Giulio Tatto (1541-1620) apparteneva ad una nobile
famiglia varesina già presente nel borgo nel XIV secolo.
Occupò diverse cariche pubbliche fino ad essere uno dei
reggenti del borgo.
La sua " Cronaca Varesina ", pubblicata la prima volta da
Leopoldo Giampaolo, fu dal 1525 al 1620 il registro
ufficiale dei prezzi rilevati sul mercato di Varese dei prodotti
agricoli. Le sue registrazioni iniziarono dal 1560,
quelle antecedenti erano di mano di Pietro Maria Castiglioni di
Masnago e di suo figlio Battista che avevano avuto
l'incarico dai reggenti del comune.
Molto interessanti sono le notizie agrarie che ci permettono di
conoscere cosa si coltivava in quel tempo: oltre alla vite
ed al gelso si coltivavano, tra i cereali, frumento, segale,
miglio, scandella ( orzo selvatico ), panico ( miglio per
uccelli),
fave e saggina. Il formentone, mais o grano saraceno non compariva
in quanto introdotto dopo il 1630. Tra i frutti compaiono
le mandorle ( ora scomparse), varie qualità di ciliegie,
susine, albicocche, mele, pesche, pere, fichi, noci ( da cui il
liquore nocino ),
nocciole, fragole e castagne. Gli ortaggi coltivati erano le rape,
carciofi, verze e insalate di vario tipo.
Nella Cronaca ritroviamo anche proverbi scaturiti dall'esperienza
contadina, legata alle caratteristiche climatiche e alla
loro ricaduta sui raccolti e sui frutti delle vigne:
- giugno 1602 , <… et tanto
più sendo le niciole boschirole ( nocciole di
bosco) assai che si é
visto che quando gli sono copia
de niciole vi é poco vino> anche se poi si smentisce
perché ad ottobre annota < si sono finiti di fare i
vini questo anno et sono
bonissimi et li ultimi dolci et sono molti e molti anni che non
é stato sì bel seminare et fare le vendemmie …….
li seminerij sono
tutti nasuti (?) et quasi in brolia>
Nel bosino antico " vegnu in
broja" significava " in fretta, alla spiccia"
- marzo 1607, < …é
ben vero che si tiene che quando provina ( brina ) la notte
della Madonna di marzo ( 25 marzo Annunciazione)
si crede che la non possa far male, bel miracolo.>
- aprile 1611, qui troviamo citato un vecchio modo di dire < …et li prati sono tutti senza
erba per il grande asiuto et
li Formenti vengono bianchi et hanno bisogno che piova, et
questo anno è assai temporito ( prematuro ) , con avere
datto la volta le trose (germogliano i tralci)…..> " Te se stàa temporif "
se stato svelto, in anticipo.
- settembre 1614, < Ho
sentito Io à cantare la cigata ( cicala ) alli 12
settembre sopra una noce al giardino et si po'
dire il proverbio che dicono i contadini che quando la cigata
canta di settembre, non comprar biade di revendere>
perché potrebbe guastarsi nel trasportarla.
Nel testo sono citate più volte le cicale presenti
evidentemente in buon numero.
Un proverbio italiano afferma < Se canta la cicala di
settembre, non comprar grano da vendere>
- aprile 1618, < Sino hora
non hanno le vite dimostrato cosa de relevo et ancora gli sono
da quelli che si potrebbero
podare se ben vive , ne bisogna dire che à santo Giorgio
( 23 aprile ) dà
la volta al troso ( germoglia il tralcio )………>
Proverbi e modi di dire ancora attuali per i cultori del dialetto,
ma le cicale non ci sono più!