GLORIA

Frammento inedito, interrotto, abbandonato dalla mano dell'Artista. Ritrovato da Giovanni Negri e pubblicato per la prima volta da Bompiani nei Tascabili, Milano, 1985.

Gloria all'uomo in eterno,
in mezzo a tanti dolori affanni,
ha trovato in tempo in duemila anni
di mettere insieme nientemeno che Cristo,
cioè una cosa inutile anzi per quanto meravigliosa,
con tutti i cazzi da pelare
che a ogni ora
saltano fuori
ha trovato il tempo chi mettendoci un occhio
chi una parola e un secolo come un orafo
un'immagine, chi i sandali la tunica una frase
mai contenti della perfezione
senza sapere che cosa questa sia
anche i ciechi hanno dato il loro contributo
e gente che avrebbe avuto seri motivi
per tirare bombe contro il prossimo
vi rinunciava per correre come i fanciulli
che sulla piazza del paese vogliono tutti
dare un contributo
a costruire il pupazzo di neve
pur sapendo del suo presto sparire,
tutti insomma hanno voluto metterci qualche cosa
i fessi, anche i fessi, i ladri e gli assassini poi,
uno col coltello alzato gli venne in mente e s'interruppe,
portò all'ammasso uno sguardo o anche meno
in fretta
perché doveva tornare sul luogo del delitto
sgozzare mi pare una ragazza
adesso lo stanno smontando,
si sta sciogliendo al sole, invano
cercano di farlo durare un po' di più
anche se i motivi non sono ben chiari e dissonanti,
si sono confuse le favelle,
è commovente il vedere nel frattempo altri già costruire
un nuovo idolo.
ci vorrà per finirlo chissà quanto,
che fantasia però, e non si spaventano
delle contraddizioni, salirà in altezza centinaia di metri,
migliaia
al punto che non potremo neppure più vederlo da terra
e ogni tanto qualche operaio cascherà da lassù e allora verrà in mente
che dei pazzi stanno facendo e ci sarà la voglia
di arrampicarsi, di andare a vedere a che punto sono,
congratularsi,
poi c'è il timore per il dissenso di chi ti dà il pane
(in fondo potrebbe anche non dartelo,
potrebbe ? dovrebbe?
mi abbandono ai due verbi che sfarfallano
e nel passare dall'uno all'altro sempre più veloci
sapete che mi sono sentito datore di lavoro
operaio nello stesso tempo
cresce il peso, io non lo reggo,
d'altra parte

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