Farmaci: griffati o generici?

Ma i sindacati da che parte stanno?

Di Carlo Boccadifuoco. E-mail: kiriosomega@alice.it

Questo nostro Paese è davvero strano, perché, mentre da una parte si tenta di fare qualcosa d’utile, dall’altra, invariabilmente, si procede a destabilizzarla.

Esclameranno in molti: "E’ frutto del libero pensiero". No, ciò è purtroppo frutto dell’imbecillità e della cecità di pochi che per un interesse peculiare, assai spesso privato o di categoria, non si chiedono quale danno deriverà alla Nazione per loro nefanda azione!

"E torna parrinu e sciuscia", come direbbero i siciliani, la misera pantomima del: "Ascoltatemi, io solo affermo il vero", si è nuovamente ripetuta con i sindacati, ma guarda che novità, quali soggetti che stanno dalla parte dei padroni.

Ecco, in sintesi, ciò che in quest’occasione è avvenuto.

A Firenze, ieri, 27 luglio, due sindacati calabresi, la Filcea-Cgil e la Uilcem-Uil, che rappresentano i collaboratori scientifici di quella regione, hanno ufficialmente comunicato il loro pensiero sul pericolo che può derivare ai cittadini dall’uso dei farmaci gratuitamente dispensati dal S.S.N. e, se ci pensiamo un attimo, ciò equivale ad affermare che lo Stato scientemente e con dolo ci avvelena o almeno non ci cura!

I due sindacati, forti delle loro tesi, hanno perciò inviato al ministero competente un’informativa ignorando il loro limite regionale, e, nella stessa comunicazione, richiedono il blocco delle vendite dei farmaci definiti "generici" perché, secondo il loro esponente generale: "…la nostra categoria ha potuto accertare che, sarà forse per gli eccipienti usati per l’assemblaggio dei farmaci griffati, quelli generici non hanno la stessa efficacia".

Ahimé, mi viene da esclamare, ma proprio non ho imparato nulla dai miei studi medici.

Ma no, mi rispondo, il loro dire è pretestuoso ed interessato, perché, come ognuno dei medici ben sa, la differenza tra i farmaci dispensati gratuitamente e quelli griffati consiste solo negli eccipienti che "accompagnano" la sostanza attiva. Gli eccipienti, infatti, sono soltanto sostanze inerti, dei semplici carrier, che permettono la somministrazione del presidio attivo nella forma prescelta ed attraverso la via d’introduzione selezionata.

Dunque? Dunque bisogna ritenere che i motivi, "dell’allarmante grido" lanciato, traggono spunto da altre diverse considerazioni che solo possiamo ipotizzare, ma che verosimilmente sono di derivazione economica nell’interesse dei venditori: "Le case farmaceutiche, i farmacisti ed i loro rappresentanti commerciali".

Che i farmaci generici gratuitamente dispensati non sono graditi a molte categorie merceologiche e' cosa a tutti nota, e ciò ha motivo nei bassi prezzi commerciali che sono imposti. Così, ai ricchi farmacisti già protestanti si sono ora succeduti i sindacati di categoria, che, incredibile factu, rivendicano e sostengono le tesi economiche delle multinazionali del farmaco e dei loro indotti.

Così, la disinformazione del pubblico, e l’interessata deviante informazione pilotata, nel nostro Paese non aveva permesso la conveniente diffusione del medicamento gratuito dispensato S.S.N., infatti, da noi, diversamente da altri Stati, la percentuale di vendita dei generici, rispetto ai farmaci griffati, è dell’1,7% in valore e del 3,3% in volume.

La disparità di vendite a favore del farmaco griffato, ed il pericolo di perdere il grande agio economico che ne deriva, hanno perciò mosso, dopo l’avvento della nuova legge voluta dal Ministro della Salute, tutti i soggetti che vogliono boicottare il nuovo dispositivo legale perché contrastante con i loro privati interessi. Ci resta solamente da riferire, in ultimo, che i farmaci dispensati per patologie riconosciute e in ogni caso appartenenti alla categoria prevista dal S.S.N. hanno un prezzo inferiore dei corrispettivi griffati solo perché non sono più coperti da brevetto. E ancora, per legge, il "generico" deve essere bioequivalente alla specialità medicinale registrata, perciò deve contenere il principio attivo nello stesso dosaggio e nella medesima forma biochimica.

Ah, dimenticavo, nessuno mai, pubblicamente, ha dichiarato qual è la royalty che il ministero incamera per permettere la vendita di un farmaco sul territorio nazionale.