UNO DETTO MILANESE CHE CHIAMA

IN CAUSA VARESE

 

Il romanzo ciclico "Cento anni" di Giuseppe Rovani (1818-1874) abbraccia vicende che vanno dal 1750 alla caduta di Venezia nel 1849.

E' una cronaca della vita milanese incentrata sulla descrizione ed interpretazione della società nella quale il Rovani si trova a vivere o a rivivere da narrazioni di prima mano.

Nel 1754 ci viene narrata l'astensione dei Milanesi dall'uso del tabacco, per sei mesi, per protestare contro lo Stato Maggiore dei Fermieri Generali che, assecondati dai governanti e dall'indebitatissima Imperatrice, angariavano i milanesi con ogni forma di sopruso.

Scrive il Rovani:

"Fu diretto un sonetto a Sua Eccellenza il Signor Conte Don Beltrame Cristiani, capo della Giunta governativa, sostenitore dei fermieri, e mangiatore anch'esso alla buona tavola comune, sebbene del resto, fosse un egregio ed abile e dotto uomo;

 


Il voler arricchir troppo le Imprese

E' un vero impoverir tutti i mercanti

E' un voler che Milan fra stenti e pianti

Vada il vitto a cercar fuor del paese.

Manca il denaro e non si guarda a spese

Per arruolar battidori e fanti;

Che Milan diverrà come Varese.

 


la maschera di Varese : Pin Girometta

Quest'ultimo verso ci indica che nell'800 diventare come Varese significava andare in rovina o simile.

Incuriosito dal detto ho consultato vari dizionari ed ho trovato conferma che la succitata frase , con sfumature diverse, é stata correttamente usata dal Rovani .

Il Cherubini, nel suo dizionario riporta:

- Varés = Varese, nome proprio di città. Andà de Vares. Decadere in qualunque aspetto. Essere agli sgoccioli. Cascar da pollajo.(tosc.) Ridursi al verde o alla macina.Spiantarsi.Scarp andaa de Vares.Scarpe (o sim.) che non ne possono più ( tosc. ).

Il Banfi registra :

- Vares- Varese, Andà de Vares, essere agli sgoccioli, andar per le fratte - Pagn o simili de Vares, panni o simili che non ne possono più - Vess de Vares, non ne poter più.

Severino Pagani, in appendice alla raccolta di proverbi milanesi, riporta i più caratteristici modi di dire dialettali ed annota:

- Andà de Vares = modo di dire per indicare il decadere sotto ogni aspetto. Per quante ricerche abbia fatte non sono riuscito a trovare perché é tirata in campo la città di Varese. Forse una ragione non c'è, come avviene spesso per altri modi di dire analoghi.

Questo detto ricorda la descrizione che il Dossi fece di Varese (nota 2701 ) ; la descrizione é allineata a quanto sopra in quanto ci mostra una città in decadenza e comunque non coincidente con altre descrizioni di illustri visitatori più attenti ai panorami o agli ambienti "privilegiati" anziché al cittadino normale. Registra il Dossi:

 

- " A Vares tutt cala de pes " , Entrate in un confettiere, vi daranno dolci stantii, paste rafferme: in un caffé, birra brusca; in un droghiere, zucchero e caffé avariati.

L'orologiajo troverà una ruota di più nel vostro orologio: lo stagnajo per attaccare il manico della vostra padella vi bucherà il fondo. Dapertutto sta scritto "Nouveautès de Paris " ma il cartello é già tarmato e tutto cacature di mosche......."

 

In controtendenza a quanto sopra ricordiamo che nel 1756 un componimento poetico , contenuto nella cronaca Marliani, descriveva le delizie delle nostre zone ed era intitolato "Grand Vares ".

Voglio ricordare che la nota " tircheria " dei Varesini è registrata sia dal Cherubini che dal Banfi. Quest'ultimo registra:

- Varesada = scirpiada = v. pioggiada = pioeggiaria = Pidocchieria ;

Il Cherubini , allineato, ci segnala:

-Varesada = scirpiada dicesi anche pioggiada = pidoccheria / taccagneria / grettezza.

In considerazione della notorietà dei testi citati omettiamo la bibliografia.

(1° pubblicazione 1995)