Home
 
FERRUCCIO SPADINI
Ferruccio Spadini giovane fante volontario della Prima guerra mondiale
Alla memoria del Professor Ferruccio Spadini è dedicata una borsa di studio riservata agli studenti in uscita dalle classi terze delle Scuole Secondarie Inferiori della Provincia di Mantova, istituita per la prima volta nell' A.S. 2006- 07 e che giungerà, quindi, nell'A.S. 2008-09 alla terza edizione. Da maggio 2009 il bando d'iscrizione sarà scaricabile da questo sito.
Il Professor Ferruccio Spadini in una foto del periodo bresciano.
QUESTO SITO SI PROPONE DI FAR CONOSCERE IL PROF.MAGG. FERRUCCIO SPADINI, ATTRAVERSO FONTI STORICHE :MILITARE PLURIDECORATO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE,INSEGNANTE PRESSO IL LICEO "ARICI" DI BRESCIA,MAGGIORE DELLA G.N.R. DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA A BRENO,FUCILATO IL 13 FEBBRAIO 1946 A MOMPIANO (BS) A SEGUITO DI CONDANNA DEL TRIBUNALE SPECIALE DI BRESCIA,RIABILITATO CON SENTENZA DELLA CASSAZIONE DEL 23 APRILE 1960.
per informazioni e/o richieste si prega di contattare barbara.spadini@istruzione.it
Ho avuto modo di conoscere, pur di sfuggita, nel corso di questa ricerca affettuosamente storica delle mie radici familiari, uomini ora ottantenni che hanno militato come semplici soldati o come ufficiali nelle fila della Repubblica Sociale Italiana, leggendo sempre nei loro occhi due sole parole: “Silenzio” e “ Onore”.
Dalle mie ricerche personali, basate essenzialmente sulle testimonianze e sulle fonti, ho scoperto che molti, moltissimi ufficiali della R.S.I. provenivano da solide famiglie medio borghesi ed avevano una preparazione scolastica in genere classica: tanti di questi futuri militari conoscevano le lettere e la filosofia, le lingue antiche e la poesia. Coltivavano valori tipici della sfera sociale d’origine che- uniti alla preparazione militare ed al rispetto del suo codice d’onore – nell’ora della scelta hanno scelto di non tradire per coerenza.
Coerenza, onore, silenzio: categorie etico-estetiche nelle quali si rispecchiava il loro credo autentico.
Non posso e nemmeno voglio entrare nella diatriba riguardo a quale credo sia stato giusto e quale sbagliato, perché ho avuto modo di ascoltare testimonianze rivoltanti su tutti i fronti.
Ho sempre pensato, del resto, che da una vera e propria “guerra civile” o comunque da ogni guerra tutto un popolo esca seviziato, dolorosamente sfinito e privato di ogni umanità.
Non esiste umanità alcuna nella guerra e in nessuna guerra esiste un vincitore, né materiale né morale. Affermare il contrario è solo un’illusione, lontana dall’etica.
Eppure vi è stato chi, nell’orrore, si è trovato da Uomo- da una parte o dall’altra- a dover fare i conti con la propria coscienza, ricorrendo dunque all’etica per rimanere Uomo quando la ferocia indiscriminata di una guerra fratricida parlava di violenza, malvagità, cattiveria.
Da qui tanti episodi in cui – da una parte e dall’altra- molti Uomini hanno superato le “idee” per salvarsi reciprocamente la vita, mostrarsi rispetto, “riconoscersi” come esseri umani al di là del campo scelto.
E’ in questi piccoli contesti, ove piccoli grandi uomini hanno salvato “l’umano” prima di tutto, che rientra certamente la storia di mio nonno Ferruccio: una storia di umile silenzio riguardo il bene fatto, i meriti acquisiti, il dolore fisico e psicologico subito, ancora di silenzio ubbidiente nella visione della disfatta e nel momento della scelta, di silenzio dignitoso durante i mesi della prigionia, degli interrogatori, della tortura, dei processi, della ingiusta condanna e della fine prematura.
Credo, del resto, che chi ama veramente possa solo osservare un rigoroso silenzio, perché esso offre una visuale perfetta, contemplativa, adorante, ideale, riguardo l’oggetto amato, sia esso persona o Patria, alla quale si è dato tutto, anche la vita in dono.
In questo vedo da cristiana l’offerta di sé per un Credo, da persona un tributo etico ed estetico, direi Umanistico, all’ Italia.
Vorrei fosse chiaro al lettore che, questo libro ha il solo intendimento di ricostruire la storia del Professore e Maggiore Ferruccio Spadini attraverso fonti e testimonianze già “aperte” da storici ed estimatori ben più capaci di me, arricchite ed approfondite da quanto di inedito ho potuto trovare nell’archivio di famiglia e voluto pubblicare.
Nessuna apologia, nessun revisionismo: ogni tentativo in questo senso non avrebbe alcuna validità, perché la figura di mio nonno è limpidamente tratteggiata dalle sue stesse lettere e memoriali e soprattutto perché sarà il lettore e non chi scrive che, alla fine, potrà comprendere, meditare ed eventualmente risolvere in un giudizio- storico, etico, umano- il vivere e l’operare di una Persona defunta e consegnata dalla storia alla storia e che, insieme a tante, tante altre ha scelto di morire per l’Italia, in silenzio, con onore e per coerenza.
   
     
Questa nota è ripresa dall'introduzione del libro:" Ferruccio Spadini:oggi, ieri. 2008-1895"di Barbara Spadini