ALCUNE NOTE SU GIACOMO MARIA FOSCARINI,

CITTADINO DI VARESE

 

Le vite parallele di Dandolo e Foscarini viste da Tullio Dandolo

 

" Giungea Foscarini a Varese.- La lontana prospettiva delle Alpi nevose,

i fiorenti colli, il giocondo bacino disseminato di case, di ville, e limpid'aere,

e il lago, e il Santuario piacquero tanto all' esule Veneziano per guisa che

là divisò rimanersi, ed all' amico scriveane, il quale, accorso dalle rive del Po,

alla proposta applaudiva, e le dimore appigionavansi, e i campi compravansi, e splendea

finalmente su que' volti raggio di letizia."

 

Così Tullio Dandolo in Riminescenze e Fantasie, edito nel 1841, descrive, con lo stile ampolloso e prolisso tutto suo, chi fu l'artefice della venuta della famiglia Dandolo a Varese alla caduta della Repubblica di Venezia; negli scritti sul Dandolo si è sempre accennato al Prevosto di Varese Lattuada come trait d' union con la nostra città.

Non è indicata la data di questa domiciliazione , ma deve essere senz'altro prima del gennaio 1798: infatti il Grossi, che successivamente diventerà cognato del Dandolo, annota nella Cronaca Varesina:

"il 17 gennaio (1798, presa di possesso di Venezia da parte degli Austriaci)Vincenzo Dandolo veneziano venuto a Varese, vi si stabilì attratto dall'amenità del paese, cordialità e benevolenza degli abitanti, e come luogo da lui reputato opportuno, ai suoi studi chimico-fisici-scientifici "

Chi fu Giacomo Maria Foscarini che venne ad installarsi a Varese e che assunse, col tempo, diverse cariche nel governo della città?

Continuando nella descrizione di Tullio apprendiamo:

 

" Simili per sentire generoso, differiano i due amici per le tendenze dello spirito.

Dandolo avea gran che d 'espansivo; Foscarini di concentrato: uno la vita

riguardava come arringo a cui sta bene presentarsi col sorriso sulle labbra;

l' altro teneala in conto di arringo che affrontar vuolsi con viso composto a

serietà: piuttosto credulo il primo; piuttosto sospettoso il secondo........."

 

I due veneziani a Varese ospitarono altri esuli

 

...a' quai non erasi lasciata tampoco invocar ospitalità, ma casa, averi

spontaneamente offeriansi; e Fabris, il coadiutore di Dandolo in compilar

le note alla Fisica del Poli e Rota ottuagenario, uom di robusto intelletto, di

non comune dottrina, e Manenti dall'anima soavissima e Stella, valente filologo,

che pochi anni dopo diventò una delle più valide colonne della lombarda

tipografia, quasi a porto nel naufragio , riparavano a Varese; e gentil gara tra' due

che aveanveli preceduti accendeasi qual de' sovraggiunti alla propria casa

ciascun tenesse....... e veneziana colonia fioria appiè dell'Alpi........

 

Sempre dal Dandolo apprendiamo alcune notizie sulla vita familiare del Foscarini quando arrivò a Varese:

 

.......Foscarini, a cui amorosa, pia compagnia era a fianco, che dopo molti

anni dal di delle nozze il talamo ancor infecondo sospirava............

 

e dopo essersi accasato a Varese apprendiamo che:

 

E Foscarini ha domestici gaudi anch'egli; rivalità della sposa novella

( ritengo che si riferisca al recente matrimonio di Dandolo con Marianna Grossi )

punse la sposa antica: due bambini vedranno la luce quasi ad un tempo............

 

(Tullio Dandolo il 2 ottobre 1801 ed il figlio del Foscarini, riteniamo debba trattarsi di Benedetto del quale accenneremo più avanti )

Delle attività del Foscarini il noioso ma utile Tullio ci narra:

 

" Cereali, boschi, gelsi, agrarie rotazioni diventano per la veneta colonia,

tra' varesini colli stanziata, inesauribil tema di studi e sperienze.

Foscarini più particolarmente intende perfezionar l'arte di far vino; Dandolo,

gregge di merini d'oltra i Pirenei .............schiude via non ancor

tentata di migliorar le lane nazionali."

 

Dopo il ritorno di Dandolo da Provveditore della Dalmazia

" Narragli Foscarini i suoi mille esperimenti; moltiplicansi le prove "

Intanto Vincenzo Dandolo pubblica l'Enologia ( Enologia, ovvero l' arte di fare, conservare e far viaggiare i vini del regno, G. Silvestri, Milano, 1812, 2 Vol) e Tullio correttamente ricorda:

"...e siccome libro che a Foscarini per molta parte, avuto riguardo

ai comuni studi, appartiene; a lui lo intitola con dargli pubblica

e leal testimonianza di gratitudine "

 

Nel 1833 Tullio vendette inspiegabilmente la casa ex convento di S.Martino, dove continuava a vivere la mamma Marianna Grossi anche dopo la morte di Vincenzo avvenuta nel 1819. Probabilmente questo fatto non piacque al Foscarini che si allontanò dai Dandolo ed in effetti Tullio gli si rivolge così:

 

"E tu pure, o Foscarini, non ha guari mi abbandonasti!

- All'orfano, padre novello t'eri profferto. Tenesti dietro con ansia

irrequieta al giovinetto sì precocemente lasciato arbitro di se medesimo.

La tua voce, or mite, or severa, consigli, preghiere gli

porse, insidie gli scoverse, pericoli appalesò. - Ed or che gli festeggiasti

il dì delle nozze, gli presagisti felicità, e il presagio si compie, perché non ti

rimanesti con lui!...

 

Giacomo Foscarini a Venezia

 

La ricerca di notizie su Foscarini ha evidenziato presso l' Archivio di Stato di Venezia, ai Frari, che negli anni 1782-94 un patrizio, Giacomo Foscarini, fu più volte inquisito per malcostume, violenze ed altri gravi misfatti dagli Inquisitori di Stato: qualora possa trattarsi di Giacomo Maria esistono numerose buste (almeno 13) degli Inquisitori di Stato che lo riguardano, ma non ho avuto tempo per approfondire l' argomento.

 

Altre notizie relative ad un Giacomo Foscarini (cognome diffusissimo a Venezia) sono quelle relative ad una manifestazione del 12 maggio 1797 : la folla gridava che non voleva né Francesi né cambiamenti e iniziarono a dare l'assalto alle case dei partigiani Francesi. Durante gli assalti fece le spese più di tutti il magnifico palazzo Foscarini ai Carmini.Tempo prima un Giacomo Foscarini, detto lo Zoppo, figlio del cavalier Bastian e nipote del provveditore Nicolò, all'uscita del Maggior Consiglio si era svestito della toga patrizia e l 'aveva calpestata con infami espressioni, mettendosi all' occhiello una coccarda coi colori francesi. Qualcuno se ne ricordò e il famoso palazzo fu completamente devastato.

Potrebbe essere il Foscarini che stiamo scoprendo che evidenziava con l'amico Dandolo le simpatie giacobine, ma in quel periodo doveva aver già abbandonato Venezia ed essere stabilito a Varese.

Foscarini a Varese

La prima notizia del Foscarini a Varese é del 24 giugno 1799: alla fine di provvedere a quanto occorre per il passaggio frequente dei soldati imperiali, i deputati all'estimo debbono assumere un prestito di otto mila lire, pagabili dopo quattro anni, verso........

Giacomo Maria Foscarini ed altri quattro benestanti.

Nel 1800, in ottobre, tra le requisizioni fatte a privati cittadini risulta il nostro con 40 fasci di fieno.

Il 16 novembre 1800 è indicato come facente parte della Municipalità e nel giugno 1802 é componente della Deputazione dell'Estimo.

Nell'ottobre del 1805 la Municipalità deve in 24 ore provvedere 100 quintali di fieno e 100 sacchi di avena per ordine del maresciallo Massena. La requisizione di tutto ciò è fatta a carico dei più ricchi possessori in equa proporzione e tra questi troviamo sia Giacomo Maria Foscarini che Vincenzo Dandolo.

Nel maggio del 1806 fa parte del Consiglio Comunale con la carica di Savio.

Nel gennaio 1809 è presente nella Municipalità con la carica di Savio.

Nell' aprile del 1810 è presente nel consiglio comunale, citato nel decreto emanato dal Vicerè d' Italia.

Da questa data sembra abbandonare le cariche comunali occupate per circa dieci anni ed inizia ad essere presente nella Congregazione Amministrativa della Congregazione di Carità che sovraintendeva l'Ospedale di Varese: in effetti dal 1811 al 1815 fa parte di tale organismo.

Una notizia importante che abbiamo tralasciato è quella, citata dal Giampaolo, alla data 2 giugno 1810 che recita :

Il convento dell'Annunziata i cui frati sortirono per decreto di Napoleone, nel 2 giugno 1810 fu venduto al Sr. Conte Dandolo al prezzo di L. 13.000 italiane. Cotesto convento aveva una copiosa Biblioteca valutata di non minor prezzo di lire 30.000. Essa andò dispersa per ogni dove, e dicesi che una notte intera si abbruciassero i libri che cadevano nell'Indice de' P. D'essi libri molti se ne recarono i frati essendo padroni di tutto ciò che trovavasi nelle loro celle,fra le quali Padre Giosuè molti seco ne trasportò, n'ebbe molti il sig. Conte Dandolo e diversi altri............L'abbazia di Capo Lago posseduta dal Card. Daverio fu alienata al prezzo di 150.000 lire circa ai signori Foscarini di Venezia , Carnevali e Fè.

Sul prezzo di favore goduto dal Dandolo ,la cui accortezza negli affari é ben nota, ci sarebbe da indagare a fondo, ma non è l' unica ombra che Vincenzo ha nella sua vita: anche la sua attività editoriale non é esente da dubbi, infatti tutte le sue opere pubblicate tra il 1804 e il 1815, secondo l' accusa del Melzi, vengono stampate in forti tirature con notevole beneficio dell'autore, e rilevate e diffuse dal Governo.

Che il Dandolo avesse approfittato della sua influenza nelle sfere governative è probabilmente vera poichè il Compagnoni, con fedele amicizia spesso ricordata anche dal figlio Tullio, si preoccupò di difendere la memoria da questa accusa nel - Memorie Storiche relative al Conte Vincenzo Dandolo e a' suoi scritti, Sonzogno, Milano, 1820 ovvero l'anno successivo alla morte di Vincenzo.

 

I possedimenti di Foscarini da due lettere inedite a lui indirizzate

La prima è del 26 febbraio 1820 è indirizzata a Milano, città dove il Foscarini si era probabilmente ritirato dopo il 1815, anno in cui non compare più in nessuna carica pubblica a Varese; la seconda del 26 agosto 1822 è inviata a Venezia "fermo in Posta" .

Ambedue sono firmate dal " Devotissimo Obbligatissimo e Osservandissimo servitore Vincenzo Fiorio(?)", che probabilmente era l'Amministratore delle proprietà a Varese, in quanto come vedremo relazionerà dalla "sede" di Capolago (Cartabbia nelle lettere) su vari lavori di manutenzione effettuati in altre località.Questo Fiorio era probabilmente anche lui di origine veneta in quanto nella lettera del 26 agosto, accusando ricevuta di una lettera del 22, ringrazia il Foscarini " che si è compiaciuto di darmi nuove dà miei fratelli e parenti".

Iniziano ambedue con -Pregiatissimo mio Signore- e contengono sempre sia i saluti propri, della moglie Nunziata e dei figli alla Signora Padrona e al figlio Signor Benedetto.

Relazionano sull'andamento del tempo, sull'andamento delle culture, sui prezzi pagati o spuntati per diverse transazioni e nella seconda si abbandona anche a previsioni sia sulla qualità sia sui prezzi dell'uva ancora in maturazione ed ancora diverse altre notizie sia sui conoscenti ( andai, a casa Dandolo credendo di trovarlo, e invece era già partito con sua madre) sia sui prezzi in vari mercati.

Nella lettera del 1822 sono trascritte tre lettere :

- la prima dell'Ing. Ponti " concernente le di lui osservazioni sulle riparazioni da farsi alla Casa di Castevenone ( località del Sacro Monte ), goduta dal Zucchi ";

- la seconda é una nota dei " Lavorerio eseguito dai Legnamari intorno ai sotto notati vaselli (tini) " con l'elenco nominativo delle giornate fatte dai suddetti falegnami;

- la terza è la "relazione datami dal camparo Conti delle riparazioni eseguite al Sacro Monte .............nelle case ( probabilmente occupate da ) Pedotti, Bellasio, Bariliere ?, Tonta ,Taglioretti, Cirolo ?".

Dal sommarione del 1841 siamo informati che Benedetto Foscarini erede di Giacomo possedeva nel comune del Sacro Monte oltre 840 pertiche ed 11 case di abitazioni, secondo solo al Comune stesso ma che aveva terreni di scarso reddito ed anche nel 1875 risultava proprietario di oltre 650 pertiche e 14 fabbricati.

E' utile ricordare che Benedetto nella metà dell'800 era il primo possessore di stabili a Varese (Giampaolo).

Foscarini scrittore

Nel fascicolo LXIV, aprile 1821, della Biblioteca Italiana, edita dall'Imperial Regia Stamperia di Milano, era inserito lo studio:

 

- ESPERIENZE ED OSSERVAZIONI di Giacomo Maria Foscarini sulla malattia de' Bachi da seta , conosciuta sotto il nome di Calcinetto, (un breve saggio di 27 pagine che tratta della muffa parassitaria bianchiccia che uccideva i bachi).
 

 

Nella presentazione l'editore si dichiara

" contento....presentando al pubblico il lavoro di questo benemerito proprietario, che colle sue ragionate operazioni campestri ha saputo ne' suoi poderi dell'Alto Milanese offrire una pratica scuola di agricoltura, e procacciarsi il nome di profondo conoscitore dell'agraria economia. Se per le nostre istanze egli si è ora determinato a pubblicare alcune cose intorno a' bachi, ci lusinghiamo che s' indurrà a fare lo stesso coi tanti altri suoi lavori diretti tutti ai progressi dell'agricoltura"

Apprendiamo da questa presentazione, che il Foscarini, come l'amico Dandolo, ma forse più riservato, aveva competenze e autorità in diversi settori dell'agricoltura ed in effetti dalla prefazione apprendiamo dall'autore stesso:

" Quantunque alieno dal comparire in pubblico come autore, ............. di estrarre dal giornale delle mie sperienze alcuni fatti, i quali possono spargere qualche luce sull'argomento sin qui oscurissimo della malattia de' bachi, conosciuta sotto il nome di Calcinetto"

La relazione si riferisce ad esperimenti eseguiti in Cartabbia, castellanza di Varese nel 1819 e ad altri eseguiti in Milano l'anno successivo dal Foscarini che anticipa:

" In seguito mi propongo di pubblicare tutta la serie delle mie sperienze, onde i coltivatori ...................sieno eccitati ad instituire degli analoghi esperimenti per dedurne delle osservazioni, le quali potessero alzare il velo che agli occhi di tutti gl' intelligenti asconde tutt'ora la causa principale della malattia del calcinetto......."

Malgrado diverse ricerche non ho trovato ulteriori opere scritte da Foscarini.

 

Altre notizie sulla famiglia Foscarini a Varese

 

Da ultimo segnalo alcune notizie reperite all' Archivio di Stato di Varese tutte da verificare :

- 1800 Foscarini Giacomo Maria q. Pietro ( contrasta con il Bastian del Contarini di Venezia) censito per Pertiche 1455-Tavole 11-Piedi 00 per Scudi 5227- Lire 3-0ttavi 7

- 6-8-1805 (Edilizia Privata cart.15 ) Richiesta di Giacomo Foscarini per strada da surrogare per evitare la Valle Foscarini (?)

- 1823 Benedetto Foscarini (già proprietario) censito a Capolago per Pertiche 380 Tavole 3 per un valore capitale di Scudi 1304 Lire 5 Ottavi 1

- 1841 Benedetto censito per oltre 2329 scudi come già detto al Sacro Monte

- 1843 Benedetto si dichiara abitante a Biumo Superiore al N° civico ___, confinante con la proprietà Belgiojoso (dove ?)

- 1844 a Velate Benedetto censito per Pertiche 1229.19.00 per un valore di Scudi 1713.3.5

- 18-7-1868 Benedetto chiede alla Municipalità permesso di costruzione a Capolago

 

Conclusione

Credo di aver dimostrato che la figura del Foscarini vada meglio conosciuta e studiata per i profondi legami che ebbe con Varese.

Mi risulta che ad Arcisate esista una via Foscarini, a Luino un palazzo Foscarini già casa Sabaino ed a Morosolo la villa Foscarini già Stampa dove soggiornò Alessandro Manzoni..

Anche il Comune di Varese potrebbe dedicargli una via (esiste già ?) per perpetuare la memoria di un illustre cittadino anziché intitolarle, come spesso è accaduto, a personaggi alieni dalla nostra storia e dalla nostra cultura.

 


(1° pubblicazione 1996)

Bibliografia: trattandosi di un articolo divulgativo e non uno studio definitivo ho evitato le note al piede, per chi volesse approfondire fornisco un elenco dei volumi consultati:

- Adamollo G.A., Grossi L. - La cronaca di Varese, Tip. Arc. Addolorata, Varese, 1931

- Archivio di Stato di Venezia, Archivio Inquisitori di Stato, buste 13,68,69,90, 110,112,169,205,1052,1093,1125,1132,1137,1143,1145,1194,1195.

- Bambergi David G. - Varese, i Dandolo e i Morosini, sta in Calandari do ra Famiglia Bosina par or 1984,  La Tipografica Varese, Varese,1983

- Bascapè G.C.- Morosolo di Varese, Soc. Storica Varesina, Varese, 1971

- Berengo M.- Intellettuali e librai nella Milano della Restaurazione, Einaudi, Torino, 1980

- Borri L.- Lo spedale de' poveri di Varese, Arti Grafiche Varesine, Varese, 1909

- Cazzani E.- Arcisate nella storia dell' arte, Ed. Ceresio, Saronno, 1970

- Comotti E.- Dandolo , sta in Calandari do ra Famiglia Bosina par or 1968, La Tipografica Varese, Varese

- Dandolo T.- Reminescenze e Fantasie,Stab. Tip. Fontana, Torino, 1841

- Frigerio P.- Luino, Un secolo 1885-1985, B. Pop. Luino, Luino, 1985

- Giampaolo L.- Varese dall'avvento della Repubblica Cisalpina alla fine del regno Italico, Soc. Storica   Varesina, Varese, 1959

- Giampaolo L.- Santa Maria del Monte (Abitanti, proprietà,mestieri dal cinquecento all'ottocento), sta in   Rivista della Società Storica Varesina, fascicolo XIII, aprile 1977

- Lodi M., Negri L.- C'erano una volta, novantuno protagonisti della storia di Varese, ASK Edizioni,  Varese, 1989

- Zorzi A. - La Repubblica del Leone, Storia di Venezia, Rusconi, Milano, 1979