La festa di sant'Antonio abate é la festa più antica
e popolare della nostra città.
Sant'Antonio il Grande é considerato il protettore
dei panettieri, dei guantai, dei tessitori, dei tosatori e dei
salumieri;
per questi ultimi forse è da collegarsi nella presenza
iconografica del maiale.
Fin dall'ottocento il 17 gennaio veniva omaggiato dai fidanzati e
dagli sposi novelli, questi ultimi vestiti con gli abiti nuziali,
provenienti principalmente dal contado; le spose sfoggiavano i
gioielli e le famose " spadine" in testa.
Nella sua ricorrenza era assai diffusa la benedizione delle
stalle, trasformatasi nel tempo nella benedizione degli animali
effettuata sul sagrato delle chiese a lui dedicate.
Ci si rivolge anche nel caso di avvelenamento di segale
cornuta, per liberarsi dalla erisipela o fuoco di
sant'Antonio
e per proteggersi dagli incendi.
illustrazione di Aldo Mazza
Una particolarità del sant'Antonio di Varese è
quella di proteggere i matrimoni e di far trovare un marito a chi
ne é sprovvista:
<A Sant’Antòni vann i spùus e i
tusànn ca gh’ha ‘l murùus>
Lo si invoca per ricomporre i litigi tra innamorati:
<Sant'Antoni glorios / Femm fa' pâs col me'
morôs L'è cativ
com'è un demoni / Femm fa' pâs, car
Sant'Antoni>
o per trovare il fidanzato:
<Sant'Antòni gluriùus fa ca tröva
anmì ‘l mè spùus>
Dedicate all' argomento sono le spassose < 4 giaculatori a
sant'Antoni del porscell> composte da Speri Della Chiesa.