UN VARESINO ALLA CORTE DI LUCREZIA BORGIA

Suo padre spirituale il frate francescano Raffaele Griffi da Varese Raffaele discende dalla nobile e illustre famiglia Griffi; ricordiamo che lo stemma di questa famiglia è presente sulla copertina degli "Statuta" del borgo e castellanze di Varese del 1347 ed essa è attiva per secoli in città, fino al 1791.
Nato verso la metà del XV secolo era già avviato alla carriera di medico, quando giunse a Varese Bernardino da Siena e il Griffi, come l'altro concittadino, l'avvocato Cristoforo Piccinelli, furono conquistati dall'ideale francescano ed entrarono nel movimento di riforma dell'Ordine propagato da Bernardino chiamato dell'Osservanza. Presto divenne un predicatore colto e ricercato.
Uno storico francescano contemporaneo ci lascia queste brevi notizie biografiche: "Fra Raffaele da Varese fu uomo distinto nell'arte oratoria, nelle scienze fisiche, filosofiche e teologiche, insigne per la bontà di vita, predicatore celeberrimo, ritenuto da tutti in grande considerazione". Fra Raffaele lasciò diversi scritti, tra i quali "Conciones quadragesimales et alia" ma purtroppo nulla ci è pervenuto.

Lo scrittore Giovanni Sabadino degli Arienti scrive da Bologna il 5 aprile 1496 al duca di Milano Ludovico il Moro. "Questa matina essendo io nel numero circa XV m.[ila] persone audire nuntiare el divino verbo nel magnificentissimo templo del nostro divo Petronio dal venerando seraphico frate Raphaele da Varese anni [...]ne grande odore: ... Questo frate Raphaele apud nos è stato gratissimo veramente e predicatore de singulare preconio sì de aspecto sì de Doctrina sì de sonorità de voce: et de optimi gesti adeo che la sua patria: et la sua religione perillustra: Di che non mi maraviglio se V. Exc.tia amatrice de virtù lo desiderano. Ne ha predicato senza alcuno riguardo en la faza li nostri errori bene cum grande discretione...".
Da notare che nella sua predicazione usava tutte le tecniche della comunicazione odierna: voce, gesti, postura .
Nel 1510 il Griffi risulta ancora vivo, perché a lui, qualificato come "Definitore Provinciale e oratore apostolico", unitamente ad altri tre frati, viene dedicata dal confratello padre Francesco da San Colombano la prima stampa della celebre opera "Conformitates S. Francisci ad Christum" di Bartolomeo da Pisa,uscita a Milano appunto in quell'anno. Non si conosce l'anno esatto della morte, avvenuta a Milano, nel periodo in cui era guardiano del convento di Sant'Angelo fuori le mura, abbattuto per volontà di Carlo V nel 1551. Le sue spoglie mortali furono poi traslate nel nuovo Sant'Angelo in via Moscova; qualche biografo lo qualifica Beato ma non risulta in nessun martirologio.
Ricercatissimo dalle città dell'Italia settentrionale come predicatore di sicuro richiamo e dalle corti principesche come fine ed esperta guida spirituale, nel 1507 giunge a Ferrara invitato per la predicazione quaresimale e qui incontra Lucrezia che influenzò a tal punto da provocare in lei una decisa svolta spirituale.
Lucrezia Borgia (Subiaco1480 - Ferrara 1519), figlia di colui che diverrà poi papa Alessandro VI, fu donna di affascinante bellezza, spesso utilizzata dal padre, che la fece maritare tre volte per i suoi scopi politici.
Fu una perfetta castellana e acquisì fama di abile politica e accorta diplomatica. Il 2 febbraio 1502, con alle spalle già due matrimoni, Lucrezia giunge a ventun anni a Ferrara, sposa di Alfonso d'Este, ammirata e corteggiata. Dopo un inizio di vita brillante, improntata allo sfarzo e al lusso, inaugurò una "vita nuova", dedicandosi a frequenti ritiri nei monasteri delle Clarisse e alla preghiera, pur non trascurando i suoi doveri e le sue incombenze di moglie e di duchessa. Fece dimenticare il suo passato e diventò popolarissima grazie alla sua bellezza e alla sua intelligenza. Estraniatasi dalla politica favorì una variegata ed intellettuale vita di corte, e fu celebrata da poeti come l'Ariosto, il Bembo, il Trissino. Morì nel 1519, a trentanove anni, di parto.



Gli storici coevi fanno notare che a corte le donne ferraresi si mostrano meno imbellettate del solito "... il pare che madona [Lucrezia] voglia essere la prima che di exemplo a altre". Lei stessa in una sua lettera dell'11 marzo attribuisce il merito esplicitamente a "lo nostro frate Raffaele con le sue bone prediche".
In quello stesso anno 1507, Lucrezia dopo la morte del padre, del suocero e della figlia nata e dopo i fatti criminosi di una congiura a danno del marito, riceve la notizia della morte del fratello Cesare, il Valentino, che essa amava con sincero affetto. Al Griffi fu assegnato l'incarico difficile e doloroso di recarle la notizia della morte. In una lettera di un contemporaneo del 23 aprile 1507 leggiamo: "Questa nova fu data alla Signora per frate Rafaele, lo qual talmente seppe dire che tolerò assai bene la gran pena [...] La resposta che fece la Signora al frate per la nova fo questa: quanto più cercho conformarme con Dio, tanto più me visita de affanni. Rengracio Sua Maestà, sono contenta de quel che li piace".

Sappiamo che Lucrezia fu iscritta giovanissima al Terz'Ordine di San Francesco: "soror de penitentia tertii ordinis sancti Francisci" ammessa dal padre Ludovico della Torre, vicario generale degli Osservanti Cismontani all'età di circa ventuno-ventidue anni.
Quando Padre Raffaele lasciò Ferrara troviamo a corte altri predicatori e religiosi tra i quali l'agostiniano fra Antonio Meli da Crema (1449-1528) che dopo le esortazioni ascetiche francescane, le propone le vie più alte della mistica.
Leggendo l'inventario del suo guardaroba, stilato dopo la sua morte, troviamo diversi oggetti delle sue devozioni, quali breviari, corone del rosario e significativamente alcuni "cordoni", uno dei quali con la precisazione: "cordone di seda berretina [color bigio come il saio dei frati Osservanti] grosso cum quattro gruppi di oro battuto schietti: facti a cordone de S. Francesco", scambiato dal cognato Giovanni Gonzaga per cilicio.
La figura di Lucrezia Borgia resta così "legata" alla spiritualità francescana, a cui era stata iniziata da giovanissima per essere poi rafforzata dalla parola del frate Raffaele Griffi da Varese.
Hanno trattato per esteso di Raffaele Griffi padre Anacleto Mosconi nel volumetto dedicato ai Francescani a Varese e Marco Pellegrini in Archivio Storico Lombardo.

Pubblicato su http://www.rmfonline.it/ il 20/6/2010

Ritratto di Lucrezia Borgia - Bartolomeo Veneziano