Artisti Varesotti a Roma nel  XVII°, XVIII° e XIX° secolo

Questi secoli vedono una minore presenza documentata dei nostri conterranei, probabilmente causata anche dal fatto che l’ alta specializzazione tecnica che veniva richiesto nei secoli passati nella costruzione e nella scultura era stata appresa da altri unitamente al fatto che i nostri artisti si sparsero soprattutto in Europa.

Il primo artista ricordato è lo scultore Appiani  Andrea da Porto Ceresio ( morto 1669 )     
É originario di Porto Milanese, antica denominazione di Porto Ceresio. Nel 1625 andò a Roma e fu impiegato come primo maestro dal cardinal Borghese, con questi rimase in servizio fino al 1634, occupato alla costruzione di una villa  davanti a Porta del Popolo
( piazza Pinciana ). Operò nelle chiese di Madonna della Vittoria, S. Grisogono, a Montecompatri, a Monte Fortino e Cerveteri. Fece testamento il 17/VIII/1656, ma da documenti nei quali figura il nome di suo nipote, Ambrogio Appiani, si presume vivesse ancora nel 1664. La Bessone riferisce che fu sepolto a Roma nel 1669 in S. Silvestro ( altri dicono in san Martino ai Monti ) e afferma  che in questo luogo si trova un' iscrizione su lapide

Figura ancora tutta da approfondire è l’incisore e tipografo Rossi ( De Rubeis ) Giovanni Giacomo  da Gallarate, battezzato nel 1612 e noto dal 1627-1691. Fu tenuto a battesimo da un Orsini della  famiglia dimorante a Roma ma trasferitosi a Cedrate.  Divenne  molto abile nell’arte delle incisioni realizzando stampe pregiate riproducenti i particolari prospettici dei monumenti, palazzi, chiesa, fontane, obelischi di Roma.




frontespizio di un libro stampato da De Rossi

L’architetto Pellini , probabilmente da Marchirolo ( o Viconago ) alla fine del ‘600 operò come scultore con Raggi a Roma nella chiesa di san Marcello al corso. Lo stesso od un omonimo progettò la facciata della chiesa di san Pietro a Marchirolo

Lo scultore Maino (Maini) Giovan Battista,  Cassano Magnago ( 7/2/1690 - 29 /7/1752 ),  è una presenza di spicco nella città.  A Roma eseguì tutte le sue opere più importati, conquistando un solida fama. Settimo figlio di Bartolomeo e Margherita Borsa. La sua formazione avvenne a Milano allievo del Rusconi, poi a Roma con Francesco Della Valle. Allievo  di Camillo Rusconi ne ereditò le principali commissioni, come quella dell'esecuzione di un bassorilievo con la Gloria di San Francesco Regis per i Gesuiti di Madrid e collaborò alla decorazione dei pennacchi della cupola dei Santi Luca e Martina.
Lavorò poi a Sant'Agnese in Agone, dove eseguì il busto di Innocenzo X , alla facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore, con alcune statue allegoriche e gli furono commissionate dal re di Portogallo alcune statue per la basilica di Mafra.
Tra il 1732 e il 1735 fu coinvolto, con un ruolo di primo piano, in uno dei più importanti cantieri architettonici romani, quello della Cappella Corsini a San Giovanni in Laterano. Sue sono infatti la statua bronzea benedicente del pontefice, ispirata a quella berniniana di Urbano VIII in S. Pietro, e quella del "cardinal nepote" Neri Corsini.
Inviò anche alcuni rilievi a Siena per la cappella Chigi nel Duomo, e nel 1735 realizzò su commissione della Diocesi di Foligno la statua in argento e bronzo raffigurante San Feliciano, Patrono della città.
Alcune sue opere :
- monumento al cardinale Neri Corsini , 1732/5, in san Giovanni in Laterano
- scultura di san Francesco da Paola, in san Pietro ( altare Filippo Neri )
- realizzò un prototipo in gesso del gruppo centrale con Oceano della fontana di Trevi, eseguito in marmo dopo la sua morte da Pietro Bracci .
La Fontana di Trevi è la più grande ed una fra le più note Fontane di Roma; è considerata all'unanimità una delle più celebri fontane del mondo.
A Cassano Magnago vi è una statua marmorea del Battista in san Giulio, eseguita dalcognato Domenico Scaramucci secondo il suo modellino in gesso.



Oceano, fontana di Trevi, di Giovan Battista Maino


Il pittore Giussani Cristoforo di Angera è citato tra il  1706 ed il 1727.
Si distinse a Roma nel 1706 per aver ottenuto un primo premio sotto il pontefice Clemente XI. Dipinse in S. Bernardino alle Ossa e S. Calogero (quadri perduti) Ritornato al nord operò  al S. Monte di Arona,Varallo Sesia e Cannobio.

Il famoso pittore Ronchelli Giovanni Battista  da Cabiaglio (1/2/1715 - Cabiaglio 24/1/1788 ) Lavorò inizialmente a L'Aquila e nel 1734 è a Roma dove dimorò fino al 1740. Ebbe come maestro Francesco Mancini, allievo di P. A. Magatti, a Varese.    A Roma non ho trovato sue  opere.
Sappiamo che visse a Varese dove possedeva una bottega d'arte e fu deputato della Congregazione dell'Ospedale. Ha lasciato moltissime opere nella zona  di Varese e in Piemonte.

Scultore e pittore, Scaramucci Domenico di Cassano Magnago  è ricordato tra il  1734 ed il 1758. Lavorò a Roma con Maino suo cognato ed  eseguì una statua del Battista ora in san Giulio in  Cassano M., da un modellino del Maino.
Nel 1734 a Roma, in un contratto si impegna  <Io Domenico Scaramucci m'obbligo come altergo Ma[no] p[ropri]a. Io Gio[vanni] Batt[ist]a Mayno mi obligo prestare tutta la mia assistenza all' sud[ett]o Sig[no]re Scaramucci accio detta statua venga bene per opere in san Giovanni in Laterano>. E’ documentato fino al 1758 a Roma.

Famoso è Bossi Giuseppe di Busto Arsizio ( 17 /8 /1777 - Milano il 9 / 12 / 1815 )
Uomo eclettico e di grande talento, il Bossi non si limitò alla pittura, ma fu anche personaggio politico, letterato, collezionista e bibliofilo.Operò prima a Milano con Traballesi e coll'Appiani, poi a Roma con Domenico Conti. Tornato a Milano nel 1801  vinse il « Concorso della riconoscenza».



autoritratto di Bossi nel 1795


Fondatore e segretario dell’Accademia di Brera per la quale, su incitamento di Francesco Melzi , si procurò molto materiale a scopo didattico a Roma presso le chiese soppresse. Promosse la fondazione di una scuola di anatomia e una di mosaico.
Scolaro di Tiraboschi e Appiani, suo grande amico. Fu amico intimo del Porta

Argenti  Giosué, Viggiù ( 9/2/1819 - 29/11/1901 ) è uno scultore che essendo  allievo a Brera , ottenne nel 1836 una borsa di studio di perfezionamento che gli permise di soggiornare a Roma, dove si fermò per sei anni. Fu spesso controllato dalla Polizia Austriaca durante i suoi spostamenti tra Roma e Viggiù.

Butti Guido, scultore, di Viggiù  ( 3 /4/1805 - Porto Ceresio 8/8/1878 ) Fu cugino di Enrico. Giovane andò a Milano ove studiò con Gaetano Monti, ebbe due volte il premio ai concorsi di scultura;  fu allievo di Pompeo Marchesi. Lascia Milano per Roma. Qui passò dal laboratorio di uno scultore ad un altro, ma affermatosi  nel 1840 decise di   tornare a Milano dove aprì uno studio tutto suo.
In quello studio spesso si riunivano artisti, letterati e patrioti.

Lo scultore Bottinelli  Antonio (Viggiù 8/9/1827 - Viggiù 26/9/1898) Studiò all'Accademia di Brera a Milano e proseguI i suoi studi dal 1852, all'Accademia S. Luca a Roma, dove ebbe uno studio per anni ma passava i mesi estivi nel luogo natio. Nel 1858 si recò a Parigi e al «Salon» espose l'opera Armida. Nel 1859 tornò in patria per arruolarsi  come volontario nella Guerra d'Indipendenza e poi si trasferì a Milano dove fu attivo nella Fabbrica del Duomo negli anni dal 1863 al 1869.

Butti Enrico di Viggiù (3/4/1847 - Viggiù 21/1/1932) fu essenzialmente scultore, ma dopo l’ ottantesimo compleanno, ritiratosi nel paese natio, dipinse anche ottime tele con irruenza coloristica e di carattere descrittivo e naturalistico
Si recò a Roma a 14 anni, ebbe gli inizi difficili e solo nel 1874 cominciò a farsi conoscere con l’ opera <Eleonora d’Este>. Nel 1879 ottenne il premio Principe Umberto con il monumento alla famiglia Cavi-Bussi. Ottenne il gran premio all’esposizione universale nel 1889.

Dell’architetto Quaglia Pietro Paolo di Bardello ( 1856-1898 ) si deve ricordare nel 1884 il progettò per il II° concorso per il Palazzo di Giustizia di Roma in collaborazione con l’architetto D’Aronco.

Tra i pochi pittori ricordati rientra Tarra Luigi di Luino ( 4/12/1882 - Roma 31/8/1936 ) Pittore prevalentemente di architetture  ed espressionista. Operò a Roma. Espose alla esposizione nazionale di Firenze nel 1927 presentando : <Viterbo e Piazza del Gesù>.
Allestì una personale agli Amatori e Cultori di Roma nel 1927 ; prese parte alla Nazionale del paesaggio di Bologna  con < la basilica di santa Maria di Tuscania >.





dintorni di Viterbo, 1925, Luigi Tarra


Lo scultore Piatti Luigi di Viggiù ( 22/6/1881 morì a Roma il 19/3/ 1939 ) Collaborò con il fratello Leonardo, nel laboratorio cuneese, alla realizzazione di numerose opere scultoree esposte in città, prima di trasferirsi a Roma dove si specializzò nell'arte funeraria e nella decorazione nella sua bottega vicino al Cimitero del Verano. Morì in un incidente ferroviario.

Ricordo che  molti artisti  soggiornarono a Roma sia individualmente per studiare la grande arte siaquali vincitori di concorsi di perfezionamento sopratutto dai primi dell’ 800. Ecco alcuni nominativi:

Buzzi Leone Luigi, scultore, Viggiù 20/11/1823 - 14/3/1909

Cabialia (Cabiaglia) Giovanni, scultore, Marchirolo 1849-Roma 30/6/1878

Casnedi Raffaele, pittore, Runo 24/9/1822  Milano 29/12/1892

Colombo Renzo ( Lorenzo), scultore, Gallarate 16/2/1856 - Fougères 25/9/1885

Galli Antonio, scultore, Viggiù 5/1/1811 - 21/9/1861

Luini ( Scappi ) Bernardino, pittore, Luino 1460-1532??

Marchesi Pompeo, scultore, Saltrio 7/8/1783 - Milano 7/2/1858

Pellini  Eugenio, scultore, Marchirolo    17/11/1869 - Milano 28/5/1934

Piatti Antonio, pittore, Viggiù  12/6/1875 - Milano 29 /8/1962

Piazza Giovanni(Giovan Battista), scultore, Viggiù 13/8/1801- Milano 1827

Piccio Giovanni Carnovali , pittore, Montegrino 29/9/1804 - Coltaro sul Po il 5/7/  1873

Tabacchi Odoardo , scultore e pittore, ( Battista Pasquale Edoardo detto)
Ganna 19/12/1831    - Milano 23/3/1905

Ripeto qui la conclusione posta nell’ articolo dedicato agli artisti nel 400 e nel 500 nel precedente Calandari:
< E’ deludente osservare che questi artisti, le cui opere caratterizzano ancora la città, in alcuni casi non siano mai stati approfonditi sia con libri sia con tesi. Valga questo articolo come stimolo! >


fernando cova

pubblicato su < Calanadari d'ra Famiglia Bosina par ur 2011 >