi cittadini e fare giustizia, dopo la deprecabile volontà dei maggiorenti del luogo che per calcolo ci privarono delle scuole, dell’autostrada e del gas per oltre trent’anni. Costringendoci in una sorta di moderno medioevo.

 Il comune di Alberona di 1250 abitanti con le entrate eoliche ha già deciso di abbattere: l’addizionale irpef, l’ICI e la TARSU, di rimborsare il canone fisso Enel, di dare la mensa scolastica e la mensa agli anziani gratis, 1.000 euro per famiglia per ogni figlio iscritto alle elementari, permettere ai pendolari per studio e per lavoro di viaggiare gratis; costruire centri diurni per giovani e anziani; manutenzionare le strade rurali. Il sindaco Forgiane dice che “ l’eolico ci serve per migliorare la qualità della vita e per fermar lo spopolamento e convincere i giovani a costruirsi qui il proprio futuro.

Per Rocchetta la priorità principe è invertire la parabola discendente del dato demografico istituendo strumenti amministrativi per sostenere e rinforzare il POTERE D’ACQUISTO delle famiglie. I due terzi delle future entrate eoliche – circa un milione di euro – dovrà essere destinato a tale scopo perché infonde sentimenti di fiducia di un possibile e probabile aumento della popolazione residente. I 500.000 euro andranno per politiche d’investimento e di sviluppo.

 P.S. Mi piace pensare che il mio manifesto fotografico di tre anni fa abbia contribuito alla volontà di recuperare il centro storico. Certo non mi sfuggono i limiti di questa nuova impresa, ma mi fa piacere continuare a pensare che questo ulteriore appello possa, diciamo, contribuire a prendere in seria considerazione l’avvicinarsi di un futuro meno carico di attese, evitandoci ulteriori sofferenze.

 Chi governa dice di governare per il nostro bene, per il bene comune: il nostro bene è liberarci dal bisogno. Per me il potere è solo una parola, ma Lei, caro compagno, non rafforzi l’idea che il potere è un fine anziché un mezzo. Altrimenti si alimenta il dubbio che nessuno si impadronisce del potere con l’intenzione di cederlo.

 La sua scelta va presa come una sfida. Non si chiuda pervicacemente nel “palazzo” rivendicando una politica autarchica.

 Caro compagno, oggi le risorse ci sono, o “ci incamminiamo sulla strada di un futuro migliore” come Lei ha prefigurato nell’incontro pubblico del 12 Agosto; o – aiutandomi con la scrittrice Mariolina Venezia, finalista del premio letterario M.T. Di Lascia con l’opera “Mille anni che sono qui” – non ci rimane che “spegnere la luce e chiudere la porta dietro noi; prendere il treno come Gioia – "lu postale", per noi – e guardare dal finestrino le tristi casematte di cemento, i piloni e le pale che qui non si erano mai viste e

rammaricarci della perdita del nostro paese

celebrando in silenzio un funerale senza lacrime”.

Augurando buone feste ai cittadini e a tutti gli emigrati

Con rispetto di me, e di tutti

IL CITTADINO                                        *manifesto pubblicato a  Rocchetta Sant’Antonio, 13 Agosto 2007

Prof. VITO FENINNO

(La repubblica di tersite, 13 agosto 2007)

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