LA QUESTIONE DEL
DEBITO ESTERO
DEI
PAESI POVERI
ALTRA ECONOMIA


Meglio consumare meglio

Nata nel 1993, l'esperienza coinvolge oggi 500 famiglie
Tra gli obiettivi anche il rispetto delle risorse ambientali
da Avvenire Domenica 7 maggio Agorà

«BILANCI DI GIUSTIZIA» Le motivazioni che portano a una scelta controcorrente


S
ono il gusto, la consapevolezza e la soddisfazione a giustificare l'impegno concreto ad attuare stili di vita socialmente e ambientalmente sostenibili, che caratterizza gli aderenti alla campagna Bilanci di Giustizia; non il frutto di un particolare sofferenza dovuta al fatto di vivere in un ambiente inquinato o rumoroso. Hanno inoltre il tempo per le cose che ritengono importanti, sono soddisfatti delle loro relazioni sociali e non si sentono quasi per nulla intimoriti dalla presenza di persone di altre culture. La loro vita si è arricchita in parallelo con la revisione dei consumi.
È questo il primo risultato della nuova pista di ricerca intrapresa dalla campagna Bilanci di Giustizia in stretta collaborazione con il gruppo di lavoro "Nuovi modelli di benessere" dell'Istituto di Wuppertal per il clima, l'ambiente e l'energia (finanziato per metà da privati e per metà dal Land della Renania-Westfalia), coordinato da Gerhard Scherhorn.
I primi dati raccolti nella scheda stagionale, un nuovo strumento di rilevazione qualitativa degli stili di vita, starebbero ad indicare che l'esperienza di Bilanci di Giustizia presenta la caratteristica peculiare di associare a minori livelli di consumo una maggiore qualità della vita.
È stata proprio questa intuizione a permettere la collaborazione tra le 500 famiglie italiane della campagna con l'economista tedesco, interessato a dimostrare come i nuovi modelli di benessere non si caratterizzino per maggiori livelli di consumo e una crescita quantitativa ma, al contrario, per una crescita della qualità di vita, in termini di maggior tempo, maggiori e migliori relazioni sociali, più consumo di cultura, più silenzio, più spiritualità. E che tutto questo è possibile per tutti solo con minori livelli di consumo di beni materiali da parte degli abitanti del Nord del mondo.
Va messa in evidenza, suggerisce Scherhorn, la contraddizione del sistema economico attuale che garantisce ad una minoranza una sempre maggiore quantità di beni, ma anche più disoccupazione, meno tempo e meno spazio per vivere bene. Tuttavia l'invito a "consumare meno" non solo non trova i favori del sistema economico che vive sulla crescita dei consumi, ma neppure quello dell'opinione pubblica, perché nell'immaginario collettivo meno consumi significano deprivazione e sacrificio.
Attraverso l'esperienza delle famiglie di Bilanci di Giustizia è forse possibile dimostrare il contrario. Per questo, gli ambiti di ricerca si sono ampliati e il bilancio mensile, strumento dove vengono registrate le spese secondo giustizia e che registra la capacità di ridurre e di cambiare i propri consumi, si arricchisce di alcune domande sulla qualità della vita. Ho avuto il tempo per le cose che ritengo importanti? Quanto sento che la mia vita si è arricchita? E quali altri indicatori determinano il ben-essere delle persone?
La ricerca intrapresa vede accanto alle famiglie bilanciste, che riflettono e prendono sempre più consapevolezza dei loro autentici bisogni e delle strategie per soddisfarli in maniera socialmente ed ecologicamente responsabile, il lavoro di ricerca scientifica di Scherhorn e di Alberto Tarozzi.
Tra gli indicatori della qualità delle relazioni sociali si è scelto anche quello dell'ospitalità, accanto alle pratiche di consumo e risparmio; si prendono in considerazione anche quelle di autoproduzione; e si elaborano, insieme, nuovi indicatori. Per provare a comunicare quanto meglio sia consumare meno.