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24 NOVEMBRE
2003
Fini in Israele :
" Il fascismo fu parte del male assoluto "
GERUSALEMME
- Parla di un'epoca del male
assoluto Gianfranco Fini. Parla di un'epoca in cui sono state votate le leggi
razziali, di un'epoca in cui sei milioni di ebrei sono stati censiti, cacciati
dal lavoro, dalle scuole, depredati dei beni, dei diritti civili, denunciati,
perseguitati, deportati e infine mandati a morire nei lager.
E in quest'epoca del male assoluto
il leader di
An mette anche il fascismo,
compresa la repubblica di Salò.
Gianfranco Fini arriva in Israele e opera un ulteriore strappo con il passato.
Così esplicito Gianfranco Fini non era mai stato. Di responsabilità degli
italiani nelle leggi razziali aveva già perlato in passato. Oggi si spinge oltre
e per la prima volta è più preciso.
Parla di "infami leggi razziali
volute dal fascismo".
Lo fa
mentre sul capo ha ancora posata la kippà (il tradizionale copricapo ebraico)
per la visita allo Yad
Vashem, il museo dell'Olocausto di Gerusalemme. E' il primo giorno di Fini in
Israele, un viaggio atteso da dieci anni da quando fondò Alleanza nazionale
per abbandonare l'eredità fascista e passare al partito di governo, moderato e
democratico.
Non c'è per Fini "nessuna
giustificazione per i carnefici di ieri".
Non solo per chi uccise ma "anche per chi poteva salvare un innocente e non lo
fece". E poi si devono "denunciare le pagine di vergogna che ci sono nella
storia del nostro passato. Bisogna farlo per capire la ragione per cui
ignavia, indifferenza, complicità e viltà fecero sì che tantissimi italiani
nel 1938 nulla facessero per reagire alle infami leggi razziali volute dal
fascismo".
Amos Luzzatto, presidente delle Comunità ebraiche italiane, che ha
accompagnato Fini nelle visita, coglie subito lo strappo con il passato. Più
forte delle altre volte. "La grossa novità - dice Luzzatto - è che abbia
menzionato il termine fascismo: è la prima volta che lo fa".
Più tardi
in conferenza stampa il leader di An dirà ancora
di più. La Repubblica Sociale di Salò rientra o
no tra le pagine vergognose del nostro passato?
"Rientrano certamente tutte quelle pagine
relative alla discriminazione e ancor più alla
persecuzione nei confronti degli ebrei e più in generale delle minoranze. E
quindi certamente vi rientra anche quella pagina", risponde testualmente Fini.
Può bastare a chi chiedeva al leader di An, in occasione di questo viaggio, di
declinare meglio cosa significasse per il suo partito dirsi una forza
post-fascista? La robusta revisione, che sta nel solco delle cose dette a
Fiuggi, poggia su un terreno di concretezza. Il leader di An incontra a
Gerusalemme Ariel Sharon e le massime autorità di uno stato dilaniato dal
terrorismo, che conta infinitamente sull'amicizia speciale dell'Italia,
soprattutto nel semestre di Presidenza Ue. Fini non si tira indietro. Non si
deve "museizzare la storia", spiega "razzismo e antisemitismo - assicura - non
sono alle nostre spalle, non appartengono ad un'epoca storica chiusa, ma
esistono in forme diverse e mascherate".
L'esasperato anti-israelismo, per esempio, la virulenta polemica nei confronti
del governo Sharon, per Fini altro non è che "un antisemitismo mascherato da
antisionismo". Perciò, spiega il vice premier "io ho cercato in questi giorni
di dire parole inconfutabili sul passato per costruire il futuro". In altre
parole Fini invita ad imparare dalla storia, a tramandare a tramandare la
memoria e l'esempio dei "giusti".
Inizia presto la giornata del leader di An in Israele. Inziza quando fa il suo
ingresso con la kippà sul capo nel complesso monumentale che ricorda le
persecuzioni degli ebrei. "Bisogna far sì che mai più in futuro sia riservato,
anche a un solo essere umano, ciò che il nazismo riservò all'intero popolo
ebraico", lascia scritto al Museo dell'Olocausto sul libro della memoria. Poi
visita il "Memoriale dei bambini", nella "Tenda del ricordo" attizza la fiamma
perenne che arde per celebrare il sacrificio dei sei milioni di ebrei morti. E
in loro onore ha depone una corona.
Poi la conferenza stampa, in cui la condanna del fascismo
si fa ancora più decisa. E quindi l'incontro con le più alte cariche dello
Stato d'Israele, il presidente Katsav, il premier Sharon, il ministro degli
Esteri, Shalom, il leader dell'opposizione Peres. Incontri in cui è stata
ribadita "la profonda amicizia" tra i due Paesi, si è parlato dell'Iraq, ma
soprattutto della pace in Medio Oriente e di quanto il governo israeliano sta
facendo per la realizzazione della Road Map. "Sharon - ha detto il vicepremier
- mi ha assicurato la disponibilità a incontrare Abu Ala" che verrà anche in
Italia poichè "è opportuno far comprendere la necessità di un impegno per
garantire il contrasto al terrorismo".
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