Qualche rettifica e qualche integrazione al catalogo delle vedute di Varese
di Fernando Cova
Ho già avuto modo di esternare un giudizio negativo sul volume <Varese nelle antiche stampe>,
recentemente edito ( vedi lettera in calce ). Vorrei qui rettificare alcuni errori e pubblicare
alcune delle vedute assenti. Dato il tono discorsivo eviterò le
citazioni bibliografiche.
Bernardino Castelli
Nella sezione note biografiche il Castelli è identificato
con l'omonimo pittore trentino, probabilmente mai venuto a Varese.
Tutti sanno, invece, che trattasi di una nostra gloria locale!
Lo scultore e intagliatore Bernardino Castelli di Velate fu battezzato 30/3/1646 e morì a Varese il 22/5/1725
Fu battezzato con il nome del padre, morto poco prima della sua
nascita. In gioventù fu priore e tesoriere della confraternita
del S.Rosario con sede nell’Oratorio di S. Domenico a Varese (dal 1687
alla morte, avvenuta nel 1725) . Ebbe probabilmente la sua crescita
artistica nell'ambito della costruzione del Sacro Monte di Varese,
grazie alla protezione dello zio, Don Andrea Castelli, allora parroco
di Santa Maria del Monte. Durante questo periodo poté conoscere
Antonio Pino da Bellagio, che influenzò la sua tecnica e il suo
stile. Collaborò inoltre con il doratore Paolo Glusiano di
Angera .
Le sue opere, tutte di carattere religioso e di stile barocco, si trovano principalmente nel varesotto.
Ricordiamo nella basilica di San Vittore a Varese
- i pulpiti e la cantoria , 1675
- gli organi
- la battaglia di Lepanto, 1702
- il grande crocifisso, sostenuto da angeli (1712)
- l'altare ligneo ora nella chiesa di San Giorgio a Biumo Superiore
- il modello in legno di noce del campanile di Varese, alto 4 metri, ora a villa Mirabello unitamente ad un
mobile da sacrestia
- in sant’Antonio a Varese nella navata destra vi è una sua opera giovanile
altre sue opere significative:
- gli altari lignei di Caronno Varesino 1684,
- di Daverio (1687)
- nel 1690 lavora a Casorate Sempione, con il maestro Antonio Pino alla cantoria
- di Vergiate (1691),
- pulpito e gruppo dell’Addolorata in san Rocco a Gemonio
- presbiterio intagliato in san Martino a Marchirolo proveniente da san Giovanni di Varese
- il crocifisso sull'architrave del presbiterio della chiesa di S. Stefano a Mezzana (1693) -
- il pulpito della chiesa di San Giulio a Cittiglio (1702).
Raffaele Inganni
E' citato nella sezione note biografiche come architetto la cui
firma compare nel volume del Bizzozzero <Varese e il suo
territorio> : viene confuso con l'omonimo architetto operante a Roma.
Raffaele Inganni fu un sacerdote, dal 1869 al 1874 fu coadiutore a Casbeno di Varese, ove morì il padre Francesco, pittore, il 22 febbraio 1872.
Nacque a Milano il 27 aprile 1841 da Francesco Inganni e Luigia Regli.
Fu battezzato il giorno 28 nelle Basilica di S.Maria della Passione e
suo padrino fu il fratello del padre, Angelo Inganni celebre pittore.
Adolescente fu indirizzato alla vita ecclesiastica.
Il 28 febbraio 1865 fu ammesso agli esami di Diaconato ed il 30 maggio
agli esami di Presbiterato, infine ordinato sacerdote il 10 giugno
1865. Il primo incarico lo vede catechista e vice rettore dell'Istituto
Spagliardi di Parabiago. Dal 1869 fu coadiutore a Casbeno di Varese,
fino 1874. Arrivò successivamente a Melegnano nel 1875 con
incarico di sagrista confessore. Fu nominato cappellano di Zivido ai
primi di giugno del 1879 rimanendovi sino all'aprile 1893,
allorchè venne assegnato alla parrocchia di Triginto, quindi dal
settembre del 1895 divenne cappellano a San Celso (oggi santa Maria dei
Miracoli presso S.Celso, Milano, in corso Italia). Passò
successivamente alla Domus Emeritorum dei SS.Ambrogio e Carlo , dove
morì il 16 settembre 1914.
Di lui si occupò don Frecchiami nei fascicoli . 2°, 3° e
4° della «La Badìa di S. Gemolo e la Valganna»
citandolotra l'altro :< L’antro delle Gallerie in realtà fu
scoperto «ufficialmente» nel 1873 da Raffaele Inganni,
canonico di San Celso in Milano, durante una escursione a scopo
venatorio in Valganna, nella località cosiddetta del Cuseglio.
Abbiamo detto «ufficialmente», perché fu il canonico
per primo ad esplorare con intendimenti archeologici quel dedalo di
gallerie che si apre ad una sessantina di metri sopra la strada che da
Varese porta a Ganna, sul lato sinistro, al Km. 5/VII dal capoluogo,
poco dopo la strada privata che porta al Cuseglio.....>
Essina P. incisore ed illustratore : non esiste!
Alla scheda 92b dedicata al < Monumento ai Cacciatori delle Alpi di Varese > è indicato come incisore Essina P., nelle note biografiche così descritto <
Illustratore la cui firma è presente nei periodici " L'Universo
Illustrato" e " L' Illustrazione Popolare". Non sono stati rintracciati
ulteriori dati biografici>. Non esiste perchè è
il noto C. Pessina, illustratore - disegnatore molto quotato ai suoi
tempi che fu collaboratore, principalmente, degli editori Treves. Un "
maledetto " puntino nella lastra ha tratto in inganno gli ignari
compilatori/compilatrici.
Una breve ricerca in internet mi ha ritornato una decina di sue stampe
in vendita. Spesso è indicato nelle illustrazioni < disegno
del Signor Pessina >.
" Paletus " incisore
Alla scheda n° 3 il < Ritratto della Vergine del Sacro Monte Sopra Varese > viene indicato come autore tale Paletus.
L'ingrandimento mostra che si deve leggere < Pal~tus Fecit >.
Questa rettifica, per ora, non aggiunge nulla alla identificazione
dell'artista, ma mostra la superficialità della catalogazione
sia qui sia in altre schede.
Alcune incisioni non repertoriate
Mancano le incisioni riprodotte nel volume di Samuel Butler< Alps and Santuaries > edito nel 1881.
Butler (1774 -1839) fu un appassionato frequentatore delle nostre zone con il suo amico/ compagno Henry Festing Jones
e soggiornarono per diversi anni all'Hotel Riposo alla prima Cappella.
E' autore ( disegnatore ) delle tre seguenti vedute:
Henry Festing Jones ( 1851 - 1928 ) è l'autore della seguente
incisione, il disegno originale si trova al British Museum ed è
datato settembre 1880.
Altra veduta del 1833 che i lettori di questa pubblicazione
conoscono, poichè riportata ne Calandari par ur 2008, è
questa:
L'autore è Jacques Martin Silvestre Bence ed è
inserita in una raccolta di 25 incisioni che riproducono alcuni quadri
esposti nel Reale Museo di Francia.
Allego in calce una tavola cronologica crescente delle incisioni mancante nel volume .
Ad esempio, mancando qualsiasi bibliografia, mi piacerebbe sapere
su quali basi viene indicata la località di nascita di Giuseppe
Baroffio o perchè Giuseppe Rusnati viene fatto nascere a
Gallarate, quando i più recenti studi lo dicono nato a Milano da
famiglia gallaratese.
Altre rettifiche e/o integrazioni presenterò, in tempi successivi, dopo una lettura più attenta del volume.
Sarà per un'altra volta!
pubblicato su < Calandari d'ra Famiglia Bosina par ur 2011>
Evviva...... anzi no! Note in margine al terzo volume della storia di Varese
Aveva ben visto Pierfausto Vedani all'inzio del 2004 su
Varesenews! quando criticava la mancanza di storici varesini nel
comitato per la storia di Varese.
E' arrivato anche per Varese il catalogo delle stampe illustranti la città.
Dopo Milano ( 1969-70 ), l'insuperato elogio del Lago Maggiore ( 1973 )
Como ( 1976 ), lago di Como (1978), Lecco ( anni '90 ), Canton Ticino (
2003 ) anche Varese ha la sua raccolta.
Fa seguito al primo volume dedicato a Sacromonte ed a quello modesto e " giornalistico " dedicato allo sport.
Come tutte le opere prime servirà da base per ulteriori aggiornamenti e approfondimenti.
Esaminiamo in dettaglio il libro, con spirito critico ma costruttivo, da modesto collezionista deluso.
Un primo disappunto, prendendo in mano il volume, è dato dalla
copertina e dal dorso, differenti dai due precedenti volumi : in
libreria stonerà moltissimo accanto agli altri due.
Il volume inizia con un saggio che pare abbia avuto come principale
supporto bibliografico il saggio di Mazzocca. Cita uno sconosciuto
editore Ferdinando Stella che probabilmente è Anton Fortunato
Stella.
La parte iconografica, divisa in dieci sezioni è interessante,
anche se spesso si sono privilegiati ingrandimenti di xilografie,
tratte da giornali e quindi molto comuni e non le stampe più
rare e antiche o di complessa lettura.
Bisogna dire che quando si parla di catalogo di stampe tutti intendono le vedute.
Qui si è fatta una commistione, tra vedute, santini, ritratti e
incisioni di riproduzione. La presenza di una sezione dedicata al
Dandolo è superflua.
La catalogazione delle stampe è aberrante: nessun riferimento
bibliografico, quindi non è un catalogo ragionato. Nessuna
collocazione. Nessun riferimento alla rarità della stampa,
Mancanza sovente nelle stampe più antiche dei diversi
stati.
Ci sono errori di catalogazione nella dimensione come alla scheda 83.
Non esiste una tabella in ordine cronologico, per saper quali sono le
incisioni più antiche devo sfogliare l'intero volume!
Mancano alcune vedute di Butler, Harding, Michallon ...
La parte finale dedicata alle biografie è di una
semplicità sconcertante, senza indicazioni bibliografiche e con
un errore madornale vedi alla voce Bernardino Castelli : pittore
trentino!!!!
Il marchio universitario non aggiunge nulla all' opera anzi dequalifica il marchio stesso.
Che delusione!!!!!!