Per arrivarci, da
qualunque parte veniate, imboccate l'autostrada Modena
Brennero A22 ed uscite al casello di Pegognaga, girate a
sinistra e proseguite per circa otto chilometri. La
segnaletica locale è comunque chiara ed abbondante. In
allegato trovate adeguata cartina. |
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Nei dintorni
l'unico posto che mi sento di consigliarvi è la chiesa
di S. Maria di Valverde. Si trova a
circa 2km dal borgo, imboccando l'argine verso Pegognaga
e svoltando giù a sinistra dopo trecento metri. Si passa
la ferrovia e dopo mezzo chilometro, subito dopo un
ponticello, girate ancora a sinistra. La chiesa,
originaria del sec. XI, non da sulla strada, bensì sul
retro di un fienile, svettando su di un'altura; se ci
andate in una giornata di nebbia, non la troverete mai. |
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Purtroppo oggi è un
edificio privato, e la visita all'interno va concordata
in precedenza con gli uffici Cultura e Turismo del Comune
(0376-615101) in quanto altrimenti è chiuso.
Dall'esterno è comunque possibile ammirare l'abside, sul
cui fianco, di fronte al pozzo per l'acqua, si innesta il
piccolo campanile quattrocentesco, a pianta ottagonale.
La facciata è stata inglobata negli anni da una
costruzione rurale, il cui fabbricato era addossato alla
chiesa ed ha sostituito l'originario complesso monastico,
abbattuto dagli ottentotti tra il 1850 e fine secolo XIX.
Un bel portale in cotto sul fianco nord da accesso
all'interno, in quanto sia la facciata che l'ingresso
sono stati inglobati ed occlusi nella costruzione
proditoriamente addossata alla chiesa. All'interno un
Cristo in mandorla di Michele da Pavia (sec.
XV) adorna il catino absidale. |
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Se riuscite a non farvi venire il
magone, pensando a tutto il monastero che c'era attorno e
che è stato raso al suolo per costruirci un fienile ed
una stalla, potete risalire in macchina e toranre
sull'argine, girando però a sinistra per allontanarvi da
S. Benedetto. In cinque chilometri tutti percorsi sopra
l'argine giungerete senza fallo a Portiolo,
dove ai piedi dell'argine stesso sorge il palazzo del
cinquecento, una delle più importanti residenze
signorili della provincia, appartenuta ad un ramo cadetto
dei Gonzaga di Vescovado. |
L'edificio presenta
attualmente una pianta ad L, ma in origine doveva essere
a pianta quadrangolare; il cortile al centro e la torre
che sovrasta l'ingresso sono gli unici elementi
superstiti del fortilizio quattrocentesco. Le sale
interne, con soffitto a cassettoni dipinti e rosoni, sono
compretamente spoglie. il saloe principale presenta belle
porte in legno sagomate e dipinte. Sopra i portali
inferriate in ferro battuto riproducono le aquile,
simbolo dei Gonzaga. Se vi spingete nel campetto di
calcio contro l'argine, potrete ammirare ciò che resta
dello scalone che si apriva sul giardino di un tempo (non
c'era l'argine, ovviamente).. Nel corso dei secoli la
villa è stata utilizzata come caserma ed allevamento di
uccelli. Oggi metà e lasciata cadente, l'altra metà
appartiene ad una famiglia di Mantova che vi trascorre
alcuni giorni di vacanza in estate. Per il resto, non ci
troverete nessuno. E' un vero peccato; che tristezza !!! |
Non vi rimane che
dirigervi a Pegognaga, dove a due
chilometri dal casello dell'Autobrennero trovate la
chieda matildica di San Lorenzo. Ho linkato un paio di pagine fatte da altri
(Gruppo STR, www.str.it)
dedicate a questa chiesa, quindi per ulteriori
informazioni clikkate qui da me o andate direttamente da loro, a me non
viene in tasca nulla, gli faccio solo pubblicità
gratuita. |